STORIA COBAS

1978-1985 (Alle origini dei COBAS)

Il 2 agosto del 1978 il Parlamento approva in piena estate la Legge 463, riguardante il precariato della scuola e le nuove norme di reclutamento degli insegnanti. Nonostante la vasta mobilitazione del 1977 di tanti insegnanti in attesa da anni di una stabilizzazione, la legge varata si limita a immettere a ruolo solo gli incaricati a tempo indeterminato con orario cattedra, così aggravando la situazione di decine di migliaia di altri precari lasciati fuori. Tra quei giovani precari, che avevano già cominciato a praticare forme di autorganizzazione autonome e di lotte spontanee come risposta ai cedimenti dei sindacati della scuola nei confronti delle scelte governative e della «politica dei sacrifici», il malcontento dilaga sempre più in concomitanza del rinnovo del biennio contrattuale 1978-1979, saldando la richiesta dell’immissione in ruolo attraverso corsi abilitanti e meccanismi di reclutamento automatici con la più generale rivendicazione di aumenti salariali del personale scolastico. Sulla scia delle rivendicazioni approvate dai diversi gruppi autorganizzati in assemblee provinciali, fin dalla primavera 1978 si costituisce il Coordinamento Nazionale dei Precari della Scuola,che indice un primo grande sciopero degli scrutini finali di quell’anno. Dall’originaria connotazione di movimento del precariato, il Coordinamento si va rapidamente evolvendo nel corso dei due anni successivi in movimento organizzato dell’intera categoria, con la formalizzazione legale in Coordinamento Nazionale Lavoratori della Scuola – CNLS e una piattaforma di ampio respiro, in buona misura frutto delle esperienze di movimento maturate dopo il ‘68: dalla richiesta della riduzione del numero di alunni per classe all’assunzione di tutti i precari docenti e ATA, dall’estensione del tempo pieno al sostegno ai disabili, dall’antiautoritarismo all’egualitarismo salariale e normativo. Netta la distinzione dai “sindacalisti di mestiere” degli apparati concertativi tradizionali, sia del sindacalismo corporativo dello SNALS che di quello “collaborativo” di CGIL-CISL-UIL, non solo per la radicalità delle rivendicazioni e delle forme di lotta (a partire dal blocco degli scrutini), ma anche per un definito profilo politico anticapitalista, antimperialista e antimilitarista, a cominciare dall’opposizione alle basi Nato e alle spese militari dell’Italia.

Nel corso dei primi anni 80, il CNLS continua il suo impegno conflittuale nella scuola, ma con un progressivo ridimensionamento partecipativo conseguente anche al clima di «caccia alle streghe» scatenato a livello istituzionale, massmediatico e confederale nei confronti degli «estremisti» accusati di “fiancheggiamento” del terrorismo, definiti dalla CGIL Scuola «provocatori per il movimento dei lavoratori». Nonostante tutte le difficoltà e le misure antisciopero già allora avviate con la sostituzione degli insegnanti in sciopero sugli scrutini del luglio 1983 con semplice circolare del ministro Falcucci, il CNLS avrebbe comunque continuato il suo impegno all’interno del mondo scolastico, con il rifiuto dello straordinario e di qualsiasi allungamento d’orario, la vigilanza attiva per esigere l’immediata nomina dei supplenti in sostituzione del personale assente e il controllo preliminare dal basso sulla definizione degli organici 1983/84.

Una resistenza di idee e di pratiche, in primo luogo della democrazia diretta assembleare, che sarebbe stata esperienza preziosa tra il 1985 e il 1986, quando finalmente esplode una nuova e straordinaria protesta di massa nelle scuole che, sull’impeto dell’indignazione di tanti giovani precari e importanti spezzoni di personale di ruolo nei confronti delle politiche governative e sindacali, partorisce un nuovo movimento conflittuale, quello dei Comitati di Base della Scuola (COBAS), dove confluisce di fatto anche il CNLS attraverso l’insieme dei coordinamenti provinciali ancora operativi di Napoli, Benevento, Palermo, Taranto, Firenze, Arezzo, Pistoia, Lucca, Livorno, Roma, Perugia, Milano, Torino, Trento, Bologna, Verona e Venezia.

1986

7 novembre Durante la giornata di sciopero nazionale indetta da Cgil-Cisl-Uil a sostegno di una piattaforma contrattuale deludente sul piano degli aumenti e che introduce la figura del «formatore» nell’aggiornamento degli insegnanti, a Roma si tiene la prima Assemblea Nazionale del nuovo movimento di insegnanti e ATA andatisi riunendo in autonome assemblee territoriali e coordinandosi attraverso comitati cittadini formatisi in tutt’Italia: qui viene discusso e approvato un programma rivendicativo comune e la costituzione di una struttura unitaria denominata Comitati di Base della Scuola, che subito programma una fitta scadenza di scioperi e manifestazioni, a partire dal blocco degli scrutini.

1987

11 febbraio I Comitati di Base della Scuola attuano la formalizzazione legale associativa attraverso il deposito a Roma della sigla (comprensiva dell’acronimo COBAS) e dello statuto costitutivo. L’ala più corporativa ed elitaria del movimento, in prevalenza composta da professori di Licei critici nei confronti dell’unicità della funzione docente e degli aumenti uguali per docenti e ATA, lascia i Comitati di Base per costituirsi come Gilda degli insegnanti, con una piattaforma che rivendica il riconoscimento di un ordine professionale docente, l’aggancio economico all’Università e un contratto distinto dal resto del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della Scuola.

Marzo Inizia lo sciopero indetto dai Comitati di Base della Scuola per bloccare gli scrutini intermedi. La vertenza andrà avanti fino a giugno, quando l’agitazione si estende direttamente agli scrutini finali, con un’eccezionale adesione che coinvolge per varie settimane circa mezzo milione di insegnanti sulle parole d’ordine: «No ai mestieranti sindacali, No ai formatori, No alle mance: 500.000 lorde d’aumento uguali per tutti!». È l’avvio di una nuova stagione di lotte partecipate che si ripete negli anni immediatamente seguenti sui temi storici dell’assunzione automatica del precariato, dei 20 alunni per classe, del diritto all’autoaggiornamento, della difesa dei diritti fondamentali del personale scolastico.

1988

7 maggio   Imponente corteo di 80 mila lavoratori/trici della scuola a Roma, per la manifestazione nazionale lanciata dai COBAS e alla quale partecipa anche la Gilda. La grande partecipazione nonché l’oceanica partecipazione (il 95% circa delle scuole) allo sciopero degli scrutini intermedi indetto dai COBAS fin da febbraio, influenzano pesantemente le trattative sul contratto che il governo sta svolgendo solo con Cgil, Cisl e Uil, tagliati fuori dalle lotte e dallo sciopero degli scrutini e non con le organizzazioni protagoniste delle lotte stesse (COBAS e Gilda; ma anche lo Snals è estromesso dalle trattative)

Giugno Cosicché, nelle settimane successive arriva dal governo una proposta di contratto che revoca la figura dei formatori e prevede l’aumento lordo di 500.000 lire per le fasce docenti delle superiori con maggiore anzianità, e rappresenta in generale, anche per gli altri settori di docenti ed ATA il più rilevante aumento contrattuale ottenuto dalla categoria, sebbene scaglionato secondo il nuovo criterio di scatti annuali. Ma questo indiscutibile e notevolissimo successo dei COBAS, che poi non demordono nei mesi successivi dal mantenere alta la conflittualità nella scuola, al contempo incrinando la credibilità dei sindacati cosiddetti «maggiormente rappresentativi», determina da parte delle istituzioni l’affinamento degli strumenti antisciopero, che culmineranno due anni dopo nella Legge 146 antisciopero, definita non a caso massmediaticamente “legge anti-COBAS”.

1990

Gennaio   Si diffonde in tutta Italia il movimento universitario della Pantera, partito a dicembre 1989 a Palermo, ma che in questo mese fa un salto di qualità mediatico con le occupazioni delle principali facoltà a Roma. Il movimento, partito contro la riforma Ruberti e le minacce di privatizzazione e aziendalizzazione delle Università, tratterà anche argomenti impegnativi, tra i quali la teoria dell’intellettualità di massa come soggetto conflittuale della rivoluzione informatica, la prima analisi organica, elaborata insieme ai COBAS e agli scritti di Piero Bernocchi e Paolo Virno, sul progetto capitalistico della scuola-azienda e dell’istruzione-merce, ricercando pure una stretta alleanza tra studenti e lavoratori/trici della scuola e dell’Università. Con fasi alterne, il Movimento continuerà ad operare, seppur con differenze tra città e città, fino a maggio.

12 giugno   Approvazione in Parlamento della Legge 146  di regolamentazione del diritto di sciopero nei «servizi pubblici essenziali» (con sanzioni pecuniarie e penali in caso di infrazione), includendovi il divieto di sciopero sugli scrutini finali e sugli esami, così vanificando la più efficace forma di lotta nella scuola. Tutte misure volte a contrastare la nuova, originale e vincente autorganizzazione dei lavoratori affermatasi con la costituzione dei COBAS della Scuola (la legge verrà denominata su stampa e TV “legge anti-COBAS”) e a favorire i sindacati di regime, ricompensati con diritti esclusivi per tenere sotto controllo la conflittualità sociale

2 agosto  Inizia la Guerra del Golfo di una coalizione di 35 Stati guidati dall’esercito statunitense contro l’Iraq che aveva invaso il Kuwait. L’Italia partecipa (per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, malgrado il veto costituzionale) alla guerra con una forza navale e con cacciabombardieri che colpiscono l’esercito iracheno. A settembre i COBAS lanciano nelle scuole la didattica di pace discutendo con gli studenti delle Superiori della guerra in atto e chiedendo la fine di essa e il ritiro delle truppe, a partire da quelle italiane. La campagna dura fino alla chiusura delle lezioni per le festività natalizie.

1991   

1 febbraio   Inizia lo sciopero degli scrutini intermedi convocato dai COBAS per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

24 maggio Indetto sempre dai COBAS, inizia lo sciopero degli scrutini finali che durerà fino al 12 giugno. Oltre che per il contratto, docenti ed ATA scioperano contro la legge 146/90

25 maggio Sciopero generale anche delle lezioni e di ogni attività scolastica, indetto, oltre che dai COBAS, anche da Gilda e Snals. L’inedita alleanza porta in piazza a Roma circa 70 mila docenti ed ATA. A seguire, parte lo sciopero degli scrutini, che prosegue per 18 giorni,contro la legge 146/90 anti-sciopero (detta anche anti-COBAS), voluta dai sindacati Cgil e Cisl, soprattutto, ed elaborata da Gino Giugni per ridurre drasticamente le possibilità di sciopero nei servizi pubblici), fino all’intervento governativo dell’11 giugno che vieta la prosecuzione dello sciopero che però i  COBAS confermano per altri quattro giorni, malgrado le minacce di multe che vanno da 100 mila lire a un milione.

22 ottobre Nel quadro dello sciopero generale di tutte le categorie indetto da Cgil-Cisl-Uil anche i COBAS indicono lo sciopero contro la legge Finanziaria. Il corteo dei COBAS viene vietato e migliaia di lavoratori/trici si recano al comizio dei tre sindacati a P. SS. Apostoli a Roma, chiedendo di poter intervenire dal palco. Il servizio d’ordine sindacale cerca di spingere fuori dalla piazza i lavoratori COBAS che fanno resistenza e contestano in particolare il comizio del segretario nazionale Cgil Sergio Cofferati e organizzano un contro-comizio di notevole successo.

6 dicembre Ancora uno sciopero COBAS contro la legge Finanziaria, stavolta organizzato insieme a varie altre strutture di base. Manifestazioni in molte città italiane.

1992

 14 marzo  Sciopero nazionale della scuola indetto dai COBAS e manifestazione a Roma con 5000 persone. Nelle conclusioni a P. SS. Apostoli i COBAS sottolineano i motivi dello sciopero contro quello che definiscono “il contratto-truffa” siglato dai confederali, precisando gli obiettivi di un possibile buon contratto (aumenti di 500 mila lire mensili, 20 alunni/e per classe, stabilizzazione dei precari ecc.) e denunciando ancora una volta la legge 146 anti-sciopero. La questura vieta alla manifestazione di proseguire fino al Parlamento.

10-14 giugno  Sciopero degli scrutini finali indetto dai COBAS e da altri sindacati conflittuali. contro il contratto siglato dai confederali e per il recupero del pieno diritto di sciopero. Il ministro della Funzione Pubblica Gaspari emana un’ordinanza per dichiarare illegale lo sciopero ma, malgrado le pesanti minacce di sanzioni e di precettazioni, i COBAS non revocano lo sciopero.

17 giugno Dopo aver concluso lo sciopero degli scrutini, i COBAS organizzano una manifestazione nazionale davanti al Ministero della Pubblica istruzione con alcune migliaia di docenti ed ATA.

5 agosto   A Roma spettacolare mobilitazione davanti alle sedi di Cgil, Cisl e Uil da parte dei COBAS, RdB e PRC con un migliaio di militanti che contestano assai vivacemente l’accordo sul costo del lavoro stipulato il 31 luglio tra il governo e i tre sindacati maggiori.

2 ottobre  In concomitanza con lo sciopero nazionale del Pubblico Impiego e della Scuola convocato da Cgil-Cisl-Uil, anche i COBAS e la Cub-RdB indicono lo sciopero e decidono di partecipare alla manifestazione nazionale indetta a Roma dai tre sindacati, che si svolge in un quadro di forti proteste contro l’accordo del 31 luglio sul costo del lavoro, in quello che verrà definito “l’autunno dei bulloni”, scagliati ripetutamente dai manifestanti contro i palchi dei comizi confederali un po’ in tutta Italia. Quando decine di migliaia di lavoratori dei COBAS e altri sindacati conflittuali, studenti e attivisti di alcuni centri sociali, tentano di raggiungere il comizio finale dei confederali a P. S. Giovanni, vengono affrontati dai servizi d’ordine della Cgil armati di bastoni e poi caricati violentemente dalla polizia. Nel corso della più violenta tra le cariche contro la testa del corteo COBAS, Piero Bernocchi, dell’Esecutivo nazionale COBAS, viene ferito alla testa e ricoverato in osservazione all’ospedale; e altri 60 manifestanti risulteranno feriti e 7 arrestati alla fine della giornata.

1993 

Tra gennaio e marzo, i COBAS effettuano un costante braccio di ferro con la “sinistra” Cgil per il referendum sull’art.19 dello Statuto dei lavoratori che, se vinto con certe modalità del quesito ( la cosiddetta “abrogazione secca”), restituirebbe ai sindacati alternativi una effettiva democrazia sindacale.

Ad aprile la pubblicazione del libro di Piero Bernocchi “Dal sindacato ai COBAS” – in cui l’Autore, dell’EN COBAS Scuola, dà piena forma alla sua elaborazione sulla riunificazione della conflittualità politica, sindacale, sociale e culturale, con un’ampia analisi del moderno capitalismo e in particolare del ruolo del capitalismo di Stato, e un’innovativa teoria sulle coalizioni tra diversi settori sociali – è accompagnata da un vasto ciclo di presentazioni nelle principali città, che si intrecciano con il conflitto con i sindacati confederali e con il governo.

11 giugno  Sciopero generale del Pubblico Impiego e della Scuola convocato dai COBAS e dalle RdB contro il blocco degli stipendi e della contrattazione, per il recupero della scala mobile e contratti con aumenti salariali significativi. Manifestazione a Roma di 10 mila lavoratori/trici.

1 luglio  Consegna in Cassazione di 700 mila firme raccolte, a partire dal 2 aprile, dai Consigli dei delegati Cgil, dai COBAS e da altri sindacati conflittuali per l’abrogazione “secca” o parziale dell’art.19 dello Statuto dei Lavoratori, insieme a quesiti ambientali, su sanità e pensioni.

7 luglio  Vistosa protesta di COBAS e RdB sotto la sede Cisl (e successivamente all’interno) contro l’Accordo sul costo del lavoro stipulato con il governo Ciampi da Cgil-Cisl-Uil.

25 settembre Sciopero nazionale della scuola indetto dai COBAS, insieme al Coordinamento nazionale precari, contro la cancellazione di 56 mila classi in tutta Italia, la vistosa riduzione dei posti di lavoro, l’espulsione di migliaia di precari. Manifestazione al Ministero Pubblica istruzione e successivamente corteo fino al Ministero Funzione Pubblica.

12 novembre Sciopero generale contro la Legge Finanziaria, i tagli ai servizi sociali e per soddisfacenti contratti nel Pubblico Impiego e nella Scuola indetto da COBAS e Cub. A Roma manifestazione nazionale di 50 mila persone, con la presenza anche di studenti e Centri sociali.

11 dicembre   Contro il “decreto taglia classi” del governo Ciampi, manifestazioni in tutta Italia degli studenti, con la partecipazione dei COBAS. Più di 50 mila in piazza a Roma e decine di migliaia anche a Torino, Milano, Napoli, Palermo, Firenze, Bologna e altre città.

1994

27-28 marzo Vittoria clamorosa e netta del centrodestra (Lega Nord, Forza Italia e Alleanza nazionale) guidato da Silvio Berlusconi nelle elezioni politiche nazionali, con il conseguente vistoso sbandamento del centrosinistra guidato dal PDS. Ma le componenti più radicali e di base della sinistra avviano rapidamente una mobilitazione generale che trascina anche componenti moderate della sinistra.

25 aprile  Le manifestazioni non sono le consuete celebrazioni della giornata della Liberazione e antifascismo. La lotta contro il governo Berlusconi unisce varie anime e porta in piazza una marea di persone in tutta Italia. A Roma la manifestazione indetta dai COBAS e da vari centri sociali, e aperta dallo striscione COBAS “Fermiamoli”, vede sfilare da Porta S. Paolo 50 mila persone

29 maggio  Malgrado sia una domenica, risposta popolare enorme alla manifestazione nazionale in difesa della scuola pubblica, contro i finanziamenti alla scuola privata e le minacce di privatizzazione dell’istruzione che vengono dal nuovo governo, promossa in primo luogo da un’inedita alleanza di COBAS e Cgil: circa 100 mila persone traboccano da Piazza del Popolo che non ce la fa a contenere tutti/e.

25 giugno   Atto costituivo formale dell’«Associazione Nazionale Federativa dei Comitati di Base della Scuola – COBAS», con sede legale a Roma e allegato Statuto, sottoscritto dai rappresentanti intervenuti «di quelle associazioni di fatto o di diritto della rispettiva provincia che fanno diretto riferimento al complessivo “Movimento dei Comitati di Base della Scuola – COBAS”».

25-26 giugno   Di fronte all’operato del governo Berlusconi e alla forte protesta popolare, i COBAS si fanno promotori nel mese di aprile di una proposta di grande coalizione politico-sindacale e sociale della sinistra antagonista e alternativa contro le destre al governo e in aperta conflittualità anche con il centrosinistra. La proposta è approvata da centinaia di strutture sociali, sindacali e politiche che avviano nel maggio 1994 la Convenzione della sinistra di base, autorganizzata e anticapitalista, della quale Piero Bernocchi è nominato portavoce nazionale. Le forze della Convenzione danno vita il 25-26 giugno a Roma a due giorni di Assemblea in cui vengono approfonditi i temi programmatici e le possibili azioni future.

14 ottobre  In coincidenza con lo sciopero generale indetto da Cgil-Cisl-Uil, anche i COBAS e la Cub convocano lo sciopero di tutte le categorie del lavoro dipendente e portano in piazza a Roma 50 mila lavoratori/trici contro le politiche economiche e sociali del governo Berlusconi.

5 novembre  La Convenzione della sinistra di base organizza una giornata di mobilitazione nazionale con manifestazioni in numerose città contro il governo Berlusconi.

12-13 novembre  Si svolge a Roma la seconda sessione della Convenzione di Base, aperta da una relazione del portavoce Bernocchi, che stabilisce alcune più precise regole di funzionamento.

2 dicembre   Sciopero generale dei COBAS e di altri sindacati di base contro la Finanziaria del governo Berlusconi. Manifestazioni regionali.

1995

17 gennaio  A sorpresa, il governo Berlusconi cade, per il ritiro della Lega dall’alleanza, e viene sostituito dal governo Dini, appoggiato dal centrosinistra. Progressivamente si allentano le iniziative unitarie della sinistra antagonista e, dopo un paio di altre assemblee nazionali, anche la Convenzione della sinistra di base perde di consistenza e di convinzione e va esaurendosi.

1-11 febbraio  Sciopero degli scrutini intermedi nella scuola indetto dai COBAS per il rinnovo del contratto fermo da 5 anni e contro le ventilate ipotesi di accordo in merito tra il nuovo governo e Cgil-Cisl-Uil. Il neo-ministro della Pubblica Istruzione Giancarlo Lombardi dichiara che lo sciopero è illegale e minaccia sanzioni amministrative e pecuniarie nei confronti degli scioperanti, ma i COBAS non revocano lo sciopero.

5 aprile  Si vota in Italia per una serie di referendum, il più significativo dei quali, di cui sono promotori i COBAS e altre strutture del sindacalismo conflittuale, è quello per l’abrogazione “secca” dell’art.19 dello Statuto dei lavoratori che avrebbe provocato – se vincente – l‘estensione degli spazi di rappresentanza dei sindacati alternativi, togliendo il monopolio a Cgil-Cisl-Uil, e che viene invece sconfitto solo per poche migliaia di voti (49,95% contro 50,05%), con forti sospetti di brogli nelle regioni a più forte presenza Cgil (Toscana ed Emilia Romagna). A Roma manifestazioni di COBAS e RdB sotto le sedi di Cgil e Cisl.

23 maggio  Manifestazione promossa dai COBAS davanti al Ministero della Pubblica Istruzione contro la firma del contratto da parte dei sindacati “rappresentativi”, con la richiesta di un referendum decisionale da svolgere nelle scuole.

1-10 giugno  Sciopero degli scrutini finali indetto dai COBAS, che, richiamandosi alla legge 146 anti-sciopero, la Commissione di garanzia e il governo giudicano illegale, minacciando multe agli scioperanti da 100 a 400 mila lire per ogni giorno di sciopero effettuato, nonché la precettazione dei docenti. Ma i COBAS non revocano lo sciopero e il 4 giugno, che è una domenica, convocano a Roma una manifestazione nazionale a cui partecipano diecimila persone.

24 giugno  Due cortei a Roma contro la riforma delle pensioni voluta dal governo Dini che ha l’approvazione di Cgil-Cisl-Uil, uno delle RSU Cgil e uno di COBAS, Cub e RdB. I due cortei confluiscono in Piazza S. Giovanni ove la mobilitazione, con la presenza di circa 100 mila persone, si conclude con comizi unitari. Per i COBAS parla Piero Bernocchi, che, nella considerazione generale dei vari mezzi di informazione, ne è visto da tempo come il portavoce nazionale: carica che verrà ufficializzata pochi mesi dopo dall’Assemblea nazionale COBAS (8 ottobre).

22 ottobre   Il Movimento delle scuole in lotta contro il contratto firmato dai confederali, di cui i COBAS sono la struttura portante, organizza a Roma una manifestazione nazionale di protesta, che, malgrado sia una domenica, porta in piazza molte migliaia di docenti, Ata e studenti, oltre a forze politiche come il PRC.

24 novembre  Ancora uno sciopero dei COBAS per un referendum che annulli il pessimo contratto scuola firmato dai confederali e contro la riforma delle pensioni, con una manifestazione a Roma di circa 30 mila persone, e significativa presenza di tanti lavoratori/trici della Cgil.

1996

31 gennaio  Blocco per 5 giorni degli scrutini intermedi, indetto dai COBAS con il Movimento delle scuole in lotta e il Coordinamento nazionale Precari, contro la legge di parità e i finanziamenti alle scuole private voluti dal governo Prodi.

10 febbraio  Manifestazione nazionale a Roma contro il finanziamento alle scuole private e il contratto firmato da Cgil-Cisl-Uil per i lavoratori/trici della scuola, indetta da COBAS e Movimento delle scuole in lotta, con 15 mila persone in corteo.

27 marzo  Occupazione per tre giorni di molte scuole in Italia, con permanenza anche notturna, di docenti ed ATA, definita Maratona in difesa della scuola pubblica e promossa da COBAS e Movimento delle scuole in lotta.

9 giugno   Manifestazione domenicale indetta da COBAS e PRC contro la legge di parità scolastica tra pubblico e privato, voluta dal ministro Berlinguer e da Prodi: 10 mila docenti ed ATA in corteo a Roma.

26 ottobre Manifestazione nazionale indetta da COBAS, Cub-RdB e Arca contro la legge finanziaria del governo Prodi, contro i tagli ai servizi sociali, le privatizzazioni e il Patto per il lavoro siglato da Cgil-Cisl-Uil con il governo Prodi. Decine di migliaia in corteo a Roma fino a P. S. Giovanni.

1997

4 giugno  Inizia il conflitto contro i progetti del governo Prodi (di centrosinistra) e del ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer, intenzionati, con la sua “riforma dei cicli”, con l’introduzione della cosiddetta “autonomia scolastica” e con la legge di parità scolastica tra scuola pubblica e privata (e con il finanziamento statale di quest’ultima) ad avviare il processo di aziendalizzazione della scuola pubblica e di parificazione con la scuola privata. In opposizione a tutto questo, i COBAS riescono a costruire un fronte ampio di forze a partire da alcuni sindacati della scuola, che fa il suo esordi il 4 giugno con uno sciopero nazionale della scuola, indetto anche contro il blocco delle pensioni, e con manifestazioni in tutta Italia; a Roma in corteo 4 mila persone dal Ministero della Pubblica Istruzione fino al Campidoglio, dove viene contestato il sindaco Rutelli che vuole anch’esso finanziare le scuole private. I COBAS scrivono una lettera aperta a Fausto Bertinotti, segretario nazionale del PRC che sostiene il governo, invitandolo a bloccare la legge di parità a costo di togliere il sostegno al governo.

29 settembre A seguito della legge del ministro della Funzione Pubblica Bassanini sulla rappresentanza sindacale, che riduce ulteriormente gli spazi di democrazia sindacale colpendo in particolare il sindacalismo alternativo e conflittuale, i COBAS e la RdB occupano per alcune ore il Ministero. L’occupazione del Ministero termina con il fermo di Bernocchi e di altri/e protagonisti dell’occupazione che però vengono rilasciati dopo alcune ore.

18 ottobre   Manifestazione nazionale a Roma, indetta da COBAS, Cub, RdB e Arca,  contro la Finanziaria del governo Prodi, la legge Bassanini, il blocco dei pensionamenti nel Pubblico Impiego e nella scuola, i finanziamenti alle scuole private e il pacchetto Treu che estende il campo del lavoro precario. 50 mila in corteo fino a P. S Giovanni.

28 novembre  Lo stesso schieramento del 18 ottobre convoca lo sciopero generale di tutto il lavoro dipendente e sugli stessi obiettivi. Manifestazioni regionali in 10 città, a Roma 5 mila in corteo.

1998   

1 marzo  L’anno è fortemente segnato dal conflitto contro il governo di centrosinistra di Prodi e contro il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer e i suoi progetti di autonomia scolastica, di riforma dei cicli e soprattutto di parità tra scuola pubblica e privata, con finanziamento statale di quest’ultima. La prima manifestazione nazionale contro questi progetti si svolge a Roma,  nella prima domenica di marzo, convocata dai COBAS e da altri sindacati conflittuali ma anche da varie strutture studentesche di base. 20 mila in corteo fino alla statua di Giordano Bruno (per sottolineare il conflitto con il Vaticano).

30 maggio  Nuova manifestazione nazionale, stavolta accompagnata da uno sciopero generale della scuola, a Roma contro la legge di parità e il finanziamento alla scuola privata, contro la “falsa Autonomia” e per un contratto con significativi aumenti salariali, convocata dai COBAS e da altri sindacati conflittuali, nonché dai Coordinamenti studenteschi. Il corteo di 30 mila persone è aperto dalla lavagna COBAS con la scritta “Giù le mani dalla scuola”.

18 novembre Sugli stessi obiettivi un nuovo sciopero nazionale della scuola, ma stavolta con manifestazioni locali in 20 città, promosse dalle stesse forze del 30 maggio, alle quali si aggiunge con notevole partecipazione il PRC che nel frattempo ha rotto con il governo Prodi facendolo cadere e provocandone la sostituzione con un governo sempre di centrosinistra ma guidato da Massimo D’Alema. Circa 150 mila docenti, ATA e studenti in piazza nelle 20 città.

19 dicembre  Manifestazione nazionale contro la legge di parità promossa da un Appello partito dal gruppo di Critica liberale: i COBAS vi partecipano da protagonisti, 70 mila in corteo a Roma.

1999

 27 gennaio  Dopo un lungo conflitto legale, e alcune udienze in Tribunale che avevano dato ragione ai COBAS, la Cgil riesce a imporre il rinvio delle elezioni RSU nel comparto Scuola, grazie all’intervento del governo D’Alema che, con un decreto, le rinvia al 2000, quando si effettueranno scuola per scuola. Al momento, invece, sarebbero state elezioni provinciali, il che avrebbe consentito ai COBAS di raggiungere la maggior rappresentatività sindacale, con tutti i diritti annessi. Manifestazione di protesta dei COBAS davanti alla sede della Cgil: alcuni uomini della “vigilanza” della sede aggrediscono i militanti COBAS che reagiscono, a cui segue l’intervento dei Carabinieri.

27 febbraio  I conflitti contro la parità e i finanziamenti alle scuole private si acuiscono dopo l’emanazione della legge Rivola che anticipa la parità per l’Emilia-Romagna): manifestazione nazionale a Bologna con 50 mila persone e notevole presenza dei COBAS.

19 marzo  Sciopero nazionale della scuola convocato dai COBAS contro la legge di parità, che apre pure lo scontro con il governo sul nuovo contratto per la scuola ove Berlinguer intende inserire tutti i meccanismi aziendalizzanti e gerarchizzanti del suo progetto “riformatore”, culminanti in un premio di 6 milioni annui al 20% dei docenti scelti attraverso un “concorsone” a quiz, che i COBAS ribattezzano concorsaccio, chiedendo un referendum sul contratto e annunciando la raccolta di almeno 50 mila per sostenere tale richiesta. Manifestazioni provinciali in 30 città con la partecipazione di almeno 50 mila docenti, ATA e studenti. A Roma corteo di 5 mila persone dal Ministero P.I. al Parlamento.

21 marzo  Viene ufficializzata la costituzione della Confederazione COBAS (la dizione statutaria è COBAS – Confederazione dei Comitati di base), generata dalla fusione dei COBAS- Comitati di base della Scuola con il Coordinamento Cobas (metalmeccanici, Sanità, Telecomunicazioni, Pubblico Impiego, Trasporto urbano). Piero Bernocchi ne è nominato portavoce nazionale.

27 marzo Le truppe della NATO iniziano le operazioni belliche contro la Jugoslavia con bombardamenti a tappeto: le truppe italiane partecipano alla guerra. Manifestazioni popolari di protesta in Italia contro il governo D’Alema, a Roma un corteo di COBAS, PRC e centri sociali cerca di portare la protesta sotto la sede del PDS, principale forza di governo, ma viene attaccata dalla polizia e non riesce ad arrivare a Botteghe Oscure, sede storica dell’ex-PCI e poi del PDS.

30 marzo  Con la richiesta di fine immediata dell’aggressione militare alla Jugoslavia, COBAS, Cub e RdB convocano uno sciopero di due ore di tutto il lavoro dipendente.

2 aprile  La Confederazione COBAS si schiera apertamente per l’astensione nel referendum (che si svolgerà il 18 aprile) per l’eliminazione della restante quota proporzionale (il 25%) nella legge elettorale maggioritaria. Oltre a non voler scegliere tra un maggioritario totale e uno al 75%, i COBAS ritengono che questa volta la tattica astensionista sia la migliore per far fallire il referendum non facendo raggiungere il quorum.

10 aprile  Manifestazione convocata da un ampio arco di forze, dai COBAS alla sinistra Cgil, dal PRC al Manifesto, dalla FIOM alla sinistra PDS. 100 mila in corteo fino a Piazza Navona per la fine della guerra

17 aprile  Ad una sola settimana di distanza, i COBAS, insieme a Cub e RdB, convocano un’altra manifestazione nazionale per la fine della guerra, con l’adesione di molti centri sociali e strutture pacifiste. Malgrado una pioggia battente, circa 30 mila in corteo.

18 aprile  La tattica indicata dai COBAS si dimostra vincente: il 91,5% degli italiani/e che va a votare approva il referendum mentre solo l’8,5% vota per il NO. Ma il totale dei votanti raggiunge il 49,6%, mancando il quorum per circa 150 mila voti. La scelta del PRC si rivela perdente e per pochissimo (visto che gran parte dei NO era venuta dagli elettori/trici PRC) si evita di aver consentito il raggiungimento del quorum e il successo del “maggioritario assoluto”.

5 maggio  I COBAS consegnano al ministro Berlinguer 50 mila firme di docenti ed ATA, raccolte in circa 3 mila assemblee in tutta Italia, per chiedere un referendum sul contratto scuola.

13 maggio  COBAS, Cub e RdB convocano un nuovo sciopero contro la guerra, per la fine della partecipazione italiana, con manifestazione nazionale a Roma, diecimila persone in corteo. e più di 40 altre iniziative nelle principali città. A Firenze, dove un corteo di circa tremila persone si conclude al consolato USA, si verifica un’improvvisa carica dei carabinieri contro i manifestanti sotto il palazzo, ferendone gravemente cinque. Nonostante la brutale aggressione senza ragione sia documentata anche da un filmato, quattro mesi dopo la Digos di Firenze consegnerà avvisi di garanzia a 53 manifestanti, tra i quali i tre cofirmatari sindacali dell’indizione della manifestazione.

21 maggio  Dal nulla emergono all’improvviso le autodefinitesi “nuove Brigate Rosse” che uccidono Massimo D’Antona, stretto collaboratore del ministro della Funzione Pubblica Bassanini, e che stava lavorando ad una legge sulla rappresentatività nei posti di lavoro penalizzante nei confronti dei sindacati di base e conflittuali. Per questa ragione parte una campagna politica (in prima fila Di Pietro e Ottaviano Del Turco, presidente della Commissione Antimafia) e di stampa contro i COBAS e i sindacati alternativi, accusati di essere i mandanti dell’omicidio. In una affollata conferenza-stampa Bernocchi per i COBAS e Leonardi per le RdB attaccano frontalmente i principali responsabili della campagna di odio verso i sindacati conflittuali e in particolare comunicano di aver denunciato per diffamazione Ottaviano Del Turco.

25 ottobre  In decine di città iniziano presìdi permanenti davanti ai provveditorati e alle prefetture (e a Roma davanti al Ministeri P.I.) per protestare contro il “ladri di assemblee”, ossia contro il divieto di fare assemblee in orario di servizio per i sindacati non “maggiormente rappresentativi”.

29 ottobre  Sciopero generale della scuola indetto dai COBAS contro la legge di parità, la “falsa autonomia”, la riforma dei cicli e il contratto che prevede il “concorsaccio” a quiz per premiare un 20% di docenti (con 6 milioni annui) che accettano i meccanismi aziendalistici della riforma Berlinguer. Manifestazioni territoriali in tutta Italia, a Roma in 5 mila davanti al Ministero, ove Berlinguer, malgrado gli impegni precedenti, rifiuta di incontrare la delegazione COBAS. I COBAS decidono dunque di portare la protesta a Montecitorio dove incontrano vari/e parlamentari.

11 dicembre  Il Forum per la scuola della Repubblica produce un Appello per una manifestazione nazionale a Roma, largamente unitaria, contro la legge di parità e i finanziamenti alle scuole private. I COBAS rispondono con un comunicato che annuncia l’”adesione entusiasta” dell’organizzazione e, per favorire la partecipazione dei docenti ed ATA che di sabato lavorano, anche la convocazione di uno sciopero che, sottolinea, sarà “l’ultimo sciopero italiano del Ventesimo secolo”. Oltre 50 mila in corteo a Roma.

2000

24 gennaio  Un gruppo di militanti COBAS occupa per parecchie ore il Ministero della Pubblica Istruzione per protesta contro il “concorsaccio” nella scuola per premiare il 20% dei docenti, imposto dal ministro Berlinguer e dal governo Prodi
tra l’opposizione generale delle scuole.

17 febbraio Sciopero nazionale della Scuola, indetto da COBAS e Gilda con enorme partecipazione (intorno al 65%), contro il “concorsaccio” e grande manifestazione nazionale (circa 100 mila persone) a Roma fino al MIUR, indetta dai COBAS.

23 marzo  Sciopero e manifestazione nazionale contro la Legge di Parità scolastica indetti dai COBAS e da altre organizzazioni di base.
Oltre 30 mila in piazza a Roma.

18 aprile   Dopo la sconfitta nelle elezioni regionali, si dimette il governo D’Alema e con esso il ministro Berlinguer. Il nuovo governo, sempre di centrosinistra, è guidato da Giuliano Amato che nomina come ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro. I COBAS rinviano lo sciopero generale della scuola già convocato.

1 maggio Nel quadro delle manifestazioni europee e mondiali, a Roma corteo di circa 50 mila persone indetto dai COBAS, da altre organizzazioni del sindacalismo conflittuale e di base, da alcuni Centri sociali e forze politiche.

30 maggio  Sciopero generale della Scuola per la cancellazione definitiva del “concorsaccio” e degli aumenti di “merito”, per la distribuzione egualitaria dei fondi riservati agli aumenti, indetto da COBAS e Gilda. 4 manifestazioni interregionali, 5000 in piazza a Roma con COBAS e Gilda.

12-13 giugno  Nella Scuola sciopero degli scrutini finali indetto dai COBAS e sindacati di base.

16 ottobre   Sciopero nazionale della Scuola contro la “riforma dei cicli”, per il Contratto scuola e il salario europeo, indetto dai COBAS. Scioperano anche Cgil-Cisl-Uil-Snals e Gilda e altri sindacati di base. Cinque manifestazioni a livello nazionale: a quella di Roma, indetta da COBAS e Gilda partecipano circa 50 mila persone.

7 dicembre   Sciopero nazionale della Scuola sugli stessi obiettivi di quello del 16 ottobre indetto dai COBAS e da altri sindacati di base. A Roma in piazza con i COBAS circa 15 mila persone. Scioperano anche i sindacati confederali e lo Snals ma senza manifestazioni di piazza.

2001

25-30 gennaio  Primo Forum Sociale Mondiale (WSF) a Porto Alegre (Brasile) con la partecipazione di una folta delegazione COBAS.

20-30 marzo   Vasta mobilitazione degli studenti dell’Università di Roma contro l’aumento delle tasse universitarie e la Riforma Zecchino, con la partecipazione dei COBAS che riescono a realizzare l’unità tra docenti della scuola e studenti universitari per lo sciopero nazionale del 31 marzo.

31 marzo    20 mila docenti, ATA e studenti universitari in piazza a Roma contro la “riforma dei cicli” e la Zecchino, per un vero contratto-scuola e in difesa del Tempo Pieno, grazie allo sciopero nazionale Scuola convocato dai COBAS.

13 maggio  Il centrodestra vince le elezioni politiche nazionale, nasce il secondo governo Berlusconi, Letizia Moratti è nominata ministra della Pubblica Istruzione.

12-13 giugno    Sciopero degli scrutini finali nella Scuola indetto da COBAS, Gilda e altri sindacati di base.

4 luglio    La ministra Moratti cancella la “riforma dei cicli” della scuola, promossa dal governo di centrosinistra e dai ministri Berlinguer e De Mauro

16-22 luglio   A Genova controvertice anti-G8 organizzato dal GSF-Genoa Social Forum, alleanza di centinaia di strutture sindacali, politiche e sociali antiliberiste, e nascita del movimento altermondialista (“no global”) italiano, con una rilevante partecipazione dei COBAS che svolgono una funzione di primo piano nella gestione delle giornate più drammatiche e, in alleanza con aree sociali antagoniste, portano in piazza decine di migliaia di persone nelle due giornate principali, all’interno di una enorme mobilitazione con centinaia di migliaia di persone da tutta Italia. L’uccisione di Carlo Giuliani, le violenze poliziesche alla scuola Diaz e le torture della caserma Bolzaneto, nonché la grande partecipazione alle manifestazioni, portano il controvertice all’attenzione mondiale. Il portavoce COBAS Bernocchi fa parte del gruppo dei portavoce del GSF ed è, dopo Agnoletto e Casarini, l’esponente del GSF più significativo e con la maggior visibilità mediatica.


5 settembre    Sull’onda della grande eco del controvertice di Genova e del successo del GSF, in tutta Italia si costituiscono Forum Sociali cittadini. Il Roma Social Forum viene costituito con la partecipazione di decine di strutture sociali, sindacali e politiche con una grande assemblee al Campidoglio alla presenza di un migliaio di persone e con i COBAS protagonisti.

11 settembre   I clamorosi e terrificanti attentati di Al Qaeda che distruggono a New York le Twin Tower, provocando migliaia di morti, creano uno shock di dimensioni universali, che in particolare spiazza il nascente movimento altermondialista dei Social Forum, in Italia e altrove. Gli Stati Uniti si preparano alla guerra contro l’Afghanistan e all’invasione di questo paese, considerato la “culla” di Al Qaeda e il rifugio del suo leader, Osama Bin Laden.

20 settembre   Nel quadro di una più vasta mobilitazione nazionale, a Roma i COBAS e il Roma Social Forum promuovono una manifestazione contro la guerra imminente, annunciata dal governo USA con il coinvolgimento della NATO e probabilmente di militari italiani. In piazza almeno 10 mila persone.

27 settembre   A Napoli assemblea nazionale del Genoa Social Forum e manifestazione contro la guerra, con la partecipazione dei COBAS e almeno 15 mila persone in piazza.

7 ottobre   Gli Stati Uniti e la NATO iniziano i bombardamenti e l’invasione dell’Afghanistan. A Roma immediata risposta e protesta in piazza di circa cinquemila persone.

8 ottobre    Manifestazioni in tutta Italia contro la guerra, a Roma 10 mila persone protestano davanti alla sede dell’ONU

14 ottobre   Marcia Perugia-Assisi contro la guerra in Afghanistan e per il ritiro delle truppe, con la partecipazione di almeno 150 mila persone.

20-21 ottobre   Assemblea nazionale dei Forum Sociali, durante la quale si scioglie il Genoa Social Forum e il Coordinamento dei suoi portavoce. Nessuna decisione viene presa sulla costituzione di un Forum Sociale Italiano, sponsorizzato anche dal FSM di Porto Alegre. La proposta di organizzare una grande manifestazione nazionale a Roma il 10 novembre contro la guerra, per il ritiro delle truppe della NATO e italiane dall’Afghanistan, presentata da Piero Bernocchi, viene approvata per acclamazione, dopo un lungo braccio di ferro con il PRC e altre organizzazioni contrarie alla proposta.

31 ottobre   Sciopero generale della Scuola contro la politica scolastica della ministra Moratti e del governo Berlusconi, indetto dai COBAS e con la partecipazione di molti studenti e strutture del movimento “no global”. Circa 40 mila persone in corteo a Roma.

10 novembre   Grande partecipazione alla manifestazione nazionale contro la guerra a Roma. Almeno 120 mila persone in corteo, di cui circa un quarto dietro gli striscioni dei COBAS. Ridicolizzata la contro-manifestazione in appoggio degli Stati Uniti promossa da Giuliano Ferrara e dal suo giornale (“Il Foglio”), con qualche centinaio di persone a P. del Popolo.

14 dicembre   Notevole successo dello sciopero generale contro la guerra e la Finanziaria, in difesa dell’art.18 (Statuto dei lavoratori) e della scuola pubblica, promosso dai COBAS e da altri sindacati di base e con la partecipazione del movimento “no-global”. 50 mila persone in corteo a Roma.

19-20 dicembre   Due giorni di mobilitazione, sit-in e cortei al Palazzo dei Congressi di Roma per protestare contro gli Stati Generali della scuola, convocati dalla ministra Moratti.

2002

31 gennaio-5 febbraio  2° Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre, circa 60 mila partecipanti e quasi cinquemila organizzazioni. Tra le varie decisioni, rilevante quella di dare l’avvio al Forum Sociale Europeo (FSE) che Piero Bernocchi per i COBAS e Raffaella Bolini per l’ARCI, entrati a far parte del Consiglio Internazionale (CI) del FSM, propongono si tenga in Italia e probabilmente a Firenze. Malgrado l’opposizione della delegazione francese, sull’onda del grande successo mondiale del controvertice antiG8 di Genova, la proposta COBAS-ARCI viene approvata con larghissimo consenso, mentre in Francia si terrà l’edizione successiva del 2003.

15 febbraio  Sciopero generale di tutto il lavoro dipendente pubblico e privato, con la Scuola in prima fila, contro le politiche del governo Berlusconi e la riforma Moratti della scuola e in difesa dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, indetto da COBAS e RdB-CUB. Grande corteo a Roma di circa 150 mila persone, di cui circa un terzo lavoratori/trici della scuola e studenti.

2 marzo   A Bologna Assemblea nazionale del movimento altermondialista (“no-global”) e dei Forum sociali con all’ordine del giorno l’andamento del FSM di Porto Alegre, la decisione di organizzare il primo Forum Sociale Europeo in Italia (i COBAS confermano la proposta già fatta a Porto Alegre che il FSE si svolga a Firenze nell’autunno), la proposta COBAS di andare ad uno sciopero generale contro il governo, e la più controversa partecipazione alla manifestazione indetta dalla CGIL per il 23 marzo a difesa dell’art.18.

9 marzo    A Bruxelles prima assemblea preparatoria del FSE che si terrà in Italia. Forte polemica sulle modalità organizzative del FSE: la delegazione italiana (in prima fila i COBAS) propone una struttura decisionale assembleare, articolata poi in gruppi di lavoro. Forte resistenza da parte di alcuni membri del Consiglio Internazionale (CI) del FSM, che vorrebbero un controllo centralizzato, analogo a quello sperimentato a Porto Alegre da parte del CI del FSM. Prevale comunque la proposta italiana.

19 marzo    Le Brigate Rosse uccidono Marco Biagi, consulente del governo Berlusconi ed estensore del “Libro Bianco” sul lavoro e promotore di varie proposte sull’estensione normativa del lavoro precario. Campagna di stampa e governativa contro i COBAS e il sindacalismo di base, accusati di essere gli ispiratori di questo attentato.

23 marzo   Enorme partecipazione popolare alla manifestazione della CGIL a Roma in difesa dell’art.18. Gli organizzatori parlano addirittura di tre milioni di persone, assai più realistica la cifra di un milione. Il segretario generale CGIL Cofferati rifiuta di dare la parola ad un esponente del movimento “no-global”, che pure porta in piazza parecchie decine di migliaia di persone. I COBAS decidono di non partecipare al corteo in quanto organizzazione.

16 aprile   COBAS e RdB-CUB replicano lo sciopero del 15 febbraio mantenendone gli obiettivi. Questa volta contro il governo e in difesa dell’art.18 scioperano anche Cgil-Cisl-Uil ma con manifestazioni separate. A quella romana indetta da COBAS e RdB partecipano almeno 50 mila persone. Manifestazioni rilevanti anche a Milano, Napoli, Firenze, Palermo e Cagliari.

21 aprile  Riunione del Coordinamento italiano per la preparazione del FSE assegnato all’Italia. Viene definitivamente accettata la proposta dei COBAS, dell’ARCI e del Movimento antagonista toscano (MAT) di svolgere il Forum a Firenze a novembre.

11 maggio   A Vienna seconda Assemblea europea di preparazione del FSE di Firenze, con la presenza centrale della delegazione italiana e dei COBAS in particolare.

28 maggio    A Pratica di Mare (vicino Roma) si tiene il summit della NATO con la presenza del presidente statunitense George Bush. La manifestazione di protesta organizzata a Roma dal Social Forum e dai COBAS registra una scarsa presenza in piazza, un migliaio di persone.

8 giugno  In occasione dell’Assemblea Mondiale della FAO, manifestazione a Roma dei movimenti ambientalisti e contadini, con la presenza del movimento “no-global”, dei COBAS e di altri sindacati. Almeno 15 mila persone manifestano in corteo fino al palazzo della FAO.

19-21 luglio    A Genova “tre giorni” di dibattiti e di iniziative ad un anno dall’antiG8 del luglio 2001, dall’uccisione di Carlo Giuliani, la “mattanza” nella scuola Diaz e le torture della caserma Bolzaneto. 80 mila persone nel corteo conclusivo, almeno cinquemila nel pezzo COBAS.

4 e 15 settembre    Due sessioni di lavoro del Coordinamento italiano che prepara il FSE di Firenze. Fissata definitivamente la data del FSE che si svolgerà dal 6 al 10 novembre.

1 ottobre  Presentazione ufficiale con una conferenza-stampa della prima edizione del Forum Sociale Europeo (FSE) che si terrà a Firenze dal 6 al 10 novembre.

5 ottobre  In tutta Europa e in parecchie città italiane manifestazioni contro le minacce di invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. In particolare a Roma, 10 mila persone in corteo con una buona presenza COBAS.

15 ottobre  Il Ministero degli Interni prende in considerazione l’ipotesi di sospendere, durante il FSE, gli accordi di Schengen e ripristinare i controlli alle frontiere anche per i cittadini/e della UE. Grande allarme e proteste da parte dei COBAS e degli altri promotori del FSE.

18 ottobre  Sciopero generale indetto da COBAS e RdB-CUB contro la Finanziaria del governo Berlusconi, il Patto per l’Italia, le minacce di guerra all’Iraq e la riforma Moratti nella scuola. Manifestazioni in 20 città, circa 300 mila persone in piazza, 50 mila a Roma con studenti e movimento no-global. Sciopera anche la CGIL.

19 ottobre    Incontro a Firenze per la gestione del FSE tra il prefetto Serra e una delegazione del Forum. Il prefetto chiede esplicitamente la presenza dei COBAS all’incontro, che protestano vivacemente per le minacce che vengono dal Ministro dell’Interno Pisanu di sospendere gli accordi di Schengen durante il Forum. Serra sostiene che tale sospensione non ci sarà ma chiede garanzie sulla gestione del Forum. Viene fissato un altro appuntamento, dopo che saranno più chiare le intenzioni del governo.

22 ottobre    Conferenza-stampa a Roma dei rappresentanti del FSE contro le minacce giunte dal Ministero degli Interni, motivate dall’arrivo di presunte organizzazioni “a rischio” e da un ipotetico conflitto che si sarebbe aperto tra COBAS e Disobbedienti per l’egemonia del Forum, che, secondo Pisanu, provocherebbe l’ingestibilità del Forum stesso. I COBAS e i Disobbedienti smontano la strumentale costruzione del ministro e fanno presente come sarebbe invece il blocco di Schengen a creare enormi tensioni, di ben difficile gestione.

23 e 29 ottobre  Altri due incontri della delegazione FSE e il prefetto Serra, che si concludono positivamente. Non ci sarà il blocco di Schengen e delle frontiere e le richieste per le piazze e i cortei programmati nel quadro FSE vengono accettate. Accordo anche per la manifestazione che i COBAS gestiranno, insieme al MAT e ad alcune organizzazioni greche, basche e inglesi, il primo giorno del FSE e indipendentemente da esso, davanti alla base USA di Camp Darby. I COBAS ribadiscono l’assoluta pacificità del corteo e smentiscono assurde voci diffuse dalla stampa e da alcuni esponenti politici sulle intenzioni dei COBAS di “occupare” la base militare. Comunque la stampa locale e nazionale sta creando grande tensione intorno a tale manifestazione.

4 novembre Conferenza-stampa dei COBAS per presentare la manifestazione di Camp Darby che si terrà il 6 novembre, giorno di l’apertura del Forum. Massiccia presenza di giornalisti, essendo questa la notizia più “calda” degli ultimi giorni, per i timori di incidenti diffusi da quasi tutti i mezzi di informazione e dal ministro degli Interni Pisanu che ha definito l’iniziativa “ad alto rischio”. I COBAS ribadiscono il carattere assolutamente pacifico della manifestazione. Intervengono anche esponenti del MAT e delle organizzazioni inglesi e greche che parteciperanno al corteo.

6 novembre  Cinquemila persone, garantite da un forte servizio di autotutela dei COBAS e del MAT, sfilano fino alla base militare USA di Camp Darby in maniera pacifica, alla presenza di un numero spropositato di TV e giornalisti in attesa di incidenti che non arrivano. Nel comizio finale il portavoce spiega che i COBAS hanno così voluto denunciare il ruolo aggressivo e imperialista degli USA e le inaccettabili servitù militari imposte all’Italia con le basi statunitensi. Essendo questa impostazione non condivisa da tutto il FSE, i COBAS si erano accollati la piena responsabilità dell’iniziativa. Contemporaneamente, si è aperto ufficialmente il Forum. Il numero di iscritti/e  alla Fortezza da Basso (luogo centrale delle iniziative) ha già superato le 50 mila unità.

7-8 novembre   Il FSE prosegue con centinaia di seminari, assemblee, performances all’aperto, che si svolgono in netta prevalenza alla Fortezza da Basso. I partecipanti hanno superato la cifra di 60 mila, più o meno quanti alle prime due edizioni del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.

9 novembre   Manifestazione conclusiva del FSE con oltre 500 mila partecipanti. Il corteo è aperto dallo striscione del FSE con i principali esponenti del FSE, tra i quali il portavoce COBAS. I COBAS e il MAT formano la prima parte strutturata del corteo, con alcune decine di migliaia di militanti e simpatizzanti.

10 novembre  Assemblea di chiusura del FSE. Tra le proposte finali, spicca quella presentata da Bernocchi e da Raffaella Bolini dell’ARCI, che rilanciano quanto già avanzato dai COBAS nei seminari sul lavoro e anti-guerra:cioè, di effettuare un grande sciopero generale europeo, con manifestazioni in tutte le capitali. con l’obiettivo di portare in piazza in tutta Europa almeno 10 milioni di persone il 15 febbraio 2003, contro la minacciata invasione dell’Iraq da parte degli USA e dai loro alleati. La proposta viene approvata per acclamazione.

15 novembre  20 esponenti della Rete Sud Ribelle e del movimento “no global”, tra i quali 6 militanti COBAS, due dei quali membri dell’EN della Confederazione COBAS, vengono arrestati a Cosenza, Taranto e Napoli con l’accusa della Procura di Cosenza di aver organizzato gli scontri a Genova con intenti “sovversivi”. Immediata mobilitazione generale di protesta in tutta Italia. Il giorno dopo a Roma 30 mila persone in corteo chiedono l’immediata scarcerazione dei 20.

23 novembre   A Cosenza grande corteo di 50 mila persone sfila per le strade della città, tra la folla degli abitanti solidali, per chiedere la liberazione dei 20 arrestati. Alcune migliaia, in prevalenza provenienti dalla Calabria, Puglie e Campania, manifestano nello spezzone COBAS.

30 novembre  Manifestazione nazionale a Torino contro la legge Bossi-Fini e in difesa dei migranti. Almeno 30 mila persone in corteo.

3 dicembre  Crolla la montatura contro i militanti di Sud Ribelle, COBAS e Disobbedienti. Vengono liberati tutti/e gli accusati/e, sia quelli in carcere sia quelli agli arresti domiciliari.
6 dicembre   Sciopero generale della Scuola e del Pubblico Impiego convocato da COBAS e RdB per un contratto con aumenti consistenti, per cancellare la riforma Moratti, per il salario europeo. A Roma corteo con 50 mila persone.

7-8 dicembre   A Parigi prima Assemblea preparatoria per il 2° Forum Sociale Europeo che si terrà nel novembre 2003 nella capitale francese. La delegazione italiana gestisce l’ordine del giorno (e la presidenza) centrato sul bilancio, unanimemente considerato molto positivo, del Forum di Firenze e sull’attuazione delle proposte scaturite nell’Assemblea di chiusura. Viene riconfermato l’impegno per la giornata europea contro la guerra del 15 febbraio 2003, che ci si impegna a proporre, affinché diventi giornata mondiale, al prossimo FSM di Porto Alegre. In merito allo sciopero, però, non c’è ancora un impegno specifico da parte dei sindacati della CES che partecipano alla preparazione del FSE.

12 dicembre    Manifestazione a Genova per chiedere verità e giustizia su quanto avvenuto durante il controvertice antiG8 del luglio 2001 con la partecipazione di almeno 30 mila persone.

2003

9 gennaio    Ieri il Secolo XIX di Genova ha pubblicato foto di due militanti COBAS Giacomo Mondovì e Simona Cerroni vicini ad alcuni cosiddetti “black bloc” durante gli scontri del 20 luglio 2001 a Genova, sostenendo che i due sarebbero ricercati dalla Procura di Genova che li riterrebbe collusi con i “black” nella progettazione di tali scontri. Mondovì e Cerroni, insieme agli avvocati e al portavoce COBAS, effettuano una conferenza-stampa a Genova in cui denunciano l’incredibile montatura poliziesca e giudiziaria.

14 gennaio   Invitati alla trasmissione TV di “Porta a Porta”, Bernocchi e Mondovì ridicolizzano la montatura anti-COBAS (la tesi sostenuta dalla Procura di Genova e da vari mass-media è che i COBAS sarebbero stati “i mandanti delle devastazioni e degli scontri” durante il G8). Né gli altri ospiti in studio (La Russa, Angius, D’Onofrio) né il conduttore Bruno Vespa hanno plausibili argomenti da opporre alle tesi sostenute dai COBAS e devono prendere atto dell’insostenibilità dell’impianto accusatorio.

15 gennaio   La Corte Costituzionale ha accettato il referendum per l’estensione dell’art.18 a tutti i lavoratori dipendenti mentre ha respinto il referendum contro la parità tra scuola pubblica e privata, cioè il referendum più popolare e più in grado di portare al voto, nonché 4 referendum ambientali. Forte protesta COBAS mentre il PRC, altro promotore dei referendum, si dichiara soddisfatto della decisione, malgrado appaia ben difficile che con il solo art.18 si riesca a ottenere il quorum. Intanto, si va smontando la montatura anti-COBAS sui fatti di Genova.

21-22 gennaio  A Porto Alegre, il terzo Forum sociale mondiale (FSM), che inizierà il 23, è preceduto dal Consiglio Internazionale (CI) che deve fare il punto tra l’altro sull’andamento del FSE di Firenze, sulla struttura del CI e sul luogo di svolgimento del quarto FSM, nonché sulla proposta che viene dal FSE di far diventare il 15 febbraio 2003 giornata mondiale contro la annunciata invasione USA dell’Iraq, con manifestazioni nelle principali città e uno sciopero generale internazionale. Il portavoce COBAS Bernocchi, inserito nel Consiglio Internazionale FSM a nome del Coordinamento italiano, relaziona sul FSE, mettendo in evidenza come il meccanismo preparatorio fondato su Assemblee trimestrali abbia funzionato benissimo; propone poi che il prossimo FSM esca da Porto Alegre e si svolga in India, vista la notevole disponibilità di molte organizzazioni indiane; e che il 15 febbraio 2003 sia una giornata contro la guerra non solo in Europa ma anche negli altri continenti.


23 gennaio  Inizia il FSM di Porto Alegre con una grande manifestazione di piazza, con circa 100 mila presenze. Molto folta la delegazione italiana, oltre 500 persone in corteo dietro gli striscioni del coordinamento, i massimi esponenti della Cgil e della Fiom, da Epifani a Rinaldini, marciano insieme ai COBAS e ai Disobbedienti, oltre ad ARCI e PRC. Nella stessa giornata assemblea della delegazione italiana.

26 gennaio Hugo Chavez, presidente del Venezuela e leader del nuovo corso progressista latinoamericano, in forte sintonia con il movimento altermondialista, arriva a Porto Alegre e incontra un migliaio di rappresentanti del FSM e del CI, ottenendo un grande consenso sulle proprie tesi di alleanza mondiale antiliberista. Nella stessa giornata, il Comitato organizzatore comunica che gli iscritti/e al Forum hanno raggiunto la cifra-record di 80 mila.

27 gennaio Sia l’Assemblea tematica sul lavoro sia quella contro la guerra accolgono favorevolmente la proposta della delegazione italiana, presentata da Bernocchi e Bolini, di estendere la mobilitazione europea contro la guerra in Iraq del 15 febbraio prossimo anche agli altri continenti, a partire dall’America Latina.

28 gennaio  Si conclude il FSM con l’Assemblea dei Movimenti sociali, che approva la proposta italiana di rendere il 15 febbraio giornata mondiale contro la guerra con manifestazioni in tutte le città. La manifestazione di piazza finale ha numeri ridotti rispetto a quelli dell’apertura, a causa della partenza della maggior parte delle delegazioni.

7 febbraio   A Bruxelles seconda assemblea preparatoria del FSE di Parigi. La delegazione italiana relaziona sul FSM, sulla imminente mobilitazione mondiale del 15 febbraio, e fa approvare definitivamente la struttura organizzativa che porterà al FSE di novembre, attraverso Assemblee trimestrali e con frequenza più ravvicinata dopo l’estate.

15 febbraio Oltre ogni previsione la partecipazione italiana e mondiale alla giornata di mobilitazione contro la imminente guerra USA (e alleati) all’Iraq. A Roma viene diffusa la cifra di tre milioni di partecipanti, anche se la valutazione più realistica può avvicinarsi al milione e mezzo  che la rende comunque la più grande manifestazione mai tenuta in Italia nel dopoguerra. Ancora più sbalorditiva la partecipazione mondiale: un migliaio di cortei nelle principali città, per una cifra globale di manifestanti intorno ai 100 milioni, insomma “il corteo più globale della storia”. Il New York Time giudica il Movimento la “seconda potenza mondiale”, con una iperbole eccessiva: però  nella storia dell’umanità non si ha traccia di una giornata di protesta e di lotta di queste dimensioni. Il corteo di Roma, aperto dallo striscione “Fermiamo la guerra senza se e senza ma” e sostenuto dai leader del movimento (tra i quali il portavoce COBAS che aveva lanciato la proposta nel FSE di Firenze, riuscendo poi farla estendere globalmente dal FSM), straripa in tutta la città e buona parte dei manifestanti non riesce neanche ad avvicinarsi a Piazza S. Giovanni ove si conclude il  corteo con una serie di interventi politici e spettacolari.

26 febbraio   Dopo tre giorni di azione, bloccando nella zona di Pisa i treni provenienti dalla base militare USA di Camp Darby che trasportano materiale bellico, manifestazione a Pisa promossa dai COBAS e dal MAT. Almeno 15 mila in piazza, più di 5 mila dietro gli striscioni COBAS.


2 marzo   Scontro a fuoco su un treno tra agenti di polizia e due esponenti delle Nuove Brigate Rosse, Nadia Lioce e Mario Galesi, considerati responsabili tra l’altro dell’uccisione del giurista Massimo D’Antona nel 1999. Galesi resta ucciso nella sparatoria.

8 marzo   Manifestazione di decine di migliaia di persone, promossa da COBAS, MAT e dalla rete Fermiamo la guerra, che circondano la base militare di Camp Darby, contro le sempre più incalzanti minacce di invasione dell’Iraq, nonché contro la partecipazione dell’Italia alla guerra imminente.

9 marzo  Pesante provocazione del quotidiano Libero contro il portavoce COBAS  a cui vengono dedicate le prime tre pagine del giornale per dimostrare la sua vicinanza al terrorismo e alle Brigate Rosse. Lo spunto usato parte dallo scontro a fuoco tra polizia e brigatisti del 2 marzo e dall’uccisione di Galici e dal rinvenimento nel 1997 di un suo foglio di appunti dove compariva la scritta “Bernocchi taglio capelli”. Su tale risibile traccia avevano indagato i ROS dei Carabinieri, dopo l’uccisione di D’Antona, facendo pedinare e intercettare telefonicamente il portavce COBAS per alcuni mesi. Dopodiché l’inchiesta era finita nel nulla, salvo venir riesumata sfacciatamente da Libero. Forte protesta dei COBAS e del Coordinamento italiano FSE che, in un documento firmato dai principali responsabili del movimento, condanna la provocazione del quotidiano diretto da Vittorio Feltri e chiede che il Parlamento indaghi sulle attività dei ROS.

12 marzo   Il Senato approva definitivamente la riforma Moratti della scuola, anche se i decreti attuativi completi non si avranno, per esplicita ammissione della ministra, prima di due anni. La decisione rafforza la mobilitazione verso lo sciopero generale della scuola indetto per il 24 marzo da COBAS e altri sindacati di base, oltre che da Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda.

20 marzo  Nella notte, parte l’attacco statunitense all’Iraq con i primi bombardamenti che accompagnano l’invasione dell’esercito USA e degli alleati, italiani compresi. Immediata reazione di forte protesta in Italia, Europa, Stati Uniti, soprattutto. In molte città italiane, si susseguono cortei, sit-in, manifestazioni di centinaia di migliaia di persone. A Roma nel pomeriggio del 20 un grande corteo si dirige verso l’ambasciata USA ma viene fermato dalle alte grate a protezione dell’ambasciata. I COBAS danno copertura ai lavoratori/trici che scioperano contro la guerra.

22 marzo Grandi manifestazioni contro la guerra in Italia e nel resto del mondo. A Roma il centrosinistra dell’Ulivo contrappone alla manifestazione già decisa da tempo (appena la guerra fosse esplosa) dal FSE e dalla rete “Fermiamo la guerra” un’altra iniziativa stanziale a P. del Popolo. Il PRC, per bocca del suo segretario Bertinotti, garantisce agli altri partiti del centrosinistra che i “no-global” confluiranno a P. del Popolo. Però, malgrado le pressioni di Bertinotti, COBAS e Disobbedienti rifiutano la subordinazione al centrosinistra e mantengono il corteo previsto al centro di Roma. E sul piano numerico, almeno 70 mila nel corteo di movimento con COBAS e Disobbedienti, non più di 15 mila nella manifestazione dei partiti di centrosinistra. Tra le più rilevanti mobilitazioni internazionali, da citare i 200 mila in piazza a New York. I COBAS, preso atto della non volontà dei sindacati della CES di convocare uno sciopero unitario europeo contro la guerra, indicono, insieme ad altri sindacati di base, lo sciopero generale in Italia per il 2 aprile.

24 marzo Sciopero generale della scuola per il ritiro della riforma Moratti, per il rinnovo del contratto scaduto da 14 mesi con significativi aumenti salariali, per l’assunzione stabile dei precari, contro la guerra in Iraq, convocato dai COBAS e dagli altri sindacati-scuola. Circa il 60% dei docenti ed Ata in sciopero, una decina di manifestazioni in tutta Italia con un’ampia partecipazione degli studenti. A Roma il corteo di circa 30 mila persone arriva a pochi metri da Palazzo Chigi.

2 aprile  Sciopero generale di tutto il lavoro dipendente per fermare la guerra in Iraq, il ritiro delle truppe e di quelle italiane in particolare, indetto dai COBAS e dal restante sindacalismo di base. Circa un milione di scioperanti in tutta Italia, oltre 150 mila in piazza in 16 città, 15 mila a Roma.

12 aprile  Manifestazione nazionale a Roma per il “cessate il fuoco” in Iraq e il ritiro delle truppe, indetta dal movimento “no global”, da quello “no war”, dalla Cgil ai COBAS, dalla Fiom all’ARCI. Almeno 500 mila persone invadono la zona del Circo Massimo per i comizi finali.

24 aprile    A Berlino 4 giorni di Assemblea per la preparazione del FSE di Parigi. Si fa il punto sulla mobilitazione europea contro la guerra sulla base di una relazione di Piero Bernocchi, a nome della delegazione italiana, essendo l’Italia considerata l’avanguardia europea di questa lotta, e sull’impostazione generale del Forum. Vengono definiti i temi dei seminari e gli assi delle plenarie.

7 maggio  Guglielmo Epifani, eletto segretario generale della Cgil, impegna, seppure in extremis, l’organizzazione a sostenere il referendum – promosso dal PRC, la Fiom, i COBAS, l’ARCI, i Verdi, il movimento “no global” e altri – per l’estensione dell’art.18 che si svolgerà il 15-16 giugno.

30-31 maggio e 1 giugno   A Evian e Ginevra manifestazioni e scontri di piazza con la polizia da parte di parecchie migliaia di manifestanti contro il vertice del G8. Significativa presenza degli italiani, compresi i COBAS. Nell’ultima giornata due grandi cortei, uno partito dalla Francia (Annemasse) e uno dalla Svizzera (Ginevra) si incontrano alla frontiera, almeno centomila persone.

16 giugno  Per il referendum sull’art.18 vanno a votare quasi 11 milioni di cittadini/e, pari al 25,7%. I favorevoli all’estensione della difesa dai licenziamenti per i lavoratori/trici di ogni unità produttiva sono l’87,3%, ma il quorum non viene raggiunto. Hanno pesato negativamente l’annullamento del quesito referendario contro la parità tra scuola pubblica e privata e di altri tre ambientali, nonché la posizione ostile del centrosinistra e l’intervento tardivo della Cgil.

19-20 luglio  A due anni dall’anti-G8 di Genova e dall’uccisione di Carlo Giuliani, delle violenze poliziesche in piazza, alla scuola Diaz e nella caserma Bolzaneto, assemblea dei Social Forum italiani per programmare le iniziative dell’autunno, verso il Forum Europeo di Parigi. La manifestazione finale porta in piazza circa 15 mila persone, con una buona presenza COBAS.

4-5-6 settembre  Tre giorni “per un’altra Europa” nel Controvertice di Riva del Garda ove si tiene il vertice dei ministri dell’UE per decidere sulla Costituzione europea. Scontri tra polizia e manifestanti, nei dibattiti forti polemiche da parte di COBAS e Disobbedienti nei confronti del cambio di linea annunciato da Bertinotti e dal PRC durante l’estate, verso un accordo con il centrosinistra contro Berlusconi. 10 mila manifestanti nel corteo che chiude il Controvertice.

14 settembre  Il vertice del WTO a Cancun si chiude con un fallimento. Nessun accordo viene raggiunto, ed è evidente l’influenza che il movimento altermondialista ha avuto nel provocare l’insuccesso del tentativo delle grandi potenze di imporre ancor più liberismo ai paesi più deboli.

26 settembre    Manifestazioni in 20 città indette dal Coordinamento Difesa del tempo pieno, dai COBAS e dalla Cgil contro la cancellazione del Tempo pieno alle elementari e per il ritiro della riforma Moratti. A Roma, al MIUR, per la prima volta COBAS e Cgil manifestano insieme.

27-28 settembre Ultima assemblea preparatoria del FSE di Parigi. Oltre a definire gli ultimi dettagli dell’imminente Forum, la discussione si centra sul Forum successivo. La delegazione francese insiste su una periodicità di due anni, mentre la delegazione italiana propone il mantenimento della cadenza annuale e, tenendo conto delle candidature di Inghilterra e Grecia, un abbinamento per il 2004 e 2005 tra le due, dando la precedenza alla sede che avrà bisogno di minor tempo per preparare il Forum.

4 ottobre  In occasione del vertice tra capi di Stato e di governo della UE per il varo della Costituzione europea, a Roma manifestazione indetta dal movimento no-global, dai COBAS (alla testa del corteo), dai Disobbedienti, dal PRC e varie altre forze “per un’Europa sociale, solidale, dei popoli e della pace” con almeno 20 mila persone. Cariche della polizia con una decina di feriti, 47 fermati e 2 arresti tra i manifestanti. In piazza, in un’altra zona, anche Cgil-Cisl-Uil.


24 ottobre    I COBAS estendono a tutta la giornata lo sciopero di 4 ore già indetto da Cgil-Cisl-Uil contro le politiche economiche e sociali del governo Berlusconi e convocano una manifestazione nazionale a Roma anche per il ritiro della riforma Moratti, la difesa del Tempo pieno e contro le leggi sul precariato (legge Biagi e pacchetto Treu). 30 mila in corteo.

25 ottobre – 5 novembre  Il giorno dopo lo sciopero, forte provocazione di buona parte della stampa e TV nei confronti dei COBAS accusati di solidarizzare, durante la manifestazione, con le Brigate Rosse per l’arresto, avvenuto il 23, di alcuni loro esponenti, in realtà mescolati in una “retata” che ha coinvolto militanti estranei alle BR, poi rilasciati. La provocazione culmina in un’intervista di Repubblica a Piero Bernocchi, il cui titolo travisa pesantemente il contenuto, al seguito di una forte polemica, esplosa sui principali mass-media, con Sergio Segio, ex-leader di  Prima Linea, che aveva denunciato una presunta collusione dei COBAS e dei Disobbedienti con le BR nel movimento no-global e nel sindacalismo di base. La polemica tiene banco fino al 5 novembre quando in una trasmissione di Porta a Porta, il portavoce COBAS smonta la provocazione senza che gli altri ospiti (Brutti, Cicchitto e Sacconi) o il conduttore Bruno Vespa riescano a replicare.

12-16 novembre  Il secondo FSE inizia a Parigi il 13, ma alla vigilia arriva la notizia dell’attentato in Iraq alla caserma dei carabinieri a Nassiriya con 17 morti tra i militari. La delegazione italiana riunita in Assemblea si sposta all’Ambasciata italiana per chiedere il ritiro delle truppe. 200 persone davanti all’Ambasciata vengono caricate dalla polizia. Poco dopo, però, una delegazione viene ricevuta dall’ambasciatore. Il giorno dopo, gli iscritti/e al Forum non raggiungono le cifre di Firenze ma superano comunque le 40 mila unità. Notevole presenza italiana, oltre 3000 persone. La Plenaria più partecipata (4 mila persone) è quella sul rapporto tra i partiti e il movimento altermondialista, con Olivier Besancenot, segretario della LCR, Marie-George Buffet, segretaria del PCF, Piero Bernocchi, portavoce COBAS e Elio di Rupo, ex-ministro belga, socialista. Nell’Assemblea finale la delegazione italiana propone: 1) di manifestare contro la guerra il 20 marzo 2004, ad un anno di distanza dall’invasione dell’Iraq; 2) di mantenere la periodicità del FSE annuale; 3) di assegnare a Inghilterra (2004) e Grecia (2005) le due prossime edizioni. Le proposte sono accolte. Alla manifestazione finale partecipano 100 mila persone.

22 novembre  Manifestazioni contro la guerra in Iraq e per il ritiro delle truppe italiani si svolgono in tutta Italia. A Roma la mobilitazione si intreccia, grazie al contributo dei COBAS e di altre strutture del sindacalismo di base, con quella contro la precarietà e per il reddito sociale, con la parola d’ordine “Guerra per nessuno, reddito per tutti”. 15 mila persone in corteo.

29 novembre  Il Coordinamento nazionale in difesa del Tempo Pieno e i COBAS promuovono due manifestazioni, una per il Nord Italia (a Bologna) e una per il Sud (a Napoli), in difesa del Tempo Pieno e per il ritiro della riforma Moratti, mentre Cgil, Cisl e Uil manifestano sugli stessi obiettivi a Roma. La manifestazione più partecipata è quella di Bologna con 40 mila persone.

13-14 dicembre   Prima Assemblea preparatoria per il FSE di Londra del 2004. Si registra una forte polemica tra varie strutture di base (che si autodefiniscono “orizzontali”) e il Socialist Worker’s Party, principale “sponsor” della scelta di Londra, sostenuto da alcuni sindacati che, però, non assicurano per ora sostegno e finanziamenti adeguati, né alleanze sufficienti.

2004

9 gennaio  Il Coordinamento nazionale di lotta degli Autoferrotranvieri, con il sostegno dei COBAS e di altri sindacati di base, promuove lo sciopero nazionale dell’intera giornata contro il pessimo contratto (scaduto da 2 anni) firmato da Cgil-Cisl-Uil. Lo sciopero ha un successo straordinario, con medie dell’80% di partecipanti nelle principali città. Grande visibilità mediatica, forte attacco governativo al diritto di sciopero, ma nelle numerose trasmissioni televisive sul tema, con la presenza dei COBAS, emerge con evidenza chi in questo momento rappresenta davvero la categoria e chi sono i responsabili del furto di democrazia sindacale ai loro danni.

10 gennaio Seminario nazionale del movimento no-global in preparazione della Assemblea nazionale del 7-8 febbraio (a Bologna) e in vista del FSM di Mumbay. Otto tavoli tematici e vivace discussione sulle questioni della guerra, della cosiddetta “spirale guerra-terrorismo” evocata dal PRC in contemporanea con il suo riavvicinamento al centrosinistra, e dell’impostazione generale della manifestazione nazionale del 20 marzo per il ritiro delle truppe dall’Iraq. Per chiarire le divergenze esistenti nel movimento su questi temi, COBAS, Disobbedienti, Attac e Sinistra Critica decidono di scrivere un documento unitario da far circolare prima dell’Assemblea di Bologna.

16 gennaio  Esce, ed ha ampia circolazione sulla stampa (che parla di “spaccatura” nel movimento) il documento Di fronte al potere violento non basta dirci non-violenti, polemico nei confronti delle componenti del movimento  legate al centrosinistra ma anche nei riguardi della nuova linea del PRC. E’ firmato da Piero Bernocchi per i COBAS, da Luca Casarini per i Disobbedienti, da Marco Bersani per Attac e da Salvatore Cannavò in qualità di vice-direttore di Liberazione.

17 gennaio  Manifestazione nazionale in difesa del Tempo Pieno e prolungato e per il ritiro della legge Moratti, convocata da un ampio arco di forze, dalla Cgil e Cisl ai COBAS e al Coordinamento in difesa del tempo pieno e prolungato, dal PRC ai Verdi e all’ARCI. 60-70 mila in piazza a Roma.

30 gennaio Nuovo sciopero nazionale degli autoferrotranvieri, che seppure non dilagante come quello del 9 gennaio, raggiunge comunque ragguardevoli medie del 50% nelle principali città.


7-8 febbraio  Cinquecento persone partecipano all’Assemblea nazionale. Forte polemica sui tutti i temi in ballo, soprattutto da parte dei COBAS e dei Disobbedienti verso le aree più legate al centrosinistra, accusate, includendovi anche il PRC dopo la “svolta pacifista”, di essere subordinati alla politica politicista in vista della costruzione di un cartello elettorale antiberlusconiano includente anche il PRC, e di voler sottacere il diritto del popolo iracheno alla resistenza contro le truppe occupanti, e l’enfasi sul tema della non-violenza di fronte ad un movimento che da Genova in poi la violenza l’ha solo subita. Per la manifestazione del 20 marzo, COBAS e Disobbedienti propongono che non vengano accettati i parlamentari che non voteranno per il ritiro delle truppe dall’Iraq. L’Assemblea si riconosce, a larga maggioranza, in tali posizioni.


17 febbraio  Mobilitazione nazionale delle Università contro la riforma Moratti. A Roma si realizza alla Sapienza una stretta alleanza tra COBAS, universitari e ricercatori in lotta. L’Assemblea di ateneo, convocata da Cgil, Cisl e Uil, viene “invasa” da duemila manifestanti che la utilizzano per lanciare una giornata di lotta unitaria che unifichi tutta l’Istruzione, dalla Materna all’Università.

1 marzo  Sciopero nazionale della scuola convocato da COBAS e da altri sindacati di base .per il ritiro del decreto Moratti su scuola elementare e media. Decine di migliaia in piazza in 20 città.

2 marzo  Duemila persone circondano il Tribunale di Genova per l’inizio del processo contro i 26 arrestati a Genova per l’antiG8. Gli ex-portavoce del GSF pubblicano un documento in cui si dichiarano responsabili di quanto accaduto nel Controvertice.

4 marzo Mobilitazione nelle principali Università italiane contro la riforma Moratti. A Roma migliaia di studenti occupano il Rettorato della Sapienza. I COBAS portano la solidarietà della scuola e propongono una giornata di sciopero comune con manifestazioni in tutta Italia.

6-7 marzo Assemblea a Londra del Forum Sociale Europeo per avviare la prossima edizione di Londra. Ancora forti polemiche tra “orizzontali” e partiti come il SWP e sindacati come l’RMT (ferrovieri), intenzionati a non dare spazio alle strutture di base. Per trovare una mediazione, lavora una Commissione con due rappresentanti della delegazione italiana (uno dei COBAS), due francesi, uno del SWP e degli “orizzontali” che infine si accordano sul documento programmatico.

10 marzo  Il governo Berlusconi conferma il finanziamento della missione di guerra italiana in Iraq. DS e Margherita si astengono. COBAS e Disobbedienti elaborano una dichiarazione affermando che non è accettabile la presenza, alla manifestazione del 20 marzo per il ritiro delle truppe, di chi non ha votato contro la missione e in particolare dei segretari DS e della Margherita, Fassino e Rutelli, che invece hanno annunciato la loro presenza.

11 marzo  Terrificante attentato alla stazione di Atocha a Madrid con oltre 200 morti, realizzato da terroristi legati probabilmente ad Al Qaeda. In Italia il centrosinistra ne approfitta per esigere un cambio radicale nella piattaforma della manifestazione del 20 marzo, mettendovi al centro l’attacco al terrorismo e non agli USA e ai loro alleati che occupano l’Iraq. Ne segue una seconda dichiarazione comune di COBAS e Disobbedienti che ribadiscono come non sia “gradita la presenza dei parlamentari che non hanno votato per il ritiro delle truppe”. Su tale dichiarazione si apre una aspra polemica con la parte degli organizzatori che non vorrebbe veti a tale presenza. In ogni caso Fassino e Rutelli confermano la loro presenza alla manifestazione.

20 marzo Enorme presenza a Roma alla manifestazione per il ritiro delle truppe dall’Iraq, tutti gli organi di informazione parlano di un milione di persone. Ma fa notizia la forte contestazione a Fassino, il quale, invece di inserirsi nei settori più “moderati” del corteo, provocatoriamente si infila con un servizio d’ordine aggressivo tra COBAS e Disobbedienti. Un po’di parapiglia ma soprattutto fischi, slogan duri e inviti ad andarsene che dopo un po’ raccoglie uscendo dal corteo e facendo dichiarazioni di fuoco anche nei confronti dei partiti a sinistra dei DS che non lo hanno difeso.

26 marzo  Per tutta la settimana su stampa e TV domina la polemica dei DS contro COBAS, Disobbedienti ma anche PRC e PdCI. Pure all’interno del movimento no-war esplodono contrasti, anche perché, raccogliendo voci di parte DS, alcune “icone” del pacifismo come Zanotelli, Ciotti e Gino Strada (che pure aveva definito “criminali politici” i DS) avevano firmato un comunicato contro “la stolta e violenta aggressione a Fassino”. Bernocchi su “Liberazione” li critica per la disinformazione e descrive le modalità della provocazione DS, subendo a sua volta un duro attacco per “lesa maestà”. Ma il 29 nella riunione del Comitato nazionale “Fermiamo la guerra”, promotore dalla mobilitazione, le posizioni di COBAS e Disobbedienti risultano maggioritarie.

16-18 aprile  Ad Istanbul terza assemblea preparatoria per il FSE di Londra. Ancora piuttosto confuso il quadro degli effettivi promotori del FSE, per il momento limitati ad un asse tra il partito trozkista SWP e alcuni sindacati (o correnti di essi). Anche sul piano finanziario si è parecchio indietro, tanto più che, a differenza di Roma e Parigi, a Londra le aule per riunioni e assemblee andranno pagate. Comunque, malgrado lo scetticismo diffuso, l’organizzazione fa passi in avanti.

25 aprile  In tutta Italia la giornata assume un forte connotato contro la guerra in Iraq. Rilevante il corteo romano con una forte presenza COBAS. Intanto in Iraq la guerriglia prende tre italiani in ostaggio e chiede per il rilascio che in Italia si manifesti contro la guerra. Il movimento no-war  sottolinea come la mobilitazione anti-guerra italiana sia la più forte del mondo da mesi e come non sia disponibile a farsi dettare le scadenze da ricatti del genere.

15 maggio   Manifestazione nazionale indetta dai Coordinamenti delle scuole (in difesa del Tempo Pieno) e dell’Università, oltre che dai COBAS (che hanno promosso anche lo sciopero delle scuole) e dalla Cgil, contro la riforma Moratti. Al corteo partecipano anche il segretario DS Fassino e quello Cgil Epifani. Circa 30 mila persone in piazza con netta prevalenza della componente COBAS.

26 maggio   In vista della manifestazione del 4 giugno contro la venuta del presidente USA Bush a Roma, il questore di Roma incontra i COBAS che, a nome del Comitato “Fermiamo la guerra”, avevano contrattato un corteo che, attraversando il centro e passando per P. Venezia, si concludesse a Porta S. Paolo. Nella riunione, il questore comunica il divieto di attraversamento di V. dei Fori Imperiali e di P. Venezia. E i COBAS dichiarano alle agenzie che la manifestazione si svolgerà con l’itinerario già concordato. Inizia un braccio di ferro per tutta la settimana, che fa salire enormemente la tensione mediatica, con tutti i giornali e le TV che pre-annunciano scontri e caos in città per il 4 giugno. Infine, il prefetto Serra, passato da Firenze a Roma, applica il “metodo Forum” e invita la questura ad autorizzare il transito per P. Venezia.

2 giugno  In occasione della parata militare per la festa della Repubblica, contestazioni alla “parata di guerra” sui principali ponti di Roma e nella zona della parata ad opera prevalentemente del Comitato Fermiamo la guerra, dei COBAS, dei Disobbedienti e del PRC. Manifestazioni per il ritiro delle truppe dall’Iraq anche in molte altre città.

4 giugno  Grande mobilitazione contro la presenza di Bush a Roma. In mattinata, il corteo organizzato dai COBAS (da Testaccio a P. Venezia) di duemila persone diventa l’epicentro dell’attenzione mediatica e politico-istituzionale a causa di un inaccettabile slogan urlato da alcuni giovanissimi contro i carabinieri. Il “10, 100, 1000 Nassiriya”, richiamante la strage dei militari italiani, rimbalza su tutte le agenzie, news, radio e televisioni e suscita violentissimi attacchi contro i COBAS che, per bocca del portavoce Bernocchi, dovranno passare tutta la giornata a ribadire la loro estraneità a tale slogan, ma replicando pure con un forte attacco contro la “vigliaccheria” del centrosinistra, ripreso con grande spazio da tutti i mass-media. Nel pomeriggio, comunque, 70-80 mila persone (di cui circa un quarto nello spezzone COBAS) attraversano la città e, pur con qualche scaramuccia, la giornata si conclude pacificamente, con un grosso successo politico delle forze che più avevano voluto la manifestazione (COBAS, Disobbedienti e PRC). Smacco generale dei DS e della Margherita che avevano boicottato la manifestazione e che per tutta la giornata hanno speculato sullo slogan e sull’attacco ai COBAS.

17-20 giugno   A Berlino Assemblea preparatoria del FSE di Londra. Nei giorni precedenti era circolato un documento riservato del movimento italiano fortemente polemico con gli organizzatori inglesi e con il SWP e i sindacati coinvolti, per la non volontà di questi ultimi di essere inclusivi soprattutto verso le strutture di base, gli “orizzontali”. Il documento riporta a più miti consigli i “verticali” e ci si accorda sulla creazione di spazi autonomi  per le strutture di base e sull’ampliamento delle “plenarie” e dei seminari.

6 settembre  In Iraq vengono rapite due militanti della ong “Un ponte per..”, Simona Torretta e Simona Pari, insieme a due collaboratori iracheni. Immediata mobilitazione in tutta Italia.

10 settembre  A Roma manifestazione-fiaccolata per la liberazione delle “due Simona”, 20 mila persone in corteo, buona presenza COBAS.


13 settembre    Ultima riunione per il programma del FSE di Londra. Accesa discussione per la presenza nelle Plenarie, cioè nei dibattiti più visibili e partecipati. La delegazione italiana vi ottiene la maggior inclusione (in qualità di relatori/trici o coordinatori/trici) dopo gli inglesi.

18 settembre  Giornata nazionale di mobilitazione per le “due Simona” e gli altri rapiti. A Roma, pur con l’attenuante della forte pioggia, solo poco più di mille persone, ma con una nutrita presenza COBAS, in piazza che comunque riescono ad arrivare fino a Palazzo Chigi, dopo vari “fronteggiamenti” con la polizia.

28 settembre   Liberazione in Iraq delle “due Simona” e degli altri. Grande festa a Roma e in Italia.

13-17 ottobre  A Londra si svolge dal 15 al 17 ottobre il terzo FSE, preceduto da due giorni di riunioni per appianare i contrasti tra SWP, sindacati e il sindaco di Londra Livingstone da una parte e gli “orizzontali” dall’altra. Il Comitato inglese non chiarisce come sarà l’ultima giornata, il corteo e il palco finale. La partecipazione è inferiore a Firenze e Parigi, non più di 20 mila gli iscritti/e, più scomode e limitate le sale. Forte scontro per la venuta di Livingstone il 16: gli “orizzontali” minacciano di non farlo entrare e il SWP vuole chiamare la polizia. La mediazione è affidata ai COBAS, stimati dagli “orizzontali”, che convincono il SWP ad evitare la presenza del sindaco. Le mediazioni, però, non bastano nella manifestazione finale con 50 mila presenti. Durante alcune azioni collaterali, la polizia ferma 9 manifestanti tra cui due italiani. Dal palco, “requisito” dagli inglesi che non fanno parlare nessun altro europeo, non si vuole neanche dare notizia dei fermi e si permette alla polizia di caricare chi protesta. COBAS e Disobbedienti fanno comunicati di forte attacco agli organizzatori inglesi. L’Assemblea finale decide varie mobilitazioni. Quelle centrali saranno una manifestazione europea contro la guerra e le politiche liberiste a Bruxelles il 19 marzo e manifestazioni nazionali contro la guerra il 20, secondo anniversario dell’invasione dell’Iraq. La prossima edizione del FSE si svolgerà ad Atene nella primavera 2006.


21 ottobre  Forti contrasti nel Comitato “Fermiamo la guerra”, organizzatore della manifestazione del 30 ottobre contro la guerra, tra chi vuole definire “terrorismo” la resistenza armata irachena e chi, come i COBAS, sostiene il “diritto alla resistenza”.

30 ottobre  A Roma 40 mila in corteo nella manifestazione nazionale per il ritiro delle truppe dall’Iraq e la fine della guerra. Il grosso dei manifestanti è rappresentato dalla Cgil, COBAS, PRC e Arci. Malgrado le divergenze, la mobilitazione riesce ad offrire un quadro relativamente unitario.

15 novembre Sciopero generale della scuola contro la riforma e i decreti attuativi Moratti, convocato dai COBAS, Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Unicobas. La proposta dei COBAS di svolgere una manifestazione nazionale unitaria a Roma con pari dignità tra le organizzazioni viene respinta da Cgil-Cisl-Uil. Il corteo gestito dai COBAS è più partecipato (50 mila persone), oltre che più vivace e colorato, di quello Cgil-Cisl-Uil (40 mila). Ottima la partecipazione allo sciopero,  intorno al 60%.

27 novembre  A Cosenza manifestazione nazionale in difesa dei 13 attivisti del Sud Ribelle, COBAS e Disobbedienti che verranno processati, a partire dal 2 dicembre, al Tribunale di Cosenza per le assurde accuse di “cospirazione mediante associazione sovversiva” all’anti-G8 di Genova, che li portarono in carcere nel novembre 2002. Il corteo, guidato dai COBAS, vede in piazza almeno 20 mila persone.

2005

14-16 gennaio    A Bruxelles Assemblea europea in preparazione del FSE di Atene (primavera 2006). Temi principali, la riforma del Forum Europeo, sulla base della proposta (che viene approvata) della delegazione italiana e dei COBAS che le Assemblee preparatorie divengano anche la sede per promuovere iniziative europei per i mesi successivi; e le mobilitazioni del 19 marzo contro la guerra nelle principali capitali europee e quella, nella stessa giornata, contro le politiche liberiste della UE, promossa in primo luogo dai sindacati della CES. Viene poi respinta la proposta della delegazione francese di dare vita ad una Segreteria permanente del FSE che operi tra una Assemblea e la successiva.

26-30 gennaio  A Porto Alegre quarta edizione del Forum Sociale mondiale con un record di partecipanti, oltre centomila. La delegazione italiana, includente i COBAS, propone nell’Assemblea finale dei Movimenti che il 19 marzo, già decisa dal FSE come giornata di mobilitazione europea per il ritiro delle truppe dall’Iraq, diventi giornata mondiale: la proposta viene approvata. Molte critiche in vari seminari e plenarie alla politica di Lula e del PT brasiliano, trionfo invece per Chavez, intervenuto per dichiarare la propria sintonia con il FSM. Si decide che la prossima edizione del FSM sarà policentrica, con tre eventi, uno a Caracas, uno in Asia e uno in Africa.

4 febbraio   In Iraq gruppi armati non meglio identificati rapiscono Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto. Immediata mobilitazione in tante città italiane, a partire da Roma.

12 febbraio  Mobilitazioni in 30 città nel “No Moratti Day” per la cancellazione delle riforme Moratti della scuola e dell’Università promosse dal Tavolo Fermiamo la Moratti, dal Coordinamento in difesa del tempo pieno, dai COBAS, che convocano anche lo sciopero, e dalla Cgil.


19 febbraio   Manifestazione nazionale a Roma per chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena, 200 mila in corteo, un migliaio nello spezzone COBAS.


25-27 febbraio   Assemblea preparatoria per il FSE di Atene. Polemiche tra la delegazione italiana e quella francese su quale debba essere l’impegno principale per il 19 marzo, tra le iniziative per il ritiro delle truppe dall’Iraq o la manifestazione a Bruxelles della CES. Si decide anche, su proposta COBAS, una mobilitazione della scuola nelle principali città europee in occasione del vertice dei ministri europei dell’istruzione (13-14 maggio a Berghem, in Norvegia).
3-6 marzo Congresso nazionale del PRC. COBAS e Disobbedienti vi portano la polemica delle componenti più radicali del movimento no-global e no-war contro la svolta moderata di Bertinotti e del PRC (governo post-elettorale con il centrosinistra, campagna pretestuosa sulla non-violenza, amplificazione del tema terrorismo, rottura ricercata con le aree legate ai COBAS e ai Disobbedienti).


5 marzo  In Iraq viene liberata Giuliana Sgrena ma l’auto che la riportava all’aeroporto viene attaccata da reparti USA che uccidono Nicola Calipari, funzionario del SISMI, che ne aveva trattato la liberazione. Manifestazioni in varie città contro l’omicidio statunitense, a Roma immediato sit-in all’ambasciata USA, convocato dai COBAS e da altre componenti del movimento no-war.

18 marzo  Sciopero nazionale della scuola convocato dai COBAS e da altre strutture del sindacalismo di base per il ritiro della riforma Moratti e per un contratto degno, con consistenti aumenti salariali. Manifestazioni in 20 città, a Roma 10 mila in corteo.

19 marzo   In molte città del mondo manifestazioni per il ritiro delle truppe dall’Iraq e la fine della guerra, come deciso nel FSM di Porto Alegre e nel FSE di Londra. A Roma 30 mila persone in piazza, scontri marginali con la polizia ma alla fine, come voluto dai COBAS, i manifestanti riescono ad arrivare a Palazzo Chigi,

di fronte alla sede del governo.
14 maggio   Manifestazione nazionale a Roma per il ritiro della riforma Moratti, indetta dal Tavolo Fermiamo la Moratti, dai COBAS, Cgil e Uds. 20 mila in piazza, prevalgano le bandiere COBAS e, a seguire, quelle Cgil.

2 giugno  A Roma la contro-manifestazione del movimento no-war per esprimere l’opposizione alla tradizionale parata militare, mentre prosegue l’invasione dell’Iraq, viene attaccata proditoriamente dalla polizia, malgrado ci si trovi a parecchi km dl centro. Il pretesto usato è uno striscione di attacco al ministro degli Interni Pisanu. Alcuni feriti tra i manifestanti.


15 ottobre Manifestazione nazionale a Roma contro la direttiva Bolkestein (dal nome del promotore) sulla liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici, in contemporanea con altre iniziative in tutta Europa contro la direttiva, Trentamila in corteo, con i COBAS protagonisti.

25 ottobre Mentre in Parlamento si vota la riforma Moratti per l’Università, manifestazione nazionale degli studenti universitari che per 12 ore assediano Palazzo Chigi con almeno 30 mila persone: Bernocchi porta la solidarietà e il sostegno dei COBAS e chiede l’intervento dei parlamentari per fermare inspiegabili cariche poliziesche che feriscono almeno otto studenti: l’intervento, seppure un po’ tardivo, evita comunque che i danni ai manifestanti siano anche maggiori.
25 novembre Lo sciopero nazionale, inizialmente convocato da Cgil, Cisl e Uil per 4 ore e per un’ora nella scuola, viene esteso all’intera giornata dai COBAS che lo promuovono contro la Finanziaria e le politiche economico-sociali del governo Berlusconi, per la cancellazione del pacchetto Treu che ha provocato il dilagare della precarizzazione, per l’abolizione delle riforme Moratti per scuola e università e della direttiva Bolkestein. Due manifestazioni nazionali: 50 mila in piazza con i COBAS e altrettanti con Cgil, Cisl e Uil.

29-30 novembre  Almeno diecimila a Venaus per impedire lo sgombero dei presidi anti-TAV in Val di Susa, con buona presenza COBAS.


5 dicembre   Cariche poliziesche e sgomberi dei presidi in Val Susa.

8 dicembre   Una grande manifestazione nazionale di almeno 30 mila persone occupa nuovamente i terreni sgomberati dalla polizia e ripristina i presidi.

17 dicembre  Ancora una manifestazione nazionale in difesa dei No Tav tra Bussoleno e i presidi con almeno 50 mila persone.

2006

14 gennaio   Migliaia in piazza a Roma in difesa della laicità dello Stato, contro le interferenze del Vaticano nella politica istituzionale, segnatamente in materia di libertà di scelta sessuale. Lo striscione “Ratzinger e Ruini pericolosi impiccioni”, portato dai COBAS, viene sequestrato dalla polizia per “vilipendio a religione di Stato”. Alcuni esponenti COBAS fermati e poi rilasciati.


26-31 gennaio  Forum Sociale Mondiale a Caracas con forte presenza del governo venezuelano e di Chavez in particolare, e di una foltissima delegazione cubana. Il Forum si apre con un grande corteo di decine di migliaia di persone. Molti dibattiti sono attraversati dalla polemica tra i sostenitori dello schieramento con il governo Chavez e con gli altri governi progressisti latinoamericani (Chavez ha proposto un “fronte internazionale anticapitalista”, riservandosene di fatto la direzione) e chi, come gran parte della delegazione italiana con i COBAS in prima fila, riconferma il rifiuto della subordinazione dei movimenti e del FSM nei confronti dei governi “amici”. Polemica che si ripercuote anche nell’Assemblea dei Movimenti sociali, che propone le mobilitazioni unitarie (contro WTO, G8, Banca Mondiale e ALCA) e che è presieduta da Piero Bernocchi. Qualche frizione anche per l’incontro tra una delegazione del FSM e Chavez che parla ininterrottamente per quasi tre ore, in diretta TV, volendosi accreditare come una sorta di leader del Forum.


14 febbraio A Strasburgo manifestazione europea contro la direttiva Bolkestein, gestita dai sindacati della CES. Circa 50 mila in corteo, per l’Italia presenti delegazioni, oltre che di Cgil, Cisl e Uil, di COBAS, Arci e PRC.


18 febbraio  Manifestazione a favore della Palestina. Forte polemica per alcuni slogan su Nassiriya e per un paio di bandiere USA e israeliane che alcuni manifestanti tentano senza grande successo di bruciare (erano di plastica). La polemica dei mass media si rivolge soprattutto contro i COBAS ed alcuni partiti della sinistra radicale (PdCI e PRC in primo luogo).


3-6 marzo  A Berlino ultima Assemblea Europea preparatoria del Forum Sociale Europeo che si terrà ad Atene a maggio. Divergenze vistose sulla Carta Europea, che, come sottolineano i COBAS, sembra sottintendere una accettazione della Costituzione europea bocciata in Francia e Olanda; e sulla concezione dei “grandi eventi” a cui i greci vorrebbero dare centralità nel Forum.


18 marzo  Nel quadro della mobilitazione mondiale contro la guerra in Iraq e per il ritiro delle truppe, dopo una forte polemica tra i COBAS, intenzionati a mantenere il corteo, e il grosso degli altri organizzatori – che, per paura di incidenti, avevano fatto fino all’ultimo pressioni per una manifestazione stanziale – e dopo una estenuante trattativa tra la questura e i COBAS stessi, il corteo registra un grande successo , ben oltre 50 mila persone in piazza, senza il minimo incidente. Il corteo è aperto dai COBAS stessi che garantiscono un efficace e duttile servizio di autotutela.


21-23 marzo  A Nairobi (Kenia) riunione del Consiglio Internazionale del FSM nel quadro dell’organizzazione del prossimo FSM che si terrà appunto in Kenia. Per i COBAS presente Bernocchi, membro italiano del CI FSM.


1 aprile   A Firenze assemblea nazionale del movimento altermondialista sull’imminente FSE in Grecia e sul prossimo FSM di Nairobi. Alla presidenza relazionano sui due avvenimenti Bernocchi e Bolini (ARCI), presenti alle riunioni preparatorie di Berlino e Nairobi. Si costituisce il Coordinamento italiano per il FSM in Kenia.


4-7 maggio   Il 4° Forum Sociale Europeo si svolge ad Atene, circa 25 mila iscritti/e, foltissima la delegazione italiana con circa 2000 presenze. Al centro dei dibattiti soprattutto i temi della lotta per il ritiro delle truppe da Iraq e Afghanistan. Su tali temi, grande interesse per le esperienze italiane di mobilitazione e per il ruolo dei COBAS. Bernocchi è il principale relatore nelle “plenarie” sulla guerra in Iraq/Afghanistan e sulla Palestina, nonché in quella sul rapporto tra i Forum e il movimento anticapitalista. Su sua proposta, viene approvata una settimana di mobilitazione europea contro la guerra, dal 23 al 30 settembre. Nel corteo finale circa 70 mila persone: la testa è affidata alla delegazione italiana e ai COBAS in primo luogo, ma fin dall’inizio è investita dagli scontri tra anarchici e la polizia. Per difendere il corteo, la delegazione italiana e i COBAS si scontrano con i “neri”. Forte polemica nell’Assemblea finale (oltre duemila i presenti) con gli organizzatori greci che non hanno difeso la testa del corteo.

2 giugno  Manifestazione a Roma contro la parata militare, che vede sul palco presente anche Bertinotti, malgrado il movimento “no war” e i COBAS abbiano fortemente polemizzato con il segretario del PRC e neo-presidente della Camera, affinché evitasse tale presenza. Il corteo di protesta, guidato dai COBAS, viene fermato dalla polizia a 500 metri dalla parata.

8 giugno   Sit-in al MIUR organizzato dai COBAS per un confronto con il nuovo ministro Fioroni, il quale si presenta sulle scale del Ministero e ai manifestanti che offrono i gelati della “coppa Fioroni” offre a sua volta bustine di camomilla “per calmare gli animi”.

27 giugno  Prima manifestazione del movimento “no war” contro il nuovo governo di centrosinistra, per chiedere il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e dall’Afghanistan. Oltre 500 persone al sit-in organizzato a Montecitorio da COBAS, Comitato Bastaguerra, PRC e Donne in Nero. Al sit-in partecipano anche molti deputati e senatori della maggioranza governativa.

8 luglio  Assemblea nazionale della coalizione Stop Precarietà, con un ruolo centrale per FIOM, COBAS, ARCI e alcuni centri sociali. Almeno duemila presenti. Viene accettata la proposta dei COBAS di tenere una manifestazione nazionale a novembre non solo contro la Legge 30 e la precarietà ma anche contro le altre due “leggi-vergogna” del governo Berlusconi, la legge Moratti per la scuola e la Bossi-Fini per i migranti.

28 settembre   A Bruxelles Assemblea europea dei Movimenti sociali impegnati nel Forum Sociale Europeo. I COBAS insistono perché non si scinda l’attività decisionale e propositiva dei Movimenti da quella di dialogo e inclusione, anche in assenza di iniziative comuni, dei Forum e delle Assemblee preparatorie del FSE.

30 settembre   Nel quadro europeo delle mobilitazioni contro la guerra decise al FSE di Atene, manifestazione a Roma per il ritiro delle truppe italiane da Iraq, Afghanistan e Libano, promossa dai COBAS e dalle aree più radicali del movimento no-war. Non partecipano invece le componenti pacifiste più moderate, in polemica con i promotori dell’iniziativa, e quelle più legate al governo e alle forze del centrosinistra. Ne risente la partecipazione che non supera le tremila presenze.

2 ottobre   Inizia lo sciopero della fame di tre militanti COBAS per la restituzione del diritto di assemblea nelle scuole. Durerà 16 giorni. Forte polemica con il ministro Fioroni che prima si era impegnato, negli incontri con i COBAS, a ridare la libertà di assemblea, ma poi, timoroso della reazione di Cgil, Cisl e Uil, aveva fatto clamorosa marcia indietro.

25 ottobre   Esplode lo “scandalo” della manchette dei COBAS contro Damiano, ministro del Lavoro del governo Prodi (“No alla Finanziaria ammazza-precari; Damiano, amico dei padroni, vattene”: questo il titolo) pubblicata dal Manifesto, verso la manifestazione sul precariato organizzata per il 4 novembre dai COBAS stessi, insieme a Fiom, PRC, Arci, alcuni centri sociali e una parte della CGIL. La stampa di sinistra attacca duramente i COBAS. Il segretario generale Cgil Epifani chiede alle sue strutture, e anche ad ARCI e PRC, di ritirarsi dall’iniziativa ma lo fanno solo Cgil Scuola e Pubblico Impiego. La grande pubblicità, che dura su tutti i mass media per l’intera settimana, fa lievitare la partecipazione attesa per il 4.

4 novembre  E infatti la manifestazione del 4 novembre a Roma registra una partecipazione enorme, intorno alle 200 mila persone, circa il quadruplo delle attese iniziali e si tramuta in un trionfo dei COBAS che la caratterizzano in maniera netta: tra l’altro portano in piazza con grande consenso striscioni con gli slogan della manchette “incriminata”. Notevole anche la presenza della Fiom e del PRC.  Nel comizio finale parlano otto precari/e, di cui due dei COBAS:

17 novembre  Notevole successo dello sciopero generale, convocato da COBAS e altri sindacati alternativi, contro la Finanziaria, lo “scippo” del TFR, l’aumento delle spese militari, per il ritiro delle truppe dai fronti di guerra , l’abrogazione della legge 30, del pacchetto Treu e della riforma Moratti, per salari europei. Circa un milione e mezzo di scioperanti in tutta Italia e quasi 300 mila in piazza in almeno 30 città: 30 mila a Roma in corteo. Hanno scioperato anche Cgil, Cisl e Uil.

18 novembre   Manifestazione per la Palestina a Roma indetta dal Forum Palestina, dai COBAS, parte del PRC, PdCI e altri, mentre una manifestazione sullo stesso tema, indetta da settori di centrosinistra, si svolge a Milano. 5000 in corteo a Roma, ma fanno clamore alcuni slogan molto pesanti e soprattutto l’incendio di fantocci-simbolo di USA e Israele. Forte polemica dei giornali di sinistra contro i COBAS, accusati di “coprire” la “sinistra imbecille”.

21 novembre   Il Direttivo nazionale della Cgil si riunisce con all’ordine del giorno i rapporti tra alcune importanti strutture della Cgil e i COBAS. La relazione del Segretario generale Epifani è incentrata sull’aut-aut “O con la Cgil o con i COBAS”, contro le posizioni di Cremaschi che aveva espresso solidarietà ai COBAS e della Fiom che non si era ritirata dalla manifestazione del 4 novembre, dopo la manchette COBAS contro Damiano. E’ la prima volta che un Direttivo Cgil è tutto dedicato all’attacco ad un altro sindacato; e si parla apertamente di COBAS, che in passato era vietato nominare, se non con la formula farsesca di “sindacato autonomo”. In tal modo la Cgil fa però molta propaganda ai COBAS di fronte a tutto il mondo politico e sindacale italiano.

2 dicembre  Manifestazione nazionale a Vicenza del movimento “no war” contro l’ampliamento della base militare Nato, inglobandovi l’aeroporto militare. Almeno ventimila persone in piazza.

11 dicembre Sciopero nazionale della scuola, promosso dai COBAS, dallo Snals e da Gilda. Manifestazione dei COBAS al Parlamento contro i tagli alla scuola pubblica e il finanziamento di quella privata, per l’abrogazione della legge Moratti, per un contratto con forti aumenti salariali.

2007

19 gennaio   Manifestazione a Montecitorio per il ritiro delle truppe dai fronti di guerra e per impedire l’allargamento della base Nato di Vicenza (Dal Molin) indetta dai COBAS e dalla parte più radicale del movimento no-war. Partecipano anche alcuni/e parlamentari governativi. Violenta polemica , prima in piazza e poi sulla stampa, tra la senatrice del PRC Lidia Menapace e Bernocchi che la definisce “ex-pacifista vittima di una mutazione genetica” , essendosi convertita, una volta al governo, all’accettazione delle missioni militari e delle basi Nato.

10 febbraio   Manifestazione nazionale del movimento NOVAT (NO Vaticano), indetta dalla rete Facciamo Breccia contro le ingerenze oscurantiste del Vaticano nella politica istituzionale italiana. Diecimila persone a Roma in corteo per la piena laicità dello Stato. Folta presenza COBAS con lo striscione, molto apprezzato, “Ratzinger impone Prodi dispone”.

17 febbraio 150 mila persone in corteo a Vicenza contro la base Dal Molin e contro il governo Prodi che ne consente l’ampliamento. La contestazione contro i partiti di governo, alcuni dei quali presenti al corteo, è molto forte e li divide. E gli effetti sono immediati perché il governo va in minoranza nel voto sulle missioni militari e Prodi si dimette, per poi ritornare però in sella la settimana dopo. Sbandamento in vaste aree del movimento “no war” dopo le dimissioni, quasi solo i COBAS non attenuano la polemica contro il militarismo governativo.

17 marzo   Manifestazione nazionale per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, per impedire l’allargamento del Dal Molin a Vicenza e per la chiusura delle basi Nato, indetta dai COBAS, Cub, RdB, Forum Palestina, Pcl e centri sociali, nella data che ricorda l’invasione dell’Iraq di quattro anni prima. 20 mila in corteo, con in testa i COBAS.

30-31 marzo   A Lisbona Assemblea preparatoria del prossimo FSE. Si decide la sede dell’evento che si terrà nel 2008 e che dovrà essere condivisa tra la Svezia (Malmoe confermata) e la Danimarca (Copenaghen da confermare). Si discute molto della campagna contro la guerra e al centro dell’attenzione è soprattutto la situazione italiana, con lo scontro in atto tra la componente più radicale del movimento “no war” (con i COBAS in particolare evidenza) e la sinistra di governo.

18 aprile  Inizia, in un camper davanti alla sede dell’Unione di centrosinistra a Roma (P. Santi Apostoli), lo sciopero della fame di due militanti COBAS (Nicola Giua e Ferdinando Alliata) per la restituzione del diritto d’assemblea nelle scuole. Durerà, con una rotazione degli scioperanti, 40 giorni.

11 maggio   Sciopero nazionale della scuola indetto dai COBAS per il rinnovo del contratto con un forte recupero salariale, la stabilizzazione dei precari sui posti vacanti e disponibili, la conservazione del posto per i docenti “inidonei”, la restituzione del diritto di assemblea in orario di lavoro. A Roma manifestazione davanti al Ministero Pubblica istruzione.

16 maggio   Per la presenza di Bush a Roma (9 giugno) ci saranno due manifestazioni di protesta diverse e, di fatto, in competizione. Una voluta e promossa dai COBAS e dalle componenti più radicali del movimento “no war”, l’altra indetta dai partiti di sinistra che sostengono il governo (PRC, PdCI, Verdi). La divisione è causata dal rifiuto dei partiti al governo di protestare non solo contro Bush ma pure contro la politica militarista del governo Prodi. Inutile l’appello all’unità di alcune personalità della sinistra. La questura sembra non voler autorizzare il corteo richiesto dai COBAS, ma poi il prefetto Serra si impegna a trovare una soluzione positiva per il corteo, che dopo qualche giorno viene autorizzato fino a P. Navona.
2 giugno  A Rostock (Germania) manifestazione europea contro il G8, decisa al FSE di Atene. 100 mila manifestanti in piazza, per l’Italia parla dal palco Piero Bernocchi. Duri scontri tra il “blocco nero” e la polizia con feriti e arresti. Sulla stampa e TV italiane, dilagano gli allarmi per la manifestazione anti-Bush e le voci sui “black bloc” intenzionati a venire a Roma a ripetere gli scontri. Sotto tiro, però, sono in realtà i COBAS e i Disobbedienti e il corteo verso p. Navona.

4 giugno Dopo 48 giorni di sciopero della fame, a staffetta, di esponenti COBAS per la restituzione del diritto di assemblea nelle scuole, con dichiarazioni di solidarietà anche da parte di parecchi parlamentari di governo e personaggi politici di rilievo ma senza risultati tangibili, Nicola Giua e Nanni Alliata, dell’Esecutivo COBAS, si incatenano alle grate delle finestre di Palazzo Chigi. La polizia rompe le catene, malmena Giua e ferma i due insieme al portavoce COBAS Bernocchi. I tre vengono rilasciati in serata. Lo sciopero della fame si concluderà 10 giorni dopo.

5 giugno   A Roma incontro del prefetto Serra con i promotori della manifestazione del 9 giugno. Serra ricorda il “metodo Firenze” del dialogo tra le parti e assicura che la manifestazione potrà arrivare regolarmente a Piazza Navona, dove si concluderà con i comizi.

9 giugno  100 mila a Roma nel corteo indetto dai COBAS e dalle altre forze “radicali” del movimento no-war contro la presenza di Bush in città. Scontri alla fine del corteo tra alcuni manifestanti e la polizia ma i comizi finali si svolgono regolarmente. Clamoroso fallimento della manifestazione a P. del Popolo dei partiti della sinistra “radicale” al governo. Non più di 500 persone e i mass-media sottolineano pesantemente la enorme perdita di consensi da parte di PRC, PdCI e Verdi e la forza della sinistra che si oppone al governo Prodi.

10 giugno Di fronte all’incredibile fallimento della “sinistra di governo”, la stampa mette in grande evidenza il ruolo dei COBAS e delle altre forze di opposizione, da sinistra, al governo, al punto da prospettare la nascita di un nuovo partito che spaccherebbe in particolare Rifondazione Comunista e guiderebbe il movimento antigovernativo. Corale autocritica da parte della direzione PRC che si impegna, d’ora in poi, ad “accettare comunque le decisioni del movimento”.

9 novembre  Sciopero generale di tutto il lavoro dipendente convocato da COBAS, Cub e Sdl contro la Legge finanziaria e le politiche economiche e sociali del governo Prodi, il Protocollo del 23 luglio, il pacchetto Treu e la legge 30. 32 manifestazioni in tutta Italia, 50 mila in piazza a Roma e altrettanti a Milano, circa 400 mila in tutta Italia.

15 dicembre    Manifestazione nazionale a Vicenza contro la base Dal Molin, 40 mila in piazza, buona presenza COBAS.

2008

17 gennaio    Contestazione, proposta dai COBAS e dai collettivi universitari, nei confronti della programmata partecipazione di papa Ratzinger all’inaugurazione dell’Anno accademico all’Università di Roma. Visto il montare della tensione, il papa rinuncia alla visita. I COBAS e gli universitari confermano però la mobilitazione ma la polizia impedisce l’ingresso nell’Università.

26 gennaio  Giornata globale di azioni in centinaia di città e 80 nazioni, lanciata dal FSM di Nairobi del 2007 e propagandata in Italia soprattutto da COBAS e ARCI, con azioni in prevalenza contro la guerra e le basi militari. A Roma sit-in al Ministero della Difesa e all’ambasciata USA.

1 febbraio   Manifestazione nazionale a Cosenza per l’apertura del processo contro i 13 militanti del Sud Ribelle (quasi tutti COBAS o Disobbedienti) accusati nel 2002 di “cospirazione” per gli scontri a Genova durante l’anti-G8 del 2001. Diecimila in corteo.

9 febbraio    A Roma manifestazione nazionale NO VAT, promossa da Facciamo Breccia contro le ingerenze vaticane nelle politiche governative e le campagne omofobiche e contro le “unioni civili”. 15 mila in piazza, i COBAS sfilano dietro allo striscione “Basta con la casta vaticana”.
21-24 febbraio  A Berlino EPA (Assemblea preparatoria europea) verso il 5° FSE di Malmoe. La delegazione italiana, comprendente i COBAS, propone il cambio dei principali titoli degli Assi programmatici, essendo quelli avanzati nei giorni precedenti assai poco conflittuali, nonché di accettare la candidatura turca per il prossimo FSE, raccogliendo il consenso generale su entrambe le proposte.

25-27 aprile   A Copenaghen  EPA verso il FSE di Malmoe. La gestione “nordica” appare sempre più confusa e politicamente debole via via che la data del Forum si avvicina. La delegazione italiana cerca di “raddrizzare” le numerose storture politiche e tecniche nel programma dei lavori e fa respingere la proposta del Comitato svedese di eliminare l’Assemblea finale che in genere sintetizza e approva le iniziative comuni emerse dai lavori del Forum.

9 maggio   Sciopero generale della scuola indetto dai COBAS per il ritiro dell’ordinanza n.92. A Roma manifestazione al Ministero Istruzione, iniziative in molte altre città.

5-8 giugno A Kiev ennesima EPA per colmare le notevoli lacune del Comitato organizzatore svedese, emerse con evidenza all’avvicinarsi del FSE di Malmoe. Si arriva ad una discreta sintesi di seminari e plenarie. Forte polemica degli italiani  nei confronti della proposta francese di aderire ad una manifestazione europea a Bruxelles indetta dalla CES nel periodo delle elezioni europee della prossima primavera. La proposta viene respinta dall’EPA.


11 giugno  Manifestazione contro la visita del presidente USA Bush a Roma. Il corteo di 10 mila persone è aperto dai COBAS. Mancano tutte le componenti “moderate” del movimento no-war.


17-21 settembre  Quinta edizione del FSE a Malmoe in Svezia. Gli iscritti/e alle varie attività non superano le 15 mila unità, decisamente la partecipazione più ridotta di tutta la storia del FSE, così come i manifestanti al corteo finale, intorno ai 20 mila. Notevole confusione organizzativa, le attività sono disperse in città in ben 8 zone, saltano gran parte delle traduzioni, cabine non funzionanti e forti proteste dei traduttori/trici abbandonati a se stessi/e. Molto ridotta la partecipazione italiana, oltre a COBAS, Arci, Fiom e Cgil. Tra le proposte di iniziativa approvate, la mobilitazione contro la NATO del 4 aprile 2009 e il G8 del 2009 in Sardegna.


17 ottobre Sciopero generale del lavoro dipendente indetto da COBAS, Cub e SdL, che hanno costituito durante l’anno il Patto di Consultazione permanente. Lo sciopero contro la Finanziaria e la politica del governo Berlusconi, i tagli e la privatizzazione di scuola e Università, per la cancellazione della legge Gelmini, Treu e 30 e significativi aumenti salariali registra la più grande partecipazione di tutta la storia del sindacalismo alternativo. Circa due milioni di scioperanti, 350 mila in piazza a Roma con in testa la scuola, guidata dai COBAS, malgrado la pioggia battente, e alcune altre centinaia di migliaia nel resto d’Italia.


28 ottobre   La manifestazione davanti al Senato dei COBAS e dei collettivi studenteschi contro l’approvazione definitiva della legge Gelmini viene aggredita da gruppi di Casa Pound e Blocco studentesco che, successivamente, si scontrano con gli universitari arrivati in corteo a P. Navona.

12 dicembre   Lo sciopero generale di 4 ore convocato dalla Cgil viene esteso da COBAS, Cub e Sdl all’intera giornata, con manifestazioni in 20 città contro la Finanziaria, la legge Gelmini, la legge Treu, per aumenti salariali. A Roma malgrado la forte pioggia 40 mila manifestanti, così come a Milano, 30 mila a Torino e parecchie decine di migliaia nelle altre città.

2009

17 gennaio   Manifestazione nazionale a Roma per fermare il massacro dei palestinesi a Gaza da parte dell’esercito israeliano, con 150 mila persone in corteo, con una presenza massiccia di migranti, e buona presenza COBAS.

27 gennaio-1 febbraio  Inizia a Belem (Amazzonia, Brasile) il Forum Sociale Mondiale con una grande partecipazione popolare, 80 mila iscritti/e, 4000 organizzazioni circa, da 150 nazioni, 130 mila persone alla marcia di apertura. Si sperimenta la formula proposta nel Consiglio Internazionale dai membri italiani: dopo le iniziative autogestite, si svolgono Assemblee tematiche che raggruppano quanto uscito dai seminari su quel tema, seguite da una Assemblea delle Assemblee che riassume quel che è emerso dalle Assemblee a tema. Per i COBAS Bernocchi tiene la relazione all’Assemblea sulla Guerra e ne riporta i risultati nella Assemblea delle Assemblee, il cui svolgimento viene disturbato non poco (si svolge all’aperto) dalla pioggia battente. Il momento clou del FSM è l’Assemblea con i quattro presidenti progressisti al potere in America Latina, cioè Chavez, Correa, Morales e Lugo.


14 febbraio   Manifestazione nazionale NO VAT aperta dallo striscione “Fuori il Vaticano dallo Stato e dai letti”. Cinquemila persone in corteo a Roma.


13-15 marzo   Ad Atene EPA (Assemblea preparatoria europea) verso il prossimo Forum europeo di Istanbul. E’ una delle meno partecipate e intense della storia del FSE, trapela stanchezza e anche l’opposizione di una parte significativa del movimento altermondialista alla scelta della Turchia come sede del FSE.

6 marzo   Manifestazioni in 15 città italiane di COBAS, RdB e SdL per protestare contro la volontà del governo di procedere ad ulteriori restrizioni del diritto di sciopero. A Roma la protesta si concentra davanti alle sedi della Cisl e della Commissione di garanzia.

28 marzo  In occasione del vertice del G14 con i ministri di Lavoro e Welfare dei principali paesi, manifestazione nazionale indetta dal Patto di base (COBAS, Cub, SdL) e dagli studenti universitari. Molta tensione nei giorni precedenti, con una martellante campagna dei mass media sulla possibilità di incidenti, anche a causa dei divieti, fino all’ultimo, del corteo degli universitari fino al luogo di raduno unitario nonché di concludere la manifestazione a P. Navona. Ma alla fine tutto fila liscio e malgrado la pioggia almeno 50 mila persone raggiungono P. Navona.

4 aprile A Strasburgo manifestazione europea contro le celebrazioni del 60° anniversario della NATO, con la partecipazione dei COBAS. Centro della città off limits, il corteo deve girare nella periferia, percorrendo in arrivo e partenza una ventina di chilometri e venendo ripetutamente bloccato. Scontri ripetuti tra centinaia di giovani del “blocco nero” e polizia, incendiato un albergo.

15 maggio  Sciopero generale della scuola (e dei trasporti urbani) indetto da COBAS, RdB, SdL contro il taglio di 57 mila posti di lavoro, la legge Gelmini, le proposte di legge Aprea e Cota, per la stabilizzazione dei precari. Manifestazioni in molte città, a Roma corteo dal MIUR a P. Navona.

19 maggio   A Torino manifestazione di protesta contro il raduno dei rettori universitari del paesi del G8 (G8 Università): cinquemila in corteo, in netta prevalenza studenti universitari, con una folta delegazione di lavoratori COBAS. Cariche della polizia e lancio fitto di lacrimogeni contro gli studenti che volevano entrare nella “zona rossa”.

30 maggio  A Roma manifestazione della Rete NoG8 contro il G8 Immigrazione in svolgimento in città, nel quadro del più generale G8 che dalla Maddalena è stato spostato a L’Aquila, dopo il terremoto e su proposta di Berlusconi che aveva affermato “i no global non avranno il coraggio di venire a protestare a L’Aquila”. Di nuovo molto “terrorismo” mediatico e divieti di polizia ma alla fine la mediazione condotta dai COBAS, principali animatori della protesta, permette di svolgere regolarmente il corteo di 7 mila persone fino a P. Navona.


19-21 giugno   A Vienna EPA (Assemblea preparatoria europea) verso il FSE di Istanbul. Presenza limitata come già nelle ultime due EPA a conferma della limitata attrattiva di questa edizione del Forum, aggravata dalla spaccatura nel Comitato promotore turco e della fuoriuscita da esso di una componente che aveva sempre rappresentato la Turchia nei Forum. La delegazione italiana, comprendente i COBAS, insiste sulla necessità di dare molto rilievo alla questione kurda per accreditare il Forum, proponendo che la prossima EPA si svolga a Diyarbakir (Kurdistan turco): proposta accettata.

6-7 luglio  Durante tutto l’arco delle due giornate, manifestazioni in tutta Italia contro l’imminente G8 a L’Aquila. A Roma, in entrambi le mattinate, scontri in vari punti della città tra manifestanti e polizia con numerosi fermi (che arriveranno a 66 entro il 7 sera) e alcuni feriti, corteo nel pomeriggio con migliaia di partecipanti. I COBAS sono la forza trainante delle iniziative.


10 luglio  A L’Aquila manifestazione nazionale contro il G8 che si svolge nella città devastata dal terremoto. Grande tensione intorno al corteo, montata pesantemente dai mass media nei giorni precedenti ma anche per contrasti vistosi con alcuni Comitati locali, legati al PD, che hanno contrastato l’iniziativa. Il corteo, convocato dalla Rete Nazionale G8, deve affrontare una gara di resistenza, percorrendo 8 km fino al centro della città con quasi 40 gradi all’ombra e sotto un sole implacabile. Circa 10 mila persone comunque sfilano pacificamente; il servizio di autotutela dei COBAS garantisce l’effettuazione regolare del corteo e nel finale evita scontri con la polizia.


5 – 14 settembre   Dieci giorni di mobilitazione dei precari/e della scuola contro i tagli di posti di lavoro. Occupati alcuni Provveditorati, i manifestanti salgono sui tetti. A Roma l’occupazione dell’USP (Ufficio scolastico provinciale) provoca l’intervento della polizia che intende far uscire i manifestanti. Dopo una lunga trattativa tra COBAS e questura, l’occupazione permane, anche se su uno spazio più limitato. Nei giorni seguenti, si sposta in una “accampata” davanti al Ministero ove si svolge anche un partecipato sit-in  organizzato dai COBAS.


25-27 settembre EPA a Diyarbakir (Kurdistan turco), abbinata al Primo Forum Sociale Mesopotamia. Modesta presenza europea anche a causa delle difficoltà per raggiungere la città, comunque molto apprezzata in città, il cui sindaco incontra una delegazione del FSE (per gli italiani Bernocchi, Bolini e Mecozzi) e propone che una parte del prossimo FSE si svolga a Diyarbakir, in contemporanea con Istanbul. Nella manifestazione di apertura del Forum almeno 5 mila persone sfilano tra due ali di folla; in testa i familiari dei militanti kurdi uccisi dai turchi, con le loro foto.

3 ottobre   Due manifestazioni nazionali dei precari/e della scuola a Roma, una con un corteo che arriva fino al Ministero, organizzata dai COBAS e da altri sindacati conflittuali, l’altra, gestita dalla Cgil, a Piazza del Popolo dove si tiene un’iniziativa della FNSI in difesa della libertà di stampa. Complessivamente, in piazza circa 10 mila precari/e, distribuiti equamente nelle due iniziative.

17 ottobre  Manifestazione nazionale a Roma contro la politica governativa sull’immigrazione. Circa 100 mila persone in piazza.

23 ottobre   Sciopero generale contro le politiche economiche e sociali del governo e contro la Legge Finanziaria convocato da COBAS, RdB, SdL e Cub. Le prime tre sigle danno vita anche alla manifestazione nazionale a Roma, con in testa i COBAS e i precari della scuola. La Cub dà vita invece ad alcune iniziative regionali.

2010

29-31 gennaio  Assemblea Preparatoria Europea (EPA) a Berlino verso il 6° Forum Sociale europeo di Istanbul. La partecipazione è decisamente maggiore rispetto alle ultime EPA, almeno 150 persone. C’è molta discussione, animata soprattutto dai COBAS, sul peso che il conflitto curdo-turco debba avere nel FSE. Vistosa resistenza dei turchi nel prendere una posizione chiara sull’argomento.

12 marzo   Sciopero generale della scuola indetto dai COBAS in contemporanea con uno sciopero generale di 4 ore indetto dalla Cgil (ma nella scuola anche per loro si sciopera tutta la giornata). I COBAS scioperano contro la riforma Gelmini, i tagli di decine di migliaia di posti di lavoro, il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea. Partecipazione intorno al 30%, a Roma corteo nazionale con circa 30 mila persone.

21-23 maggio  Ultima EPA prima del FSE di Istanbul, che si tiene nella capitale turca. Ancora divergenze sul ruolo dei kurdi nel FSE, e notevoli preoccupazioni sui ritardi organizzativi.


5 giugno   Manifestazione nazionale contro la Finanziaria anticipata, i tagli di 41 mila posti di lavoro nella scuola, il blocco dei contratti e l’innalzamento dell’età pensionabile, indetta da COBAS e Usb, con 5 mila in corteo sotto il Ministero dell’Economia e Tesoro. Lo striscione che apre il corteo recita: “La crisi va pagata da chi l’ha provocata”.


7-15 giugno   Sciopero degli scrutini per dieci giorni, a staffetta (due giorni ciascuna) tra gruppi di regioni. Almeno 25 mila scrutini bloccati, l’ultimo giorno manifestazione spettacolare al Colosseo con uno striscione calato dagli spalti e grande interesse per i turisti.

30 giugno-4 luglio  A Istanbul si svolge il 6° Forum Sociale Europeo e, come era apparso chiaro nella preparazione, in un pesante caos organizzativo. Non ci sono le cabine per le traduzioni, se non in pochissime sale, e si procede con traduzioni “in consecutiva”. Il numero di iscritti/e è minimo, non più di 3000, un decimo delle precedenti edizioni. Le strutture che gestiscono (gruppi m-l “anticapitalisti” e un paio di sindacati “radicali”) non hanno un peso significativo in Turchia: insomma, un Forum “gruppettaro”, in cui agli organizzatori interessano solo le loro assemblee “di area”. Grande centralità per i COBAS che gestiscono 12 seminari più varie Assemblee tematiche e, tramite Bernocchi alla presidenza, anche l’Assemblea finale. La proposta di mobilitazione centrale che ne emerge riguarda iniziative europee nei giorni intorno alla manifestazione della CES del 29 ottobre. Il corteo finale di 6-7 mila persone è aperto dalla delegazione COBAS:

6 luglio   Con largo anticipo la Finanziaria va in Aula al Senato per il voto. Sit-in di fronte al Senato dei COBAS con alcune centinaia di persone contro il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, il taglio di 41 mila posti di lavoro nella scuola, l’innalzamento dell’età pensionabile.

13 settembre  Manifestazione al Ministero PI di COBAS e precari/e contro i tagli di posti di lavoro nella scuola.

15 ottobre   Sciopero generale della scuola indetto da COBAS, Usb e Cub contro la riforma Gelmini, i tagli di 140 mila posti di lavoro in 3 anni e la non-stabilizzazione dei precari/e. Corteo docenti-studenti ed Ata (ma a larga maggioranza studentesco) dal Ministero a Porta San Paolo con diecimila persone. Altre 12 manifestazioni regionali, in tutto circa 80 mila in piazza nella giornata.

23-24 ottobre   A Parigi prima EPA dopo il FSE di Istanbul. Clima molto critico nei confronti dell’ultima edizione e scarsa partecipazione. Alcuni interventi ritengono che l’esperienza del FSE si sia oramai esaurita. Divergenze anche nella delegazione italiana: Arci e Fiom propongono che prima di procedere con nuovi Forum si discuta con le varie Reti europee per valutare se il modello interessa ancora o se può essere sostituito da strutture più condivise. In disaccordo i COBAS che temono che in questo modo si procede ad una tacita chiusura del FSE che certo ha risentito della scelta di due sedi deboli nelle due ultime edizioni ma che può essere “rianimato” scegliendo un paese adeguato per la prossima edizione. Nessuna decisione finale.

30 novembre   La legge Gelmini per l’Università va in Aula alla Camera. Manifestazioni contrarie in tutta Italia gestite in prevalenza dagli studenti universitari. A Roma un corteo di 5 mila studenti gira per il centro di Roma, subendo una serie di cariche dalla polizia.

2011

28 gennaio    In contemporanea si svolge lo sciopero generale di tutte le categorie convocato dai COBAS e quello dei metalmeccanici indetto dalla FIOM, contro gli accordi FIAT, i tagli di personale nella scuola, il blocco dei contratti nel Pubblico Impiego. 16 manifestazioni regionali in tutta Italia, a Roma 15 mila in piazza.

10-11 maggio    Sciopero indetto dai COBAS contro l’effettuazione dei quiz Invalsi.

9-17 giugno  I COBAS convocano lo sciopero degli scrutini per regioni, a rotazione (due gg. consecutivi per regione), contro il taglio degli organici, il blocco dei contratti, per la restituzione degli scatti di anzianità e l’assunzione dei precari. il 14 manifestazione al MIUR.

13 giugno    Il referendum per la pubblicizzazione dell’acqua pubblica e dei servizi territoriali e contro il ritorno del nucleare vince con il 57% dei partecipanti al voto e un plebiscito tra i votanti del 95%. I COBAS danno un significativo contributo pratico in buona parte delle province, nonché un contributo teorico, sistematizzando una strategia “benicomunista”, introducendo un termine e una impostazione, oltre il comunismo novecentesco.

22 giugno Manifestazione dei COBAS a Montecitorio durante l’intervento alla Camera di Berlusconi, con scontri con la polizia.

19-24 luglio   Decennale dell’anti-G8 del 2001 a Genova con un vasto arco di iniziative, seminari, Forum, un corteo il 23 e una Assemblea internazionale conclusiva. Forte presenza COBAS con numerosi seminari internazionali, su Scuola, Lavoro, Europa e Mediterraneo-Maghreb, sindacalismo alternativo, Energia e ambiente. Il 23, 50 mila persone in corteo, i COBAS sono l’organizzazione più presente. Molto partecipata l’Assemblea finale sulle iniziative europee dell’autunno: i COBAS la presiedono, presentando le proposte tra le quali il varo della Rete Italiana per il FSM e una giornata di manifestazioni “indignate” in tutta Europa il 15 ottobre.

6 settembre Al Senato viene votata la fiducia alla manovra finanziaria, che è approvata. Manifestazione di COBAS e Usb che viene caricata dalla polizia mentre si avvia verso Palazzo Grazioli e Montecitorio.

14 settembre  Anche alla Camera viene approvata la fiducia alla Finanziaria del governo. Ancora una volta la manifestazione di protesta indetta da COBAS e Usb viene caricata dalla polizia.

7-14 ottobre   Grande tensione intorno alla preparazione della manifestazione nazionale “indignata” che si svolgerà a Roma il 15 ottobre nel quadro della mobilitazione europea, partita durante l’Assemblea europea di luglio a Genova e amplificata dal movimento degli “indignados” spagnoli. La manifestazione è promossa dal Coordinamento 15 ottobre che comprende un centinaio di organizzazioni, centri sociali, sindacati, partiti, al cui interno però ci sono forti polemiche sia sulle modalità del corteo (una parte intende “assediare i palazzi del Potere”) sia perché alcune aree ne accusano altre di “collusione” con la sinistra istituzionale. Tali polemiche stanno attirando la partecipazione di aree intenzionate a far saltare presunti progetti “neoistituzionali” rendendo ingestibile il corteo stesso. I mass-media soffiano sul fuoco annunciando gravi incidenti in arrivo.

15 ottobre  La partecipazione al corteo, prevista intorno alle 50 mila persone, supera di gran lunga ogni aspettativa. Ma le circa 200 mila persone in piazza fanno saltare tutti gli schemi organizzativi e anche le strutture di “autotutela” messe in campo. E fin dall’inizio questo consente grande libertà d’azione agli  “sfasciacarrozze”, come li definirà nelle dichiarazioni pubbliche il portavoce COBAS Bernocchi, di frantumare ripetutamente l’immenso corteo e di impedirne la pacifica conclusione a P. S. Giovanni. Il resto lo fa la polizia che carica sconsideratamente proprio nella piazza dove una parte del corteo era comunque arrivata; e finisce con roghi di furgoni della polizia, di auto e cassonetti, vetrine sfasciate, feriti e arresti. Nessun “assedio ai palazzi del Potere”, l’unico “assalto” ha colpito le forze che avevano voluto il corteo pacifico e che non sono riuscite – neanche i COBAS, che sono stati gli unici, per riconoscimento generale, ad averci provato – ad impedire lo sfascio dell’enorme corteo. Nel resto dell’Europa centinaia di cortei pacifici.

16-20 ottobre   Fortissime polemiche sulla stampa e all’interno del Coordinamento 15 ottobre  contro coloro che hanno aperto le porte agli “sfasciacarrozze”. Particolarmente “esposti” i COBAS e i Disobbedienti che più si sono battuti per salvaguardare il corteo; e sul piano personale Bernocchi, autore di una durissima polemica con le forze che hanno provocato (o non contrastato) lo sfascio, ricevendone di contro pesanti insulti e minacce. Il Coordinamento si scioglie, ponendo fine ad una promettente e amplia alleanza sociale, sindacale e politica, che aveva suscitato notevoli speranze e partecipazione anche tra i giovani “indignati/e”.

1 novembre  A Nizza manifestazione europea contro il vertice del G20, diecimila in corteo. Pochissimi gli italiani/e, non più di un centinaio, dopo il trauma collettivo del 15 ottobre a Roma I COBAS sono comunque presenti con una delegazione.

17 novembre   Il nuovo governo di “intesa nazionale”, capitanato da Monti, che succede al governo Berlusconi dimissionario, ottiene la fiducia al Senato, di fronte al quale manifestano migliaia di studenti e COBAS, che poi si dirigono in corteo all’Università. Altre manifestazioni di protesta si svolgono in 60 città.

2012

9-16 maggio   Sciopero anti-Invalsi di tre giorni (uno per ogni ordine di scuola, iniziando con le Elementari e terminando con le Superiori) indetto dai COBAS, e sostenuto da varie organizzazioni studentesche nel caso delle Superiori. Il 16 sit-in COBAS, con qualche delegazione di studenti, al Ministero e iniziative di protesta in altre 30 città.

2 giugno  Manifestazione in difesa dell’Acqua pubblica (e dell’applicazione della vittoria referendaria) e dei Beni comuni territoriali, indetta dal Forum Movimenti per l’acqua. Nel corteo di 7-8 mila persone i COBAS sono l’organizzazione più presente.

27 giugno   Contro gli Stati generali del Welfare indetti dal sindaco di Roma Alemanno e con la partecipazione della ministra del Lavoro Fornero, manifestazione di protesta indetta dai COBAS, dai Movimenti per la casa e da altri sindacati conflittuali. In contemporanea al Parlamento c’è il voto finale sulla “riforma del lavoro” del governo Monti. Dopo un lungo presidio/sit-in accanto alla sede ove si svolgono gli Stati generali, parte un corteo fino al Parlamento.

27 ottobre   Grande successo del NO Monti Day. Il gruppo promotore, composto da COBAS, Usb, Comitato No Debito e PRC, si era diviso e contrapposto in occasione del 15 ottobre 2011 e dei disastri di piazza. Questa volta, per arrivare ad un accordo, i COBAS avevano imposto che si affermasse pubblicamente che i manifestanti avrebbero partecipato “a volto scoperto e a mani nude” e che si sarebbe approntato un servizio di autotutela del corteo. Malgrado ciò, i mass media avevano paventato la replica del 15 ottobre. E invece nel corteo di circa 70 mila persone tutto fila liscio fino a P. S. Giovanni, devastata l’anno prima dagli scontri tra polizia e “casseurs”.

8-11 novembre   A Firenze quattro giorni di Forum nel decennale del primo FSE del 2002. L’asse che lo gestisce è più o meno quello di allora, COBAS, Arci, Fiom e PRC, con la partecipazione di varie delegazioni europee che furono protagoniste delle varie edizione del FSE. Il tentativo dei COBAS di far ripartire il FSE non riesce sia per l’ostruzionismo delle aree di sinistra sindacale CES e di buona parte della delegazione francese che vogliono lanciare il cosiddetto Altersummit, sia per la sterile contrapposizione “vecchio-nuovo” di gruppi di autonominatisi “indignados”, incapaci poi di proporre alcunché di significativo.

14 novembre  I sindacati della CES convocano in Spagna, Portogallo e Grecia uno sciopero generale contro le politiche di austerità dell’Unione Europea. In Italia la Cgil non indice lo sciopero, che invece viene proclamato dai COBAS. A seguire, la Cgil scuola e P.I. aderiscono. A Roma cortei promossi dai COBAS e da collettivi studentesche, uno dei quali viene pesantemente caricato dalla polizia, con vari studenti feriti. In piazza 40 mila persone. Scontri tra polizia e studenti anche a Milano e Torino, tutto tranquillo nelle altre città.

24 novembre   Sciopero generale della scuola inizialmente indetto da tutti i sindacati. Ma  all’ultimo momento, Cisl, Uil, Snals e Gilda si ritirano e solo COBAS e Cgil mantengono lo sciopero. A Roma grande tensione intorno alle manifestazioni di COBAS e studenti, perché in piazza ci sono anche i fascisti di Casa Pound. Ma i due cortei, quello COBAS (10 mila persone) e quello studentesco (15 mila), si uniscono a P. Venezia e proseguono senza incidenti fino al Senato protestando contro la politica scolastica del governo Monti. Sit-in e cortei anche in molte altre città.

2013

21 gennaio La procura toscana della Corte dei Conti invia notifiche per “danni erariali” ai delegati RSU dei dipendenti comunali fiorentini (tra i quali Stefano Fusi, delegato Cobas dal 2000 al 2012 in quanto insegnante dell’Istituto Leonardo da Vinci del Comune di Firenze), accusati di aver firmato nel 2010-2011 accordi aziendali “non conformi” ai criteri di produttività del Contratto enti locali e aver distribuito, nella ripartizione dei fondi contrattuali riservati alla contrattazione decentrata, compensi “a pioggia” invece che differenziati. È uno dei primi casi di “repressione economica”, esercitati da un organismo che avrebbe l’esclusivo compito di accertare la correttezza della spesa pubblica ma che si trasforma nel braccio armato delle politiche neoliberiste e strumento di controllo sindacale, poiché, attraverso la pretesa restituzione da parte dei delegati RSU e dei dipendenti beneficiari delle somme erogate per un ammontare di 50 milioni di euro, mira ad ottenere (a prescindere da qualsiasi sentenza) un immediato effetto intimidatorio, volto a condizionare i rappresentanti RSU e delegittimarne il ruolo.

26-30 marzo   A Tunisi si svolge il Forum Sociale Mondiale (FSM) con grande partecipazione popolare locale ma anche da tutta l’Africa e dal Mediterraneo. Decine di migliaia gli iscritti/e e alle manifestazioni di apertura e chiusura. Folta la delegazione italiana al cui interno notevole visibilità ha la presenza COBAS. Il grande interesse per le “rivoluzioni arabe”, di cui la Tunisia è l’epicentro, ingigantisce l’importanza del Forum.

7-14-16 maggio   Tre giornate di sciopero contro i quiz Invalsi convocate dai COBAS, nell’ordine, alle elementari, medie e superiori, Sia il 7 sia il 16 si svolgono sit-in davanti al MIUR con alcune centinaia di docenti e, nel caso del 16, di studenti.

18-19 ottobre   Due giorni di mobilitazione contro le politiche di austerità in Europa e la Legge di Stabilità in Italia. Il 18 sciopero generale indetto da COBAS, Usb e Cub e corteo a Roma di 40 mila persone che si conclude a P. S. Giovanni con un comizio e poi una “accampata” notturna. Il 19 corteo che parte dalla piazza promosso anche dai Movimenti per la casa, No Tav, No Muos, Global Project e altri. Scontri tra manifestanti e polizia davanti al Ministero dell’Economia. Poi il corteo si conclude davanti al Ministero delle Infrastrutture senza ulteriori incidenti. Circa 50 mila in piazza.

2014

27 marzo   Manifestazione contro la presenza di Obama a Roma, organizzata dai COBAS, insieme alla rete NoWar, al PRC, al Comitato No Muos e alla Rete Stop TTIP: un migliaio in piazza a 100 metri dall’Ambasciata USA.

12 aprile    Manifestazione nazionale a Roma dei Movimenti per l’Abitare, con la partecipazione dei COBAS. Diecimila manifestanti tentano di dirigersi per Via Veneto: cariche della polizia che coinvolgono tutto il corteo.

6-7-13 maggio  Sciopero contro i quiz Invalsi rispettivamente alle Elementari, Media e Superiori indetto dai COBAS. Il 6 sit-in al Ministero anche con genitori e bambini e il 13 anche con studenti.

17 maggio    Manifestazione nazionale a Roma contro le privatizzazioni dell’acqua e dei servizi territoriali indetta dai Movimenti in difesa dell’acqua pubblica, dai COBAS, Usb, No Tav e altri. Malgrado la grande tensione creata nei giorni precedenti da stampa e TV il corteo di circa 20 mila persone si svolge nella massima tranquillità.

10 ottobre    Sciopero generale della scuola contro il “piano Renzi” di riforma, indetto dai COBAS e da varie strutture studentesche. Nella manifestazione di Roma forte tensione tra i COBAS e l’organizzazione studentesca UDS, legata alla Cgil e “accompagnata” pesantemente alla testa del corteo proprio dal servizio d’ordine Cgil. All’arrivo al MIUR, si rischia lo scontro fisico tra COBAS e militanti UDS che pretendono di far togliere le bandiere COBAS a docenti ed ATA. 10 mila persone circa in piazza, manifestazioni provinciali in varie città.

14 novembre   Innovativo sciopero generale “sociale” indetto, con alle spalle mesi di lavoro e riunioni unitarie, da un fronte di strutture sindacali (COBAS in primo luogo, e poi Cub e altri) e di centri sociali di tutta Italia (a Roma ESC e Acrobax soprattutto) che dà luogo ad un’intera giornata di azioni di protesta e di lotta contro le politiche di austerità, il Jobs Act, la precarietà dilagante, la Legge di Stabilità, il blocco dei contratti nel Pubblico Impiego e il “piano Renzi” di riforma della scuola. 20 mila a Roma nel corteo principale e manifestazioni in 60 città durante l’intero arco della giornata, con grande visibilità massmediatica.

3 dicembre    In occasione del voto finale al Senato sul Jobs Act, manifestazione di protesta indetta dai COBAS e dallo schieramento dello “sciopero sociale” (ESC, Acrobax, collettivi universitari ecc.). Un migliaio di persone in corteo che vengono prima bloccate poi caricate dalla polizia, con feriti e fermi tra i manifestanti.

2015

18 gennaio   Inizia con l’Assemblea nazionale la campagna COBAS per le elezioni RSU della scuola.

28 febbraio   In occasione del comizio di Matteo Salvini, a Roma viene organizzato un corteo di protesta da parte di un cartello di forze con una significativa presenza dei COBAS che gestiscono la lunga trattativa con la questura. Contrariamente alle previsioni allarmate dei mass media, il corteo di 30 mila persone si svolge nella massima tranquillità e senza incidenti di sorta e si conclude al Colosseo. Con Salvini a P. del Popolo le presenze non vanno oltre le 5 mila

7 marzo  Buoni risultati dei COBAS nelle elezioni RSU della Scuola con un significativo avanzamento nel numero delle liste presentate, dei voti ottenuti e delle RSU elette.

18 marzo   Micidiale attentato a Tunisi del terrorismo islamico con un massacro di turisti alla vigilia del Forum Sociale Mondiale, che deve iniziare la settimana successiva. Intensa discussione tra i COBAS e le altre organizzazioni italiane e internazionali a proposito della partecipazione al FSM. Alla fine l’accordo generale è di essere presenti ugualmente, pur con una forte richiesta di un vistoso incremento delle misure di sicurezza rispetto a quanto messo in campo in precedenza.

25-29 marzo  Malgrado il tremendo attentato del 18 marzo, il Forum Sociale Mondiale si svolge regolarmente a Tunisi con una buona partecipazione dall’Africa e dall’Europa, soprattutto. Molta polizia e controlli diffusi, ma l’atmosfera è tranquilla, disturbata casomai dal brutto tempo che ridimensiona di molto ad esempio la manifestazione di apertura, non più di 5 mila persone sotto una pioggia battente. I COBAS danno un contributo importante nei seminari in difesa del popolo curdo, in quelli sulla strategia del FSM e sulla scuola e l’educazione; e avviano anche una forte polemica sull’immobilismo strategico del gruppo dirigente del Consiglio Internazionale e sulla ripetitività del FSM come semplice evento “una tantum”. Poco partecipata la manifestazione finale in favore della Palestina, attraversata da dissidi e polemiche, con in piazza non più di 3-4 mila persone.

5 maggio   Sciopero generale di tutti i principali sindacati della scuola contro la legge di riforma della scuola del governo Renzi (la cosiddetta “buona scuola) in via di approvazione alle Camere. E’ uno degli scioperi scuola più partecipati di sempre, secondo il MIUR ha scioperato il 65% dei docenti ed ATA. Cgil, Cisl e Uil manifestano a P. del Popolo, 20 mila in piazza, 4 mila in corteo con i COBAS dal MIUR al Parlamento. Altre 9 manifestazioni regionali COBAS con circa 20 mila manifestanti in tutto.

12 maggio   Sciopero contro i quiz Invalsi alle Superiori indetto dai COBAS e da varie organizzazioni studentesche. Salta almeno il 25% delle prove e i mass media danno molto rilievo al successo della mobilitazione COBAS: Incontro a Palazzo Chigi tra le delegazioni dei 6 principali sindacati-scuola e vivace scontro polemico tra il portavoce COBAS Bernocchi e la ministra Boschi.

19-20 maggio   Due giorni di manifestazioni unitarie dei 6 sindacati a Montecitorio, durante le votazioni del Ddl “Buona scuola”. Gli interventi dal palco  dei COBAS sono di gran lunga i più applauditi e apprezzati; in particolare viene approvata coralmente la proposta di sciopero degli scrutini contro la legge.

1 giugno    Alle elezioni regionali il PD perde complessivamente due milioni di voti, anche se vince in 5 regioni su 7. La valutazione generale dei commentatori politici è che il conflitto-scuola abbia molto influito sulla vistosa riduzione dei voti PD.

8 giugno   Partono dall’Emilia gli scioperi regionali per il blocco degli scrutini, promossi dai COBAS ma ai quali si sono aggregati anche i 5 sindacati “rappresentativi”, aumentando il numero di giorni di sciopero usualmente consentiti dalle legge 146 fino a 4 giorni di media. Almeno l’80% degli scrutini viene così bloccato per almeno 4 giorni in gran parte delle scuole.

11 giugno   Il MIUR comunica i risultati delle elezioni nazionali per il Consiglio Superiore Pubblica Istruzione: i COBAS superano agevolmente la fatidica quota del 5%, ottenendo un 5,5% che li colloca a ridosso della Gilda (6.5%) e prima dell’Anief (4,9%).

17 giugno   Sit-in unitario dei sindacati scuola contro la legge “Buona scuola” a Piazza del Pantheon a Roma in coincidenza con la discussione al Senato della legge. Dai mass media viene presentata come manifestazione COBAS.

23-25 giugno    Mobilitazione permanente sostenuta soprattutto da Flc e COBAS contro la legge “buona scuola” in discussione al Senato. In particolare il 25, per il voto finale al Senato, corteo fino a S. Andrea della Valle (a 100 metri dall’ingresso del Senato) e sit-in di circa 2000 docenti ed ATA. Passa la fiducia alla legge, 4 senatori del PD non la votano uscendo dall’aula ma non esplicitando il NO. Uno di essi, Corradino Mineo, arriva tra i manifestanti ma viene contestato duramente. Bernocchi lo “scorta” fuori dalla piazza, pressato da alcune centinaia di manifestanti furiosi e lo mette “in sicurezza” dietro i cordoni di polizia.

24 ottobre    Manifestazioni unitarie con i “rappresentativi” e i COBAS, senza sciopero, solo in tre città, Roma, Cagliari e Bologna. A Roma i COBAS riescono a superare il blocco che la polizia voleva esercitare in Via dei Fori Imperiali e guidano il corteo fino a P. SS. Apostoli.

13 novembre   Sciopero generale della scuola contro la legge 107 (“Buona scuola”) indetto da COBAS e Anief con manifestazione nazionale a Roma, alla quale partecipano anche un migliaio di studenti. Il corteo dal MIUR al Parlamento viene autorizzato in piazza. Cinquemila manifestanti concludono con i comizi degli organizzatori l’iniziativa al Parlamento. Cortei di studenti e docenti anche in altre città.

2016

13 marzo  Un’Assemblea di 500 persone all’ex-Cinema Palazzo di Roma avvia la Campagna per i Referendum sociali, 4 contro la Legge 107 (la cosiddetta “Buona scuola”), 1 contro gli inceneritori e 1 contro le trivellazioni petrolifere. Tra i principali promotori dei 6 quesiti i COBAS.

17 marzo   Depositati in Cassazione i 6 quesiti referendari. I COBAS ne firmano 4, con il portavoce COBAS primo firmatario.

9 aprile   Inizia la raccolta delle firme referendarie, per arrivare alle 500 mila firme valide per ogni quesito ci sono a disposizione 90 giorni.

4-5 maggio   Sciopero nazionale indetto dai COBAS nelle Elementari contro lo svolgimento nelle due giornate dei quiz Invalsi.

12 maggio   Sciopero generale in ogni ordine di scuola, indetto dai COBAS e da altri sindacati conflittuali, in coincidenza dei quiz Invalsi alle Medie Superiori. Forte boicottaggio dei quiz anche da parte di molte organizzazioni studentesche. Sit-in al MIUR con un migliaio di persone.

7 luglio   Scade il termine per la raccolta delle firme referendarie che vengono consegnate alla Cassazione solo per i 4 quesiti scuola, essendo il numero delle firme per gli altri quesiti molto lontano dal necessario. Ma anche i quesiti-scuola sono ad altissimo rischio perché il numero delle firme raccolte oscilla tra le 505 mila e le 515 mila. E tenendo conto del numero di errori e di firme invalidate in precedenti tornate referendarie, è assai improbabile che si raggiunga l’obiettivo delle 500 mila valide. Comunque i COBAS hanno raccolto circa 120 mila firme, la Cgil circa 300 mila e tutte le altre organizzazioni sindacali o studentesche o Reti telematiche o collettivi hanno dato un contributo nettamente inferiore alle aspettative.

4 ottobre   La Cassazione conferma che gli obiettivi referendari non sono stati raggiunti neanche per i quesiti-scuola, le cui firme reali oscillano, a seconda del quesito, tra le 460 mila e le 480 mila.

4 dicembre   Al referendum costituzionale sulla “riforma Renzi” vittoria netta dei NO con il 60%. Il governo Renzi si dimette e viene sostituito da un-governo-fotocopia guidato da Paolo Gentiloni. Al MIUR, la ministra Giannini viene sostituita da Valeria Fedeli, del PD, “renziana”, ex-Segretaria generale dei Tessili Cgil.

2017

17 marzo Sciopero nazionale scuola convocato dai COBAS e da altre organizzazioni del sindacalismo conflittuale. Duemila docenti ed ATA manifestano a Roma, prima di fronte al MIUR, con comizi delle forze organizzatrici, poi in corteo fino al Pantheon ove la manifestazione si conclude con altri comizi.

24 marzo Nel quadro delle iniziative della coalizione “La nostra Europa”, dibattito all’Università di Roma organizzato dal gruppo di parlamentari europei del GUE sul rapporto tra il movimento no-global e l’Unione Europea. La discussione inizia con le relazioni di Piero Bernocchi e Raffaella Bolini.

25 marzo La coalizione La Nostra Europa, alla quale partecipano tra gli altri i COBAS, la Cgil, la Fiom e l’Arci, organizza, in occasione dell’anniversario (60 anni) dei Trattati di Roma che fondarono il 25 marzo 1957 la Comunità Economica Europea, una manifestazione nazionale per richiedere un drastico cambiamento delle politiche neoliberiste della UE, rifiutando però le teorie sovraniste che puntano alla distruzione dell’UE e al ritorno alla sovranità monetaria nazionale. 5000 persone in corteo da Piazza Vittorio al Colosseo, dove si uniscono alla manifestazione anche i Federalisti Europei.

3 maggio Sciopero anti-Invalsi nelle Elementari convocato da COBAS e altre organizzazioni. La Commissione di garanzia vieta invece quello del 9, perché, poco prima della nostra convocazione, si era inserito un sindacato sconosciuto, convocando uno sciopero per il 12 maggio. I COBAS, dopo una forte protesta, sono costretti a revocare lo sciopero.

16 giugno  Sciopero nazionale del Trasporto urbano, indetto dai COBAS e da altre organizzazioni del sindacalismo conflittuale, che ha un buon successo, soprattutto a Roma e Milano. Ripartono le polemiche mediatiche contro gli scioperi nei trasporti indetti dalle “piccole sigle”. Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro del PD con il quale i COBAS ebbero un forte scontro all’epoca del secondo governo Prodi di cui Damiano era ministro del Lavoro, ripropone una legge che tolga ai COBAS e alle “piccole sigle” il diritto di convocare scioperi.

10 novembre  Sciopero nazionale della scuola convocato dai COBAS e da altri sindacati alternativi. Manifestazioni in decine di città italiane. A Roma un migliaio di docenti ed ATA intenzionati, dopo il sit-in al MIUR, ad andare a Montecitorio, si preparano al corteo. Ma la polizia, per la prima volta negli ultimi anni, impedisce la partenza e, dopo un lungo “affrontamento” fisico, carica i manifestanti ferendo due militanti COBAS. In seguito, una decina di manifestanti, in netta prevalenza COBAS, tra i quali Piero ed Enrico Bernocchi, verranno denunciati per manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale.

2018

8 gennaio Sciopero e manifestazione nazionale a Roma delle Maestre diplomate che perderebbero il lavoro in base ad una sentenza del Consiglio di Stato. Migliaia di maestre protestano davanti al MIUR, sostenute dai COBAS, che portano il loro appoggio, oltre ad aver convocato lo sciopero. La polizia impedisce il corteo verso il Parlamento.

23 febbraio Nuovo sciopero convocato dai COBAS e manifestazione nazionale a Roma delle Maestre diplomate davanti al MIUR. Questa volta, grazie ad una trattativa condotta dai COBAS con il capo della polizia Gabrielli, viene autorizzato il corteo fino al Parlamento.

23 marzo Terzo sciopero dell’anno nelle Primarie e scuole dell’Infanzia, convocato dai COBAS e da altri sindacati in sostegno alla vertenza delle Maestre diplomate, con manifestazione nazionale davanti al MIUR.

18 giugno Dopo lunga e approfondita discussione, i COBAS aprono il conflitto con il nuovo governo Lega-5Stelle, giudicato “un governo reazionario, xenofobo, razzista e sessista, guidato di fatto da un leader fascistoide e nazional-sciovinista come Matteo Salvini”.

11 settembre Manifestazione nazionale a Roma, davanti al Parlamento, in difesa delle Maestre diplomate, indetta con Anief e Unicobas. Circa duemila maestre in piazza.

10 novembre Grande manifestazione a Roma della coalizione Indivisibili contro il decreto Salvini, il razzismo e la xenofobia, promossa dai COBAS e da altre organizzazioni, con l’adesione di più di 500 comitati e reti locali. Circa 100 mila persone in corteo da P. della Repubblica a P. S . Giovanni.

2019

10 febbraio Si tiene a Macerata l’Assemblea nazionale della coalizione che il 10 novembre 2018 ha portato in piazza a Roma circa centomila persone contro le politiche liberticide del governo Lega-5Stelle e il razzismo. Nel primo intervento, Bernocchi propone le linee di merito e di metodo per costituire un Forum permanente contro le politiche autoritarie e razziste del governo, conservando il nome Indivisibili, usato il 10 novembre.

23 marzo Manifestazione nazionale contro le Grandi Opere inutili e dannose . Almeno 40 mila persone in corteo a Roma, buona presenza dei COBAS, che gestiscono gli interventi conclusivi dal palco.

13 aprile A Roma l’Assemblea nazionale della coalizione Indivisibili approva le proposte fatte dai COBAS per un Forum nazionale permanente che abbia come programma la lotta contro le politiche liberticide del governo e contro il violento attacco razzista ai migranti fomentato soprattutto dalla Lega. Il nome del Forum sarà Forum Indivisibili e Solidali.

17 maggio Malgrado la revoca, da parte di Cgil-Cisl-Uil, dello sciopero contro la regionalizzazione della Scuola, i COBAS lo confermano. Manifestazione davanti al Parlamento con un migliaio di persone.

27 settembre In occasione della protesta del movimento Friday For Future contro i cambi climatici, i COBAS convocano lo sciopero della Scuola, seguiti dalla Cgil e da sindacati minori. Manifestazioni in tutta Italia con centinaia di migliaia di studenti; e a Roma, in un corteo di circa 50 mila persone, la partecipazione dei COBAS attira l’attenzione dei giornalisti alcuni dei quali vi leggono anche inesistenti tentativi di “strumentalizzazione” della nuova conflittualità giovanile.

2020

20 febbraio   Esplode l’allarme anche in Italia per i primi casi di Corona-virus (poi definito  comunemente Covid 19) e per il timore dell’estendersi dell’epidemia anche nel nostro Paese. Iniziano le chiusure delle università e nelle scuole viene deciso il blocco delle gite scolastiche.

 4 marzo   Il governo Conte decide la chiusura delle scuole mentre restano aperte non solo tutte le attività produttive ma anche ristoranti, bar – con “movida” annessa -, palestre, circoli sportivi ecc. I giovani hanno così più tempo per girare in luoghi a forte rischio di contagi. I COBAS protestano vivacemente, sostenendo che si possa accettare la chiusura delle solo quando anche la stragrande maggioranza dei luoghi ad alto rischio di contagio vengano chiusi: e nel frattempo, rendendo il più possibile sicure le scuole stesse.

10 marzo  Pur mantenendo chiuse le scuole, il governo attenua almeno le vistose disparità con altre attività, imponendo la “zona rossa” in tutta Italia, con la chiusura di ristoranti, palestre, circoli sportivi, cinema, teatri e vietando anche manifestazioni pubbliche, politiche, sindacali, culturali all’aperto, ma anche al chiuso se in numero significativo di presenze. Anche l’attività COBAS viene duramente colpita, trasferendosi “in remoto”, con videoconferenze e consulenze o dibattiti telematici.

23 maggio  Con la fine della “zona rossa” totale e la riapertura delle scuole, parte una mobilitazione diffusa, da parte della coalizione di genitori, studenti e docenti/Ata Priorità alla Scuola, di cui fanno parte rilevante i COBAS, per rendere la scuola più sicura possibile, riducendo il numero di alunni per classe, assumendo altri docenti ed Ata e investendo nell’edilizia scolastica. Manifestazioni di piazza in oltre 40 città con parecchie migliaia di docenti, genitori, Ata e studenti.

14 giugno  Nel quadro degli Stati Generali, convocati dal governo per discutere con le parti sociali, sindacali ed economiche le prospettive dell’Italia nella pandemia e nell’uso delle ingenti risorse del Recovery Plan, una delegazione COBAS, con Anna Grazia Stammati dell’Esecutivo nazionale e presidente CESP, incontra il presidente del Consiglio Conte e altri esponenti del governo per esporre le proprie posizioni sugli argomenti trattati dagli Stati generali.

25 giugno  In assenza di risposte governative alle richieste avanzate nella giornata del 23 maggio, Priorità alla Scuola e i COBAS riportano in piazza in oltre 50 città almeno 7-8 mila docenti, genitori, Ata, studenti.

26 settembre  Manifestazione nazionale per massicci investimenti per la scuola, nella strutture e nella sicurezza anti-Covid, promossa da Priorità alla Scuola e COBAS e a cui si sono aggiunti  Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. Malgrado la pioggia battente per tutta la giornata, circa 3000 persone a Roma in Piazza del Popolo: la presenza più significativa è quella COBAS.

 21 novembre  Fa il suo esordio con manifestazioni in trenta città la coalizione Società della Cura, di cui anche i COBAS fanno parte. Particolarmente significativa la manifestazione di Roma con circa duemila persone.

2021

25 gennaio   Manifestazione al Ministero Istruzione promossa da COBAS, Priorità alla Scuola, Cgil e Uil per l’apertura in sicurezza delle scuole, per l’aumento del numero delle aule e la diminuzione del numero di alunni/e per classe, una sanificazione adeguata e il NO all’obbligo vaccinale per docenti ed Ata. Iniziative simili, promosse da COBAS e PaP, in varie altre città.

26 marzo   Su obiettivi analoghi, sciopero nazionale scuola indetta dai COBAS e da altri sindacati conflittuali, con la partecipazione di Priorità alla scuola. Manifestazioni in 67 città, oltre 15 mila in piazza, a Roma in 500 davanti al Parlamento.

6 maggio  I COBAS, insieme ad altri sindacati conflittuali, convocano, come negli anni precedenti, lo sciopero nazionale della scuola contro i quiz Invalsi con manifestazioni locali. A Roma manifestazione al Pantheon con docenti, Ata, genitori e bambini.

19-20 luglio   Un’ampia coalizione promuove a Genova due giorni di iniziative nazionali ed europee in occasione del Ventennale dell’anti-G8 di Genova 2001. Il 19 luglio si svolge una Assemblea a carattere nazionale, ampiamente partecipata da decine di strutture politiche, sindacali e sociali, in buona parte già protagoniste delle giornate di Genova 2001, con più di trecento partecipanti. Il giorno seguente, l’Assemblea vede protagoniste le principali forze conflittuali europee, in gran parte anch’esse partecipi di Genova 2001. Piero Bernocchi, portavoce della Confederazione COBAS e tra i principali protagonisti delle giornate di Genova 2001, ampiamente intervistato da giornali e TV, apre l’Assemblea europea gestendone la prima sessione, quella sulle prospettive dei movimenti europei per l’autunno.

20 settembre   Manifestazioni in 30 città, promosse dai COBAS con Priorità alla Scuola, per mantenere le scuole aperte e correttamente sanificate, per dimunuire i numeri di alunni per classe, assumere più docenti ed Ata. A Roma manifestazione di docenti, Ata, studenti e genitori davanti al Ministero Istruzione.

11 ottobre  Sciopero nazionale dei COBAS e dei principali sindacati di base su Legge Finanziaria e PNRR. Manifestazioni in 40 città, a Roma 4 mila in corteo, la componente maggioritaria è quella COBAS, che ottengono una notevole visibilità massmediatica con il portavoce confederale Bernocchi intervistato nei principali TG.

30 ottobre  Manifestazione nazionale contro il G20, circa 5 mila partecipanti, piuttosto ridotta la presenza dei sindacati di base.

10 dicembre   Sciopero nazionale dei sindacati scuola Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, a cui partecipano anche i COBAS per chiedere l’apertura stabile delle scuole con sanificazione efficace e senza discriminazioni nei riguardi dei non vaccinati e significativi investimenti per la scuola nel PNRR, con una manifestazione davanti al Ministero dell’Istruzione.

2022

28 gennaio  I COBAS convocano lo sciopero delle Superiori per la morte sul lavoro di Lorenzo Parelli durante uno stage “formativo” di scuola-lavoro. Insieme agli studenti si organizzano manifestazioni in 30 città, a Roma in piazza qualche migliaio di studenti e un centinaio di docenti ed Ata COBAS.

27 febbraio  Si consegnano le liste per le elezioni delle RSU nelle scuole: i COBAS presentano 780 liste.

8 marzo   Sciopero generale di tutto il sindacalismo di base, insieme ai movimenti femministi. I COBAS organizzano manifestazioni di mattina in 20 città, a Roma in particolare al Ministero dell’Istruzione e a quello della Salute, con alcune centinaia di lavoratori/trici in entrambi i casi.

25 marzo  Sciopero e manifestazioni, nel quadro internazionale promosso da Fridays For Future, di decine di migliaia di studenti, 4 mila circa a Roma. I COBAS aderiscono con delegazioni di docenti ed ATA.

26 marzo  A Firenze manifestazione nazionale in sostegno della vertenza della fabbrica GKN, 20 mila partecipanti, i COBAS presenti con un paio di centinaia di lavoratori/trici.

14 aprile   Vengono resi noti i risultati delle elezioni RSU nella scuola tenutesi dal 5 al 7 aprile: i COBAS ottengono circa 13 mila voti e 380 RSU elette.

6 maggio   Sciopero nazionale della Scuola dei COBAS e del restante sindacalismo di base contro i quiz Invalsi, in occasione dei test nella Primaria. Manifestazioni locali, a Roma al Ministero istruzione centinaia di docenti, Ata, genitori e bambini della Primaria.

20 maggio   Sciopero generale dei COBAS e del sindacalismo di base per fermare la guerra in Ucraina, contro l’”economia di guerra” e l’aumento delle spese militari. Manifestazioni locali, la più significativa a Roma con circa 2 mila persone.

2 giugno  Manifestazione nazionale a Coltano (Pisa) contro la ventilata creazione di una base militare in un territorio ambientalisticamente protetto. Cinquemila persone in corteo intorno alla zona dove dovrebbe sorgere la base. Scarsa la presenza del sindacalismo di base, i COBAS i più numerosi del settore, con un centinaio di militanti.

4 giugno  Manifestazione a Roma in solidarietà del popolo curdo, per la liberazione di Ocalan e la fine delle aggressioni belliche turche. Un migliaio di partecipanti, come a Coltano anche in questa occasione la presenza più significativa sul piano sindacale è quella COBAS.

22 giugno   A Roma presidio contro l’Autonomia differenziata indetta dal Comitato No AD, con alcune centinaia di manifestanti. Per la Confederazione COBAS interviene il portavoce Bernocchi.

22 ottobre   Manifestazione inter-regionale a Bologna contro il “passante autostradale”, i rigassificatori, la dipendenza permanente dall’energia fossile. Circa 30 mila partecipanti, buona la presenza di 200 militanti COBAS da varie regioni.

10-13 novembre   Ventennale del primo Forum Sociale Europeo tenutosi nel novembre 2002 a Firenze. I COBAS vi partecipano sia con attività autogestite su vari temi (differenze di genere, scuola in carcere, lavoro, ambiente ecc.) sia con oratori nelle tre plenarie, il portavoce confederale Piero Bernocchi in quella sulla crescita vistosa in Europa dell’estrema destra in posizioni di potere (la più partecipata, con circa 500 persone), Rino Capasso sui temi istituzionali e giuridici europei, Vincenzo Miliucci sulle forme della possibile conflittualità unitaria tra i movimenti e le organizzazioni politiche e sindacali alternative.  Complessivamente, oltre 2000 i partecipanti ai lavori.

2 dicembre   Sciopero generale COBAS e sindacalismo di base con manifestazioni locali. A Roma presidio al Ministero Istruzione COBAS e Unicobas con 300 presenze.

21 dicembre  Manifestazione nazionale a Roma contro l’Autonomia differenziata, organizzata dal Comitato No AD, con un migliaio di persone. Per i COBAS Scuola interviene Maria Cascone dell’Esecutivo provinciale.