L’UIKI (Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia), struttura che rappresenta in Italia la comunitร curda, ha promosso per il 15 febbraio una manifestazione nazionale a Roma (e una a Milano) con un Appello, ove tra l’altro si legge: “Il 15 febbraio 2025 segnerร il 26ยฐ anniversario della cattura di Abdullah รcalan, il leader storico del movimento curdo…Dal 1999, รcalan รจ detenuto in isolamento sullโisola-prigione di Imrali. La sua prigionia rappresenta un simbolo della piรน ampia repressione contro le rivendicazioni curde, ma anche della difficoltร della Turchia nellโaffrontare una soluzione politica e pacifica a un conflitto che perdura da decenni.La liberazione di Abdullah รcalan non riguarda soltanto la giustizia per un uomo imprigionato in condizioni che violano il diritto internazionale e lo stesso sistema giuridico turco, ma costituisce anche un passo fondamentale per la costruzione di una pace duratura tra lo stato turco e il popolo curdo. Nel corso degli anni, รcalan ha piรน volte espresso la sua disponibilitร a negoziare e a promuovere la pace, avanzando proposte che prevedono il riconoscimento dei diritti dei curdi allโinterno di una Turchia democratica e pluralista. In tutto il paese, le pratiche utilizzate sullโisola di Imrali sono state estese per soffocare ogni forma di dissenso e di opposizione che veda nella soluzione politica della questione curda una possibile svolta verso una trasformazione democratica dellโintero Medio Oriente”.
Nel frattempo, il 5 e 6 febbraio 2025 a Bruxelles si รจ riunita la 54ยฐ Sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sul Rojava. Nella sua dichiarazione il Tribunale Permanente ha affermato che lo Stato turco sta commettendo sistematicamente crimini di guerra e crimini contro lโumanitร con lโobiettivo del genocidio. La dichiarazione denuncia tra l’altro: “Le testimonianze che abbiamo ascoltato dipingono un quadro di punizione diffusa e sistematica di un popolo. I loro crimini? Essere curdi e creare una societร fondata sui principi di uguaglianza, giustizia e solidarietร . Lโobiettivo della punizione รจ lo sradicamento dellโidentitร , della presenza e della cultura curda. Gli abitanti di Afrin sono stati costretti ad abbandonare le loro case quando la cittร รจ stata occupata dalla Turchia nel 2018. La popolazione curda รจ passata da oltre il 90% al 25%, poichรฉ le loro case sono state sequestrate e offerte ad arabi sunniti e turkmeni . Le proprietร sono state sistematicamente saccheggiate, vetrine e cartelli stradali sostituiti con nomi turchi, il turco ha sostituito il curdo come lingua di insegnamento. Terreni e proprietร sequestrati, fabbriche smantellate, lโindustria olearia confiscata…. Circa 120.000 persone sono state costrette ad andarsene: il 40% bambini, un altro 40% donne e molti altri anziani. Il totale attuale degli sfollati รจ stimato in 300.000 unitร …Abbiamo sentito di esecuzioni sommarie di attivisti politici e soccorritori, sparizioni e di come le persone potessero capire lโora dalle urla e dai pianti delle persone torturate, dalle 9 del mattino alle 5 di pomeriggio… Ci hanno raccontato di rapimenti, aggressioni sessuali e stupri di donne e ragazze, prigioni segrete ricavate da scuole, edifici agricoli e stazioni ferroviarie, e lโincapacitร dei sopravvissuti di parlare per paura della detenzione e della tortura.. Abbiamo visto prove dellโuso di fosforo bianco… Abbiamo visto prove fotografiche di ripetuti bombardamenti di impianti di gas ed elettricitร e di installazioni petrolifere, il che significa niente combustibile per il riscaldamento e la cucina, ma anche niente acqua, lasciando un milione di persone senza acqua corrente pulita, portando a dissenteria e colera…. Abbiamo sentito di attacchi a strutture mediche che curano decine di migliaia di pazienti a Kobani e Qamliลo…Gli attacchi contro le donne – il โfemminicidio politicoโ delle donne che sfidano il patriarcato e si battono per lโuguaglianza di genere, gli stupri brutali delle donne curde da parte dei servizi segreti turchi nelle prigioni segrete โ sono stati presentati come un attacco diretto al modello del Rojava… I bombardamenti, attacchi con droni e atrocitร contro i civili, gli spostamenti forzati e la sostituzione delle popolazioni, la distruzione dellโenergia elettrica e il danneggiamento delle riserve idriche, i danni ambientali, la distruzione del patrimonio culturale e delle istituzioni educative, lโuso di stupri, torture, detenzioni segrete costituiscono crimini contro lโumanitร e crimini di guerra e sono indicativi di genocidio“.
E questo infine รจ un brano del commento dellโAvv. Margherita DโAndrea, dellโEsecutivo GD, che con una delegazione dei Giuristi Democratici ha partecipato alla sessione: “Quello che รจ emerso nel corso delle audizioni dei testimoni รจ che dal 2018 in Rojava รจ in atto un sistematico e pervicace tentativo di sradicare il popolo curdo dalla propria terra, di distruggerne non solo la vita ma lโidentitร , la cultura, lโeconomia, costringendo migliaia di persone a fuggire. Un tentativo che รจ stato definito dal Collegio dellโaccusa proprio di una vera ingegneria demografica, al fine di attuare una politica di sostituzione nellโarea del Nord Est Siria dei curdi con popolazioni arabe sunnite e turcomanne..I giudici hanno scritto che la comunitร internazionale รจ consapevole delle continue sofferenze del popolo curdo e dei crimini degli imputati…E’ dunque fondamentale che i responsabili dei crimini di guerra e crimini contro il popolo curdo siano portati davanti alla giustizia e che la comunitร internazionale assicuri immediatamente la cessazione degli attacchi della Turchia in Rojava. Questo al fine di scongiurare il rischio di un vero e proprio genocidio”.
Di fronte a questa terrificante e feroce aggressione, รจ indispensabile che, nel quadro di una mobilitazione generale a livello europeo e internazionale per porre fine ai crimini di guerra, con scopi apertamente genocidi, nei confronti del popolo curdo nonchรฉ per ottenere quanto prima la liberazione diAbdullah รcalan, il leader storico del movimento curdo, si garantisca la massima riuscita alle due manifestazioni nazionali di Roma e Milano, indette per sabato prossimo 15 febbraio dai rappresentanti del popolo curdo in Italia. La Confederazione COBAS รจ particolarmente impegnata alla riuscita della manifestazione di Roma, per la quale diamo appuntamento a tutti i difensori della causa del popolo curdo per il corteo che partirร da P. La Malfa (Circo Massimo) alle ore 14.30
Piero Bernocchiย ย portavoce Confederazione COBAS