Biblioteche innovative in carcere
Il progetto per detenuti โBibliotecariโ
Approda presso la Casa di Reclusione โFilippo Saporitoโ di Aversa
Lโ11 ottobre scorso, presso la Casa di reclusione di Aversa (ex ospedale psichiatrico dismesso nel 2016), si รจ svolto il convegno โIstruzione e cultura: Biblioteche innovative in carcereโ organizzato dal CESP- Rete delle scuole ristrette, nel quale รจ stato presentato il progetto per la formazione di detenuti bibliotecari negli istituti penitenziari della provincia di Caserta. Lโidea di promuovere anche nel carcere di Aversa il corso Biblioteche innovative in carcere, รจ nato dallโincontro tra il Centro studi scuola pubblica e la Libreria sociale โIl Donoโ di Aversa, nel quale si รจ prospettato di realizzare anche sul territorio aversano il progetto che da otto anni si svolge presso la Casa Circondariale di Rebibbia NC (a cura di Anna Grazia Stammati, Presidente CESP, e Luisa Marquardt, Cattedra di Biblioteconomia e Bibliografia, Universitร di Roma Tre). Il progetto, che la Rete sta diffondendo sui vari territori su cui sono ubicati i penitenziari nei quali i docenti โristrettiโ insegnano, รจ stato giร approvato a Saluzzo, Grosseto, Livorno, Gorgona, si sta diffondendo in altre realtร ed รจ stato accolto favorevolmente dalla Direzione della Casa di reclusione, essendo finalizzato allโacquisizione, da parte della popolazione detenuta, di conoscenze e competenze spendibili in ambito lavorativo, tanto in carcere, durante il periodo detentivo, quanto allโesterno, una volta terminato il periodo di carcerazione.
Lโidea progettuale รจ stata illustrata alle autoritร presenti, direttori degli istituti penitenziari del territorio, dirigenti scolastici, docenti ed esponenti del mondo della cultura e dellโassociazionismo e la libreria sociale โIl donoโ ha donato alla struttura ospitante circa 100 volumi, quale inizio di una proficua collaborazione tra, Libreria, CESP e Direzione penitenziaria. Attraverso tale collaborazione i detenuti, una volta formatisi nel corso, potranno essere impegnati allโesterno, nella gestione di una biblioteca, presso la stessa Libreria-sociale โil donoโ o nelle biblioteche, pubbliche e private, del territorio. Tale progettualitร ha messo in evidenza come un percorso trattamentale basato sulla lettura, la scrittura e il recupero di una cultura personale, permettano un concreto ed efficace reinserimento nella societร dei โristrettiโ.
Il dibattito รจ stato arricchito dal contributo di due detenuti, uno in semilibertร , Pierdonato Zito, lโaltro orami fuori dal circuito penitenziario, Pino Panepinto. Il primo, laureatosi in Scienze sociali presso il Polo penitenziario universitario dellโUniversitร Federico II di Napoli, aperto nel carcere di Secondigliano, ha descritto lโesperienza di studio in carcere, la trasformazione della cella in uno spazio di crescita e la conseguente metamorfosi personale che gli ha permesso di essere il primo laureato del Polo universitario, ma ha raccontato anche quali sono le difficoltร determinate dalle criticitร proprie del sistema penitenziario. Il secondo, libero da circa un anno, ha descritto il percorso seguito in carcere, la ripresa degli studi sino al conseguimento del diploma di maturitร , la frequenza del Corso Biblioteche innovative in carcere a Rebibbia (grazie al quale รจ stato assunto come operatore di biblioteca allโinterno del penitenziario per circa due anni), ma ha rappresentato a sua volta tutte le difficoltร che un detenuto incontra nel ricollocarsi sul proprio territorio, mancando qualunque attivitร di mediazione tra il fine pena e il reinserimento nella societร , con lโassenza delle istituzioni in tale percorso, mentre รจ proprio questo che occorrerebbe favorire. Il proficuo percorso svolto durante la detenzione รจ, infatti, la testimonianza della realizzazione dellโart 27 della Costituzione, perchรฉ viene restituita alla collettivitร una persona che non รจ piรน un pericolo sociale, ma una risorsa, perรฒ, tali sforzi rischiano di essere totalmente annullati se lโindividuo, che pure ha seguito un percorso di riabilitazione, una volta uscito, viene abbandonato a se stesso.
Lโiniziativa ha comunque concretamente dimostrato come la cultura riesca a rendere liberi ed รจ stata giudicata encomiabile dagli interlocutori istituzionali presenti, tra questi la Provveditrice dellโAmministrazione penitenziaria della regione Campania, dottoressa Lucia Castellano, ha sottolineato come sia importante la rete tra istituzioni e associazionismo, perchรฉ la garanzia dei diritti fondamentali dellโuomo, non puรฒ venire solo dallโAmministrazione penitenziaria, ma deve essere il risultato di unโazione collegiale che deve vedere uniti, carcere, scuole, biblioteche, cultura, attori sociali. In questo senso giร si muove la Casa di reclusione di Aversa, che garantisce tali spazi e interventi e i detenuti vengono impegnati in attivitร culturali (come il corso di formazione di guide turistiche e lโimpiego dei detenuti nelle giornate del FAI, quali โciceroniโ del Museo criminologico del penitenziario). A conferma di quanto detto, la Direttrice del penitenziario, dottoressa Stella Scialpi, ha sottolineato che leggere permette di acquisire uno sguardo libero e una libertร di pensiero, rispetto a chi non ne gode materialmente, in quanto, ha aggiunto citando Proust, chi legge un libro, legge se stesso e attraverso questo riconoscersi cโรจ un ripensamento delle proprie esperienze passate, in un processo di consapevolezza, di apertura mentale, di acquisizione di un nuovo punto di vista sul mondo, rispetto alle proprie esperienze passate, per tornare in societร , dove, perรฒ, dovrebbero esserci risposte concrete per questa nuova dimensione, ovverossia lavoro e reinserimento a pieno titolo nella societร .
Le voci dellโAmministrazione penitenziaria, si sono intervallate con quelle dellโIstruzione in carcere, rappresentata a piรน livelli, dal Ministero dellโIstruzione e del Merito, che ha delegato lโUSR Campania, con la presenza della Dottoressa Anna De Paola, Referente dei CPIA per la Campania, il Dirigente del CPIA di Caserta, Professor Raffaele Cavaliere (che dirige il piรน grande e complesso CPIA dโItalia, con circa 28 punti di erogazione e la presenza di percorsi di istruzione in tutti e quattro gli istituti penitenziari del territorio). Il dialogo che ne รจ scaturito ha messo in evidenza lโimportanza dei percorsi di istruzione e cultura nellโesecuzione penale, il profondo e proficuo cambiamento che si innesca in persone che attraverso lo studio recuperano percorsi personali precocemente abbandonati, ma anche in questo caso sono stati evidenziati gli ostacoli che possono presentarsi nel rendere compatibili tempi e modi organizzativi delle due istituzioni, non sempre convergenti, cosรฌ come la mancanza di organici stabili che permettano continuitร nel lavoro dei docenti, la necessitร di ampliare la rete di scuole anche al secondo livello, per preparare i detenuti al recupero di abilitร tecnico-professionali.
Sull’importanza di tali percorsi si sono pronunciati anche la Referente del Comitato esecutivo Nazionale dellโAssociazione Italiana Biblioteche (AIB), dottoressa Maria Pia Cacace, che ha illustrato il protocollo giร in essere tra Giustizia e AIB e si รจ soffermata sullโimportanza delle biblioteche in carcere, rendendosi disponibile a collaborare con la Casa di reclusione di Aversa per la realizzazione del progetto Biblioteche innovative e il Senatore Lucio Romano che ha sottolineato il valore costituzionale di tali interventi, augurandosi che la collaborazione tra istituzioni porti alla realizzazione di quanto posto in essere e rendendosi a sua volta disponibile per le iniziative future.
In questo senso diffondere e mettere in rete pratiche quali quelle della realizzazione di โBiblioteche innovative in carcereโ, significa sostenere le attivitร didattiche, aprendo spazi per la relazione e lโacquisizione di conoscenze e competenze spendibili in ambito sociale e lavorativo, quali strumenti idonei proprio al recupero di conoscenze e competenze che possono favorire lโaccesso a piรน ambiti lavorativi. A questo proposito nel seminario cโรจ stato anche un confronto tra i docenti della rete delle scuole ristrette (intervenuti dal Piemonte, dalla Liguria, dalla Toscana, dallโUmbria, dal Lazio e dalla Calabria, oltre che dal territorio campano) e tra i funzionari giuridico-pedagogici, che ha avuto come obiettivo quello di fare in modo che la realizzazione di uno spazio quale quello della Biblioteca, prevista dallo stesso Ordinamento penitenziario, possa costituire un elemento per riuscire a realizzare in maniera diffusa un trattamento consapevole e fruttuoso che possa permettere ai detenuti, una volta usciti, di trovare occupazione.
Al termine dei lavori si รจ confermato un successivo appuntamento tra CESP, Amministrazione penitenziaria e Libreria il โdonoโ per entrare nel merito della strutturazione e approvazione del progetto.
Anna Grazia Stammati
(Presidente CESP)
Roma, 14 ottobre 2024