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Scuola, le paritarie diminuiscono ma i finanziamenti pubblici aumentano: +43% in 5 anni

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 11.10.2023.

I fondi per gli istituti privati passeranno dai 527 milioni del 2019 ai 756 milioni del 2024.

Pioggia di soldi sulle paritarie. Mentre l’istruzione statale sarà soggetta a una cura dimagrante determinata dal calo demografico dei prossimi anni e dalla conseguente contrazione del numero degli alunni, le scuole paritarie riceveranno finanziamenti record per salvarsi dall’estinzione.

Nel corso di un intervento all’università Cattolica di Milano, scrive il quotidiano L’Avvenire, il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha snocciolato una serie di cifre circa i finanziamenti che il governo Meloni ha intenzione di assegnare alle scuole paritarie.

Boom dei finanziamenti alle paritarie

Già lo scorso anno, nella sua prima legge di bilancio, l’attuale esecutivo fu prodigo di finanziamenti verso le scuole non statali: 70 milioni in più rispetto all’anno precedente per accogliere gli alunni disabili più altri 20 milioni destinati alle sole scuole paritarie dell’infanzia. Portando il finanziamento complessivo a 646,5 milioni di euro. Un record che dal prossimo anno verrà sgretolato da altri 110 milioni a partire dal 2024 che porteranno l’intero budget a superare i 750 milioni. Ma non basta. Perché Valditara spiega alla platea dell’ateneo meneghino che, prosegue il quotidiano dei vescovi, anche una fetta dei finanziamenti del Pnrr e dei fondi Pon potrà andare alle scuole non statali. Si tratta di una quantità di denari che la scuola, statale e privata, non vedeva da decenni: un miliardo e 100 milioni per la diffusione delle materie Stem (scientifiche e ingegneristiche), per il multilinguismo, e per estendere il tempo pieno. Più 3,8 miliardi di fondi Pon.

Mentre gli alunni delle paritarie calano – meno 38% in un ventennio abbondante – drasticamente, anche a causa della recente crisi economica, i fondi assegnati dallo stato crescono. In appena cinque anni il finanziamento statale a favore delle paritarie passerà quindi dai 527 milioni del 2019 ai 756 milioni del 2024: più 43%.

Le statali

La Nadef (la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) per il 2023 conferma il calo dei finanziamenti a favore dell’intero comparto istruzione. Il documento redatto dai tecnici di via XX settembre hanno inserito un taglio dei finanziamenti per la scuola di circa mezzo punto di PIl. Vediamo di cosa si tratta in concreto. La quota di Pil che il governo Meloni intende erogare all’istruzione passerà dal 4% del 2020, al 3,8% del 2025 per arrivare al 3,5% del 2030. In termini assoluti si tratta di un taglio che si aggira attorno ai 4/5 miliardi di euro che sarà difficile effettuare senza toccare il personale della scuola (insegnanti, dirigenti e Ata) e il numero delle classi. Perché il bilancio del ministero è pari a quasi 52 miliardi di euro, ma la maggior parte di questo è costituito da spese per il personale: circa 46 miliardi.

Dimensionamento e classi pollaio

Il primo intervento di risparmio sulla scuola è quello che farà saltare 780 istituti autonomi su tutto il territorio nazionale. Così da risparmiare sugli stipendi di altrettanti dirigenti scolastici e direttori di segreteria: i Dsga. Un intervento che da mesi determina i malumori di diverse realtà regionali italiane, comprese alcune governate dal centro-destra. E col taglio previsto già dalla prossima legge di bilancio, al 2030 mancano soltanto sette anni, l’idea dei sindacati di mantenere lo stesso organico dei docenti e le stesse classi, ma con un numero inferiore di alunni per classe, non si potrà realizzare. Ieri nel corso dell’audizione sulla proposta di legge Amorese, sull’abolizione del limite numerico minimo di alunni per la formazione delle classi in determinate aree territoriali (comuni montani, piccole isole, con presenza di minoranze linguistiche), Flc Cgil, Cisl scuola e Uil scuola hanno chiesto l’abolizione del numero minimo di alunni per classe (27 al superiore) stabilito dall’attuale normativa che favorisce la costituzione di classi sovraffollate. Ma, se l’intenzione del governo è quello di tagliare i finanziamenti alle scuole, difficilmente le classi-pollaio potranno essere eliminate.

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