Capitolo 1 – Come da tradizione โฆun giallo sotto lโombrellone
Si sono consolidate ormai da anni alcune strane usanze si firmano contratti collettivi nazionali a scuole vuote, quando il personale cerca di mettersi alle spalle le fatiche di un anno, accumulate, oltre che in aula, in Collegi, riunioni, progetti, uscite didattiche, PNRR, PON e tutta la restante burocrazia con cui il Ministero ci soffoca. Il 14 luglio 2023 con grandi fanfare รจ stata annunciata la sottoscrizione della pre-intesa del CCNL Comparto Scuola per il triennio giร scaduto 2019-2021, che con una piccola mancia economica ci riporta indietro sul terreno dei diritti e della trasparenza. L’informazione debordante del Ministero e dei firmatari della pre-intesa sulle magnifiche sorti del nuovo contratto ha dilagato sui media e sui social, con un perverso gioco di nascondino della realtร . In questo circo mediatico รจ stato persino sottaciuto che a dissociarsi dallโintesa raggiunta sia stato anche uno dei sindacati della Triplice, la UIL!
Capitolo 2 – La prova di esistenza in vita โฆdei sindacati concertativi
Solo il voler dimostrare ad ogni costo di esistere puรฒ motivare la sottoscrizione di un contratto che economicamente non porta a casa nemmeno lโinflazione e normativamente baratta i giorni di permesso retribuito ai precari, con un peggioramento della normativa sulla formazione, sugli incarichi specifici e sulla trasparenza dei pagamenti. Un tempo la formazione sindacale imponeva a chi trattava di perseguire netti miglioramenti per la categoria. Oggi le parti sindacali che contrattano (o fingono di) si muovono supinamente nel solco di leggi che il Ministero impone, lavorando solo di cesello sulle parole: insomma, sindacati correttori di bozze, senza mai rivendicare la concreta rivalutazione della categoria tanto sbandierata nei discorsi ufficiali. Accettando tali imposizioni, vengono regalate alla controparte sui temi della formazione e della trasparenza โzone francheโ, che hanno dato finora respiro ai lavoratori/trici schiacciati dalle pressioni e interpretazioni delle dirigenze. Lโipotesi di CCNL si blinda ancora di piรน sul tema dellโagibilitร sindacale affinchรฉ le voci โfuori dal coroโ dei sindacati non firmatari smettano di accampare la benchรฉ minima pretesa: laddove nelle precedenti versioni si parlava di โsoggetti sindacaliโ (informazione, confronto), ora con perizia certosina le correzioni riportano โai soggetti sindacali aventi titolo – ovvero quelli titolari della contrattazione integrativaโ.
Capitolo 3 – Le declamate novitร
Roboanti aumenti? โฆi conti della massaia!
I firmatari dellโintesa hanno sbandierato sui media i buoni aumenti salariali. Allora la matematica puรฒ diventare unโopinione: i declamati cento e piรน euro di aumento non si trovano e non si trovano per tutti in busta paga. Si prenda lo stipendio tabellare (completo di RDP ed elemento perequativo) di un docente di scuola primaria di I grado a metร carriera al 31.12.2018, cioรจ al termine dellโultimo contratto, che era pari a euro 2.440,18 (lordi). Lo si confronti con quello rideterminato da questa ipotesi contrattuale che รจ pari a euro 2.548,54 (lordi). Lโincremento รจ del 4,4%. Lo stesso trattamento non risparmia lo stipendio di un Collaboratore scolastico che a metร carriera (completo di CIA ed elemento perequativo) era pari a euro 1.586,38 (lordi): confrontato con quello rideterminato dalla nuova ipotesi contrattuale risulta pari a euro 1.652,00 (lordi) con un incremento del 4,13%. Insomma, chiunque puรฒ aver chiaro che, lungi dallโaver ridato ai salari il potere di acquisto di qualche decennio orsono, questo contratto non recupera nemmeno lโinflazione gennaio 2019 – luglio 2023, che secondo i dati ISTAT si attesta al 16,1% . E i miseri bonus (UNA TANTUM) di 63,44 euro ai docenti e 44,11 euro agli ATA sono una ridicola elemosina laddove un litro di benzina รฉ ormai schizzato oltre la soglia dei 2 euro.
Aumento dellโimporto orario delle attivitร aggiuntive? โฆil gioco delle tre carte!
Ai lavoratori/trici della scuola avrร fatto piacere la notizia degli aumenti del 10% sugli importi delle retribuzioni orarie delle attivitร aggiuntive (ferme dal 2006). Ma giร a settembre lโentusiasmo ha dovuto cedere allo sconforto, stante il nuovo CCNI nel quale รจ stata certificata lโimmutata entitร delle risorse MOF: le scuole questโanno avranno per il MOF gli stessi importi dello scorso anno.
Formazione pagata? โฆspecchietto per le allodole 1!
Tutti gli addetti ai lavori (le RSU) e i lavoratori/trici della scuola attendevano da anni che la parte normativa del Nuovo Contratto chiarisse e sancisse finalmente come la formazione – diventata con il Rottamatore Renzi โstrutturale e obbligatoriaโ – non rientrasse nelle attivitร giร previste contrattualmente e andasse retribuita. Con il Nuovo Contratto i corsi di formazione organizzati dallโamministrazione o dalle istituzioni scolastiche avvengono durante lโorario di servizio e fuori dellโorario di insegnamento. E per il personale docente la formazione avviene in orario non coincidente con le ore destinate allโattivitร di insegnamento. La formazione diventerร di fatto obbligatoria ad approvazione del Piano Annuale delle Attivitร e siederร come una regina tra le attivitร funzionali che, deliberate, prevedono per i lavoratori obblighi di partecipazione, salvo riconoscimenti economici in caso di superamento di ben 80 ore: un marasma in cui su tutto svetta lโincognita del soggetto tenuto a tenere la contabilitร individuale delle 40+40 ore; e, sindacalmente parlando, una Caporetto!
GLO pagati? โฆspecchietto per le allodole 2!
La medesima sorte farlocca รจ spettata alle ore di partecipazione ai GLO, un ulteriore impegno caricato sulle spalle dei docenti dai decreti attuativi della โCattiva Scuolaโ renziana. Tale impegno รจ stato ufficializzato come appartenente alle 40 ore dei consigli di classe. Anche in questo caso รจ la matematica a smascherare le menzogne: 3 incontri GLO allโanno, quasi sempre in orario di servizio a causa del sovraccarico dei servizi territoriali di Neuropsichiatria infantile. I docenti avrebbero meritato un riconoscimento qualitativo dellโimpegno direttamente in busta paga rispetto al miraggio del riconoscimento formale di quelle poche ore la cui contabilizzazione aggiungerร burocrazia a quella giร esistente!
Trasparenza? โฆ no, grazie!
La giravolta di chi ha firmato lโintesa consegnandosi nelle mani dellโAmministrazione ci lascia basiti! Lโagibilitร sindacale, e lo diciamo noi COBAS Scuola che non siamo un esercito di mestieranti ai tavoli nazionali, รจ fondata su un presupposto di trasparenza dellโinformazione sulle risorse e sul loro utilizzo. Alle parti sindacali e alle RSU dโistituto, sulla carta, spetta anche un ruolo di verifica di quanto sottoscritto. Nei precedenti CCNL lโinformazione successiva si realizzava con la consegna analitica di somme e percettori su cui avviare una verifica quale atto prodromico alla contrattazione successiva. Tale modalitร era, e resta, fondamentale per la tutela del singolo lavoratore e delle prerogative sindacali. La conoscenza di chi, e quanto, ha percepito รจ la sola strada per mantenere la democrazia sui luoghi di lavoro: conoscere la distribuzione delle risorse รจ lโunico deterrente per contrastare democraticamente quel โcerchio magicoโ di persone pronte ad obbedire al dirigente qualunque cosa questo inventi per inseguire gli obiettivi di risultato (vedi PNRR) con modalitร che spesso annullano i diritti dei lavoratori. Il Garante della Privacy su richiesta dellโAmministrazione ha espresso parere negativo sullโindicazione dei nominativi, ma nonostante ciรฒ molti tribunali hanno dato ragione alle organizzazioni sindacali ricorrenti proprio in virtรน del principio del ruolo sindacale e della trasparenza dei compensi. Malgrado lโimportanza del tema e le forti conflittualitร legate allโutilizzo delle risorse, da parte dei firmatari si รจ preferito seguire la strada della rinuncia: riteniamo grave tale scelta, uno schiaffo a tutti i delegati di qualunque sindacato, che si candidano alle RSU con spirito di partecipazione alla vita democratica nelle singole scuole.
Nuovo ordinamento personale ATA? โฆcambiare tutto per non cambiare niente!
Per il personale ATA, si รจ scelto di non intervenire diminuendo i carichi di lavoro e incrementando adeguatamente i salari, ma agitando lโidea di magnifiche futuribili carriere dai nomi altisonanti: lโArea degli Operatori Scolastici e quella dei Funzionari e dell’Elevata qualificazione. Gli Operatori Scolastici, oltre ai compiti spettanti ai Collaboratori Scolastici, si occuperanno anche dellโassistenza non specialistica agli alunni con disabilitร e daranno supporto ai servizi amministrativi e tecnici. Eโ stata istituita lโArea dei Funzionari e delle Elevate Qualificazioni, pensata per valorizzare il ruolo dei DSGA e – con dubbi di molti addetti ai lavori – per dare una soluzione al problema degli Assistenti amministrativi facenti funzione. Vengono riavviati gli accessi alle posizioni economiche e confermata la mobilitร verticale, ma lโipotesi di nuovo CCNL permetterร al personale ATA in servizio a tempo indeterminato di sottoscrivere contratti a tempo determinato di area superiore o di diverso profilo professionale soltanto su posto intero, limitando di fatto le attese di quanti si sono giร inseriti in altre graduatorie aspirando, avendone i titoli, ad altra carriera professionale.
Le trappole non finiscono qui! Gli incarichi specifici, secondo lโipotesi di CCNL saranno assegnati sulla base dei criteri scelti dal dirigente scolastico previo confronto (ma non contrattazione) con le RSU. Un bel passo indietro che richiama alla mente una filosofia di brunettiana memoria!
Attivitร collegiali a distanza. โฆmagari con Whatsapp al supermercato!
La vita scolastica โa distanzaโ, pegno pagato dalle scuole durante la pandemia da COVID, sembrava essere ormai lontana. Invece le scuole, con Regolamento dโIstituto, potranno prevedere lo svolgimento a distanza delle due ore di programmazione didattica collegiale prevista per i docenti della scuola primaria e di alcune delle attivitร delle 40+40 ore che non rivestano carattere deliberativo. Sulla dispersivitร del lavoro svolto a distanza – in periodi non di emergenza – abbiamo giร detto tutto. Ciรฒ che piรน preoccupa รจ che con il medesimo strumento (regolamento del Consiglio di Istituto) รจ possibile estendere lo svolgimento a distanza alle attivitร delle 40+40 ore che rivestono carattere deliberativo sulla base dei criteri definiti dal MIM, previo confronto nazionale con i sindacati firmatari il CCNL. Per la gioia di molti dirigenti i Collegi Docenti potrebbero tornare online con buona pace della democrazia e del dibattito collegiale!
Capitolo 4 – La concertazione non paga!
Come sempre i COBAS Scuola non ci stanno alle farse! Prima fra tutte la farsa sindacale di tradizione ormai consolidata: si firma un contratto triennale di un triennio ormai scaduto, affermando giร che ciรฒ che non si รจ potuto ottenere ora sarร ottenuto con il prossimo rinnovo; che si chiederanno le dovute risorse alla prossima legge di bilancio per quel riconoscimento dei lavoratori/trici della scuola che mai arriva dai tempi di quel rinnovo contrattuale (35 anni fa), in cui i COBAS furono protagonisti di una stagione di lotta e di rivendicazione salariale vincente. Restiamo in attesa della sempre prolifica fantasia con cui questo contratto nella sua parte normativa verrร interpretato e adoperato dai dirigenti scolastici, e perchรฉ no, anche da alcuni DSGA, specie quelli diventati โazzeccagarbugliโ affiliati in โassociazioniโ, che aboliscono il termine di organizzazioni sindacali per non sentirsi da meno rispetto ai dirigenti scolastici.La nostra Organizzazione attraverso i propri RSU cercherร di vigilare nelle contrattazioni affinchรฉ la camicia di forza, che viene confezionata sui diritti sindacali, contratto dopo contratto, lasci aperte piรน maglie possibili. Ormai dovrebbe essere palese a tutti che il sindacalismo supino e concertativo propone solo contratti โa perdereโ. Lโalternativa a questa deriva รจ la incisiva battaglia sindacale sui temi dei salari e dello straripare del carico di lavoro per tutta la categoria. Questo terreno ci pare ormai impraticabile per chi oggi siede al tavolo delle trattative con atteggiamento faustiano!
Esecutivo Provinciale COBAS Scuola Torino
Sulle ipotesi di Contratto Nazionale Scuola 2019-2021
Capitolo 1 – Come da tradizione โฆun giallo sotto lโombrellone
Si sono consolidate ormai da anni alcune strane usanze si firmano contratti collettivi nazionali a scuole vuote, quando il personale cerca di mettersi alle spalle le fatiche di un anno, accumulate, oltre che in aula, in Collegi, riunioni, progetti, uscite didattiche, PNRR, PON e tutta la restante burocrazia con cui il Ministero ci soffoca. Il 14 luglio 2023 con grandi fanfare รจ stata annunciata la sottoscrizione della pre-intesa del CCNL Comparto Scuola per il triennio giร scaduto 2019-2021, che con una piccola mancia economica ci riporta indietro sul terreno dei diritti e della trasparenza. L’informazione debordante del Ministero e dei firmatari della pre-intesa sulle magnifiche sorti del nuovo contratto ha dilagato sui media e sui social, con un perverso gioco di nascondino della realtร . In questo circo mediatico รจ stato persino sottaciuto che a dissociarsi dallโintesa raggiunta sia stato anche uno dei sindacati della Triplice, la UIL!
Capitolo 2 – La prova di esistenza in vita โฆdei sindacati concertativi
Solo il voler dimostrare ad ogni costo di esistere puรฒ motivare la sottoscrizione di un contratto che economicamente non porta a casa nemmeno lโinflazione e normativamente baratta i giorni di permesso retribuito ai precari, con un peggioramento della normativa sulla formazione, sugli incarichi specifici e sulla trasparenza dei pagamenti. Un tempo la formazione sindacale imponeva a chi trattava di perseguire netti miglioramenti per la categoria. Oggi le parti sindacali che contrattano (o fingono di) si muovono supinamente nel solco di leggi che il Ministero impone, lavorando solo di cesello sulle parole: insomma, sindacati correttori di bozze, senza mai rivendicare la concreta rivalutazione della categoria tanto sbandierata nei discorsi ufficiali. Accettando tali imposizioni, vengono regalate alla controparte sui temi della formazione e della trasparenza โzone francheโ, che hanno dato finora respiro ai lavoratori/trici schiacciati dalle pressioni e interpretazioni delle dirigenze. Lโipotesi di CCNL si blinda ancora di piรน sul tema dellโagibilitร sindacale affinchรฉ le voci โfuori dal coroโ dei sindacati non firmatari smettano di accampare la benchรฉ minima pretesa: laddove nelle precedenti versioni si parlava di โsoggetti sindacaliโ (informazione, confronto), ora con perizia certosina le correzioni riportano โai soggetti sindacali aventi titolo – ovvero quelli titolari della contrattazione integrativaโ.
Capitolo 3 – Le declamate novitร
Roboanti aumenti? โฆi conti della massaia!
I firmatari dellโintesa hanno sbandierato sui media i buoni aumenti salariali. Allora la matematica puรฒ diventare unโopinione: i declamati cento e piรน euro di aumento non si trovano e non si trovano per tutti in busta paga. Si prenda lo stipendio tabellare (completo di RDP ed elemento perequativo) di un docente di scuola primaria di I grado a metร carriera al 31.12.2018, cioรจ al termine dellโultimo contratto, che era pari a euro 2.440,18 (lordi). Lo si confronti con quello rideterminato da questa ipotesi contrattuale che รจ pari a euro 2.548,54 (lordi). Lโincremento รจ del 4,4%. Lo stesso trattamento non risparmia lo stipendio di un Collaboratore scolastico che a metร carriera (completo di CIA ed elemento perequativo) era pari a euro 1.586,38 (lordi): confrontato con quello rideterminato dalla nuova ipotesi contrattuale risulta pari a euro 1.652,00 (lordi) con un incremento del 4,13%. Insomma, chiunque puรฒ aver chiaro che, lungi dallโaver ridato ai salari il potere di acquisto di qualche decennio orsono, questo contratto non recupera nemmeno lโinflazione gennaio 2019 – luglio 2023, che secondo i dati ISTAT si attesta al 16,1% . E i miseri bonus (UNA TANTUM) di 63,44 euro ai docenti e 44,11 euro agli ATA sono una ridicola elemosina laddove un litro di benzina รฉ ormai schizzato oltre la soglia dei 2 euro.
Aumento dellโimporto orario delle attivitร aggiuntive? โฆil gioco delle tre carte!
Ai lavoratori/trici della scuola avrร fatto piacere la notizia degli aumenti del 10% sugli importi delle retribuzioni orarie delle attivitร aggiuntive (ferme dal 2006). Ma giร a settembre lโentusiasmo ha dovuto cedere allo sconforto, stante il nuovo CCNI nel quale รจ stata certificata lโimmutata entitร delle risorse MOF: le scuole questโanno avranno per il MOF gli stessi importi dello scorso anno.
Formazione pagata? โฆspecchietto per le allodole 1!
Tutti gli addetti ai lavori (le RSU) e i lavoratori/trici della scuola attendevano da anni che la parte normativa del Nuovo Contratto chiarisse e sancisse finalmente come la formazione – diventata con il Rottamatore Renzi โstrutturale e obbligatoriaโ – non rientrasse nelle attivitร giร previste contrattualmente e andasse retribuita. Con il Nuovo Contratto i corsi di formazione organizzati dallโamministrazione o dalle istituzioni scolastiche avvengono durante lโorario di servizio e fuori dellโorario di insegnamento. E per il personale docente la formazione avviene in orario non coincidente con le ore destinate allโattivitร di insegnamento. La formazione diventerร di fatto obbligatoria ad approvazione del Piano Annuale delle Attivitร e siederร come una regina tra le attivitร funzionali che, deliberate, prevedono per i lavoratori obblighi di partecipazione, salvo riconoscimenti economici in caso di superamento di ben 80 ore: un marasma in cui su tutto svetta lโincognita del soggetto tenuto a tenere la contabilitร individuale delle 40+40 ore; e, sindacalmente parlando, una Caporetto!
GLO pagati? โฆspecchietto per le allodole 2!
La medesima sorte farlocca รจ spettata alle ore di partecipazione ai GLO, un ulteriore impegno caricato sulle spalle dei docenti dai decreti attuativi della โCattiva Scuolaโ renziana. Tale impegno รจ stato ufficializzato come appartenente alle 40 ore dei consigli di classe. Anche in questo caso รจ la matematica a smascherare le menzogne: 3 incontri GLO allโanno, quasi sempre in orario di servizio a causa del sovraccarico dei servizi territoriali di Neuropsichiatria infantile. I docenti avrebbero meritato un riconoscimento qualitativo dellโimpegno direttamente in busta paga rispetto al miraggio del riconoscimento formale di quelle poche ore la cui contabilizzazione aggiungerร burocrazia a quella giร esistente!
Trasparenza? โฆ no, grazie!
La giravolta di chi ha firmato lโintesa consegnandosi nelle mani dellโAmministrazione ci lascia basiti! Lโagibilitร sindacale, e lo diciamo noi COBAS Scuola che non siamo un esercito di mestieranti ai tavoli nazionali, รจ fondata su un presupposto di trasparenza dellโinformazione sulle risorse e sul loro utilizzo. Alle parti sindacali e alle RSU dโistituto, sulla carta, spetta anche un ruolo di verifica di quanto sottoscritto. Nei precedenti CCNL lโinformazione successiva si realizzava con la consegna analitica di somme e percettori su cui avviare una verifica quale atto prodromico alla contrattazione successiva. Tale modalitร era, e resta, fondamentale per la tutela del singolo lavoratore e delle prerogative sindacali. La conoscenza di chi, e quanto, ha percepito รจ la sola strada per mantenere la democrazia sui luoghi di lavoro: conoscere la distribuzione delle risorse รจ lโunico deterrente per contrastare democraticamente quel โcerchio magicoโ di persone pronte ad obbedire al dirigente qualunque cosa questo inventi per inseguire gli obiettivi di risultato (vedi PNRR) con modalitร che spesso annullano i diritti dei lavoratori. Il Garante della Privacy su richiesta dellโAmministrazione ha espresso parere negativo sullโindicazione dei nominativi, ma nonostante ciรฒ molti tribunali hanno dato ragione alle organizzazioni sindacali ricorrenti proprio in virtรน del principio del ruolo sindacale e della trasparenza dei compensi. Malgrado lโimportanza del tema e le forti conflittualitร legate allโutilizzo delle risorse, da parte dei firmatari si รจ preferito seguire la strada della rinuncia: riteniamo grave tale scelta, uno schiaffo a tutti i delegati di qualunque sindacato, che si candidano alle RSU con spirito di partecipazione alla vita democratica nelle singole scuole.
Nuovo ordinamento personale ATA? โฆcambiare tutto per non cambiare niente!
Per il personale ATA, si รจ scelto di non intervenire diminuendo i carichi di lavoro e incrementando adeguatamente i salari, ma agitando lโidea di magnifiche futuribili carriere dai nomi altisonanti: lโArea degli Operatori Scolastici e quella dei Funzionari e dell’Elevata qualificazione. Gli Operatori Scolastici, oltre ai compiti spettanti ai Collaboratori Scolastici, si occuperanno anche dellโassistenza non specialistica agli alunni con disabilitร e daranno supporto ai servizi amministrativi e tecnici. Eโ stata istituita lโArea dei Funzionari e delle Elevate Qualificazioni, pensata per valorizzare il ruolo dei DSGA e – con dubbi di molti addetti ai lavori – per dare una soluzione al problema degli Assistenti amministrativi facenti funzione. Vengono riavviati gli accessi alle posizioni economiche e confermata la mobilitร verticale, ma lโipotesi di nuovo CCNL permetterร al personale ATA in servizio a tempo indeterminato di sottoscrivere contratti a tempo determinato di area superiore o di diverso profilo professionale soltanto su posto intero, limitando di fatto le attese di quanti si sono giร inseriti in altre graduatorie aspirando, avendone i titoli, ad altra carriera professionale.
Le trappole non finiscono qui! Gli incarichi specifici, secondo lโipotesi di CCNL saranno assegnati sulla base dei criteri scelti dal dirigente scolastico previo confronto (ma non contrattazione) con le RSU. Un bel passo indietro che richiama alla mente una filosofia di brunettiana memoria!
Attivitร collegiali a distanza. โฆmagari con Whatsapp al supermercato!
La vita scolastica โa distanzaโ, pegno pagato dalle scuole durante la pandemia da COVID, sembrava essere ormai lontana. Invece le scuole, con Regolamento dโIstituto, potranno prevedere lo svolgimento a distanza delle due ore di programmazione didattica collegiale prevista per i docenti della scuola primaria e di alcune delle attivitร delle 40+40 ore che non rivestano carattere deliberativo. Sulla dispersivitร del lavoro svolto a distanza – in periodi non di emergenza – abbiamo giร detto tutto. Ciรฒ che piรน preoccupa รจ che con il medesimo strumento (regolamento del Consiglio di Istituto) รจ possibile estendere lo svolgimento a distanza alle attivitร delle 40+40 ore che rivestono carattere deliberativo sulla base dei criteri definiti dal MIM, previo confronto nazionale con i sindacati firmatari il CCNL. Per la gioia di molti dirigenti i Collegi Docenti potrebbero tornare online con buona pace della democrazia e del dibattito collegiale!
Capitolo 4 – La concertazione non paga!
Come sempre i COBAS Scuola non ci stanno alle farse! Prima fra tutte la farsa sindacale di tradizione ormai consolidata: si firma un contratto triennale di un triennio ormai scaduto, affermando giร che ciรฒ che non si รจ potuto ottenere ora sarร ottenuto con il prossimo rinnovo; che si chiederanno le dovute risorse alla prossima legge di bilancio per quel riconoscimento dei lavoratori/trici della scuola che mai arriva dai tempi di quel rinnovo contrattuale (35 anni fa), in cui i COBAS furono protagonisti di una stagione di lotta e di rivendicazione salariale vincente. Restiamo in attesa della sempre prolifica fantasia con cui questo contratto nella sua parte normativa verrร interpretato e adoperato dai dirigenti scolastici, e perchรฉ no, anche da alcuni DSGA, specie quelli diventati โazzeccagarbugliโ affiliati in โassociazioniโ, che aboliscono il termine di organizzazioni sindacali per non sentirsi da meno rispetto ai dirigenti scolastici.La nostra Organizzazione attraverso i propri RSU cercherร di vigilare nelle contrattazioni affinchรฉ la camicia di forza, che viene confezionata sui diritti sindacali, contratto dopo contratto, lasci aperte piรน maglie possibili. Ormai dovrebbe essere palese a tutti che il sindacalismo supino e concertativo propone solo contratti โa perdereโ. Lโalternativa a questa deriva รจ la incisiva battaglia sindacale sui temi dei salari e dello straripare del carico di lavoro per tutta la categoria. Questo terreno ci pare ormai impraticabile per chi oggi siede al tavolo delle trattative con atteggiamento faustiano!
Esecutivo Provinciale COBAS Scuola Torino