giovedì, Novembre 7, 2024

SALUTE MENTALE

Rainews.it
Le malattie mentali sono la pandemia del futuro. Gli psichiatri: “Boom di diagnosi, +30%”

L’allarme della Società italiana di psichiatria: “Le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita e colpiscono maggiormente giovani e fragili”. Il ministro Schillaci: “La salute mentale è una priorità”

Mariavittoria Savini

Per gli psichiatri si tratta di una nuova pandemia, ancora più pericolosa di quella da Covid 19, con un incremento delle diagnosi allarmante. Stiamo parlando dei disturbi mentali, un’emergenza tra i giovanissimi: i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità contano un 10-20% di bambini e adolescenti colpiti, con il 75% delle malattie psichiatriche che insorge prima dei 25 anni e la metà che dà sintomi entro i 14.

I dati sono allarmanti

Le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. La prevalenza di questi disturbi sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. Depressione e altre malattie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui l’Oms, aveva stimato il “sorpasso”. Numeri che valgono in Italia il 4% del prodotto interno lordo tra spese dirette e indirette. Senza contare la diminuzione dell’aspettativa di vita di 10 aschillacinni. 

La nuova pandemia

L’allarme della Società italiana di psichiatria è chiaro: “dopo la pandemia i sintomi depressivi nella popolazione generale sono quintuplicati e oggi si stima che li manifesti circa una persona su tre, tanto che si ipotizzano fino a 150 mila casi di depressione maggiore in più rispetto all’atteso, con conseguenze dirette su malattie oncologiche, cardiovascolari e polmonari. Depressione e ansia sono cresciute rispettivamente del 28 e 26% rispetto al periodo pre Covid a dimostrazione di come la pandemia sia stata sicuramente un acceleratore per lo sviluppo di queste problematiche” spiega Emi Bondi, presidente della Società italiana di psichiatria. 

A soffrire del maggior disagio mentale, oltre ai giovani, sono le donne, gli anziani o i ceti sociali più svantaggiati. Fra i disoccupati, per esempio, il rischio di depressione è triplo.

I giovani stanno pagando il prezzo più alto

“I giovani stanno pagando il prezzo più alto– aggiunge Emi Bondi. L’isolamento e la rottura con il mondo reale e la società nelle sue più diverse componenti hanno contribuito all’aumento delle dipendenze da sostanze ma, soprattutto, da tecnologia: oggi si stimano almeno 700 mila adolescenti dipendenti da web, social e videogiochi. Altri ancora sono vittime di ansia e depressione, anche queste in costante aumento”. 

La policrisi

Per gli psichiatri, è in atto una “policrisi” in cui pandemia e guerra, inflazione e turbolenze sociali stanno facendo da detonatore al disagio mentale”. Nonostante ciò, agggiungono, le risorse a diposizione dei Servizi di salute mentale pubblici sono in continuo calo e sono ormai sotto il 3% del fondo sanitario nazionale, mentre l’indicazione europea è del 10% per i Paesi a più alto reddito. I dipartimenti di salute mentale sono diminuiti di numero (dai 183 del 2015 ai 141 del 2020) e stanno vivendo una profonda crisi di personale, soprattutto medico: si stima che entro il 2025 mancheranno all’appello altri mille psichiatri. Si assiste infine, ad un incremento generalizzato di aggressività e violenza nei confronti di tutti gli operatorima soprattutto nell’ambito della psichiatria, come dimostra il tragico esempio dell’omicidio di Barbara Capovani.

L’importanza della Giornata mondiale della salute mentale 

La Giornata mondiale della salute mentale rappresenta un’opportunità per mantenere alta l’attenzione sul tema della salute mentale. Istituita nel 1992 dalla WFMH e riconosciuta dall’OMS, questa giornata svolge un ruolo chiave nel promuovere politiche sanitarie volte a migliorare la salute mentale a livello individuale e collettivo.

Il diritto alla salute mentale

“La salute mentale, come ricorda l’Oms, deve essere un diritto per ogni cittadino e non deve più essere trascurata – spiega la presidente della SIP e direttore del DSM dell’Ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo –. Il Servizio Sanitario Nazionale è chiamato ad essere in prima linea per mettere in atto strategie di prevenzione e monitoraggio e per intercettare e curare il disagio mentale nelle popolazioni più fragili e a rischio. A questo scopo il Tavolo tecnico istituito di recente al Ministero della Salute ha tra gli obiettivi il compito di realizzare un nuovo piano per la salute mentale che migliori la qualità dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione per meglio rispondere ai bisogni di salute mentale della nostra società”. 

Prevenzione e ricerca

La ricerca rappresenta il futuro della psichiatria. “Grazie alla ricerca sono stati fatti enormi passi avanti nella diagnosi precoce e nella prevenzione in psichiatria- continua la presidente Sip. Persiste tuttavia una certa stigmatizzazione del problema causa di intensa sofferenza soggettiva: non riconoscere il problema significa rinunciare non solo alla terapia psicofarmacologica ma anche al riconoscimento di manifestazioni iniziali al fine di adottare strategie preventive, orientando il soggetto verso stili di vita protettivi e valorizzando i suoi punti di forza”. 

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