sabato, Luglio 12, 2025

COMUNICATO CESP X GIORNATA NAZIONALE

La X Giornata Nazionale del Mondo che non cโ€™รจ: nellโ€™inferno cโ€™รจ ancora speranza.

Con il seminario del 3 luglio scorso, si รจ conclusa la X Giornata Nazionale del Mondo che non cโ€™รจ, con la quale il CESP e la Rete delle scuole ristrette, nel decimo anniversario dellโ€™istituzione della โ€œGiornata nazionale del Mondo che non cโ€™รจโ€e della partecipazione al Festival dei Due Mondi di Spoleto, hanno dato il via alle iniziative che si svolgeranno per un intero anno e saranno tese a diffondere ulteriormente quei laboratori formativi e interattivi, messi in campo dal CESP e dalla Rete, in collaborazione con vari esperti, finalizzati a rendere le attivitร   trattamentali di recupero e risocializzazione, attive e concrete misure di accompagnamento dei detenuti verso (e oltre) il fine pena, nel rispetto della dignitร  delle persone detenute.

Le due giornate formative (il CESP รจ Ente di formazione e aggiornamento, riconosciuto dal Ministero dellโ€™Istruzione) sono iniziate il 2 luglio, quando le porte del carcere, come riporta anche Pietro Cuccaro su ยซumbriatv.comยป, si sono aperte per accogliere i numerosi partecipanti allo spettacolo della Compagnia #SIneNOmineโ€œSenza Titolo. Manifesto del carcere Futuristaโ€, per la regia di Giorgio Flamini, con i detenuti attori, cantanti, danzatori, drammaturghi, scenografi, costumisti, svoltosi allโ€™interno della Casa di reclusione di Maiano-Spoleto. Nello spettacolo (al quale hanno partecipato oltre 700 persone entrate nei due giorni di programmazione dallโ€™esterno) ai tratti dello storico movimento ripreso nel titolo, se ne sono sovrapposti altri. Mentre tre celle si aprivano e si chiudevano, simbolicamente e incessantemente, nel flusso continuo di detenuti attori che ne uscivano e vi entravano, altri sedevano su enormi sedie nere, a rappresentare tribunali, forche e troni disciplinari. Cosรฌ, agli echi propri di un Manifesto futurista, ispirato dallโ€™assedio di Adrianopoli durante la guerra bulgaro-turca, se ne sono uniti altri, quelli di un nuovo Manifesto del carcere futurista, ispirato, invece, dallโ€™assedio del Carcere durante la guerra quotidiana della popolazione detenuta per la sopravvivenza. Un manifesto fatto di cultura, nuove prospettive, utopie che proprio a partire dal luogo simbolo dellโ€™imperante distopia,come sottolineato nel coinvolgente monologo finale, ha voluto delineare la strada verso un auspicabile futuro, sottolineando come il teatro sia โ€œun patto tra chi รจ dentro e chi รจ fuoriโ€ e sia capace di trasformare la persona che abbraccia un tale percorso riabilitativo, grazie alla bellezza cheโ€œresiste anche dove tutto sembra spentoโ€. Come non cogliere lโ€™appello:โ€œContaminate la giustizia con lโ€™arte perchรฉ laddove nasce una scena puรฒ finire una condannaโ€?

Il 3 luglio il programma รจ continuato con il seminario Cultura & Carcere โ€œDellโ€™Inferno e delle Utopie nel mondo della liquiditร โ€, coordinato da Anna Grazia Stammati, Presidente CESP: una giornata densa di riflessioni, approfondimenti e confronti sulla forma e sullo spazio che occupa oggi il carcere nella societร  e su quale รจ, o potrebbe essere, il suo futuro. Un incontro intenso e partecipato, svoltosi nella sede della Biblioteca comunale โ€œGiosuรจ Carducciโ€ di Spoleto. Partendo dalle analisi del sociologo Zygmunt Bauman, si sono posti a confronto due Modelli di Sorveglianza:quella di Bentham, cosรฌ come ce lโ€™ha consegnata Foucault, con il Panopticon, simbolo della modernitร  โ€œsolidaโ€ e del carcere come fabbrica di lavoro disciplinato, e quella americana, del carcere di sicurezza del Pelican Bay, cosรฌ come lโ€™analizza Bauman, quale modello post-panopticon, simbolo della Sorveglianza โ€œliquidaโ€e del carcere del nulla, futuro verso il quale rischiamo di proiettarci. Tutti i relatori presenti, dalla Direttrice della Casa di reclusione (Bernardina Di Mario),alla Rappresentante del Consiglio Nazionale Forense (Francesca Palma), dal Provveditore del PRAP Toscana-Umbria (Gloria Manzelli, presente su delega diretta del Capo Dipartimento, Stefano De Michele), al rappresentante della Regione (Tommaso Bori), dai Magistrati (Fabio Gianfilippi che ha portato il saluto della collega Magistrato Grazia Manganaro), alla Conferenza

Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Penitenziari Universitari (Vincenza Pellegrino, Universitร  di Pavia) e alla rappresentante AIB Umbria (Donatella Jank), dal Garante Nazionale delle persone private della libertร  personale (avvocato Mario Serio del Collegio del Garante) agli avvocati (Francesco Damiano Pujia del Foro di Roma), hanno fornito un quadro preoccupante della situazione penitenziaria. Nonostante ciรฒ,hanno richiamato lโ€™importanza di continuare a dare forma e orientamento a uno sviluppo โ€œculturaleโ€ in carcere e a procedere nella realizzazione di unโ€™utopia necessaria.Il Presidente Emerito della Corte Costituzionale e giร  Ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, si รจ soffermato in particolare sulle preoccupanti condizioni del sistema, il carcere, ha sottolineato (e poi ribadito nellโ€™intervista  realizzata da Cuccaro per ยซumbriatv.comยป), avrebbe potuto e dovuto migliorare in questi anni, mentre si รจ ulteriormente deteriorato e, cosa ancor piรน grave, al sovraffollamento si unisce il disinteresse per questa inumana situazione, disinteresse che in alcuni casi appare addirittura enfatizzato.  Cosรฌ, invece di studiare rimedi e possibilitร  che agiscano sul fenomeno come tale, riducendo lโ€™eccesso di ingressi in carcere e aumentando le uscite-che sono, invece, sempre piรน limitate, mentre in carcere dovrebbero entrare solo coloro che sono pericolosi per lโ€™eccesso di aggressivitร -, prevale lโ€™inerzia e la situazione si aggrava di anno in anno. Non si deve parlare di pena, ma di pene, ha aggiunto il Presidente, e occorre capire e far capire che ciรฒ che si punisce รจ il reato commesso, non la persona.

Lโ€™intera mattinata รจ stata attraversata dalla presenza attiva e dagli intensi interventi di ex detenuti, ora liberi, che continuano a interfacciarsi e colloquiare con il CESP e la Rete, dei quali si sentono parte: negli interventi hanno raccontato in prima persona, qual รจ la vera situazione nelle carceri, ma anche qual รจ la situazione che attende i detenuti quando rientrano sui propri territori di appartenenza, generalmente territori difficili, in cui degrado e disoccupazione non permettono un reale reinserimento, a meno di non essere stati adeguatamente supportati nel periodo di detenzione nellโ€™acquisizione di competenze spendibili allโ€™esterno e, una volta fuori, accompagnati nel reinserimento almeno nella prima fase di rientro. Accanto agli interventi degli โ€œex ospitiโ€ delle carceri italiane, รจ stata letta unโ€™articolata, intensa e forte lettera di due detenuti, indirizzata agli amici del Festival Dei Due Mondi di Spoleto โ€œLa cultura rendi sicuri, il carcere senza cultura รจ solo punizioneโ€,nella quale รจ stata richiamata la necessitร  dellโ€™applicazione del diritto allโ€™accesso al patrimonio culturale della societร , perchรฉ โ€œIn un Paese dove il dibattito sulla sicurezza si gioca spesso tra manganelli e telecamere, parlare di cultura in carcere, puรฒ sembrare unโ€™eresia, eppure รจ tra le mura piรน dure dello Stato che la cultura dimostra tutta la sua forza rivoluzionaria, quella di trasformare, di restituire, di prevenire. La vera sicurezza penitenziaria, nasce dallโ€™educazione, non dallโ€™isolamentoโ€.

I lavori della mattina si sono conclusi con la donazione da parte della Regione Umbria, rappresentata dalla D.ssa Olimpia Bartolucci,Responsabile degli Archivi e Biblioteche, di quattro kit bibliografici – uno per ciascuno degli istituti penitenziari umbri -, del progetto ยซNati per Leggereยป (in atto dal 1999). I meravigliosi albi donati possono sostenere la genitorialitร  e far sรฌ che il momento dellโ€™incontro con i propri figli o nipoti sia facilitato e arricchito dalla lettura condivisa, che influisce positivamente sul loro sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale, con effetti significativi per tutta la vita adulta.

Nel pomeriggio si sono svolte due tavole rotonde:una, coordinata da Luisa Marquardt (cattedra di Bibliografia e Biblioteconomia dellโ€™Universitร  Roma Tre) sulla costituzione di una rete tra le biblioteche nelle carceri umbre (il progetto รจ giร  in essere in vari istituti penitenziari del Piemonte, della Toscana e del Lazio), alla presenza della Responsabile degli Archivi e Biblioteche della Regione Umbria, dellโ€™AIB โ€“ Osservatorio Lavoro (Patrizia Lรนperi), della CNUPP (Teresa Consoli,Universitร  di Catania), dei funzionari giuridico-pedagogici (Paolo Maddonni-CR Orvieto, Mattia Genovesi-CC Perugia, Sabrina Galanti- CR di Maiano-Spoleto), delle rappresentanti delle Biblioteche dei singoli territori su cui insistono i quattro istituti penitenziari (Donatella Jank, in sostituzione di Carla Cesarini-Perugia, Roberto Sasso-Orvieto, Gaia

Rossetti-Spoleto,Franca Nesta-Terni), di ex detenuti che lavorano come operatori di biblioteca; lโ€™altra,coordinata da Giovanni Mercurio (ICS-ETS) su Misure Alternative, art.21 e semilibertร , quali misure deflattive, ma non solo, alla presenza dellโ€™Ufficio di Esecuzione Penale Esterno di Perugia (Gianvittorio Pula), del Garante regionale del Piemonte(Bruno Mellano), di docenti universitari (Francesco Gambino โ€“ Universitร  di Macerata), di detenuti in art 21 ed ex detenuti che hanno avuto accesso alle Misure alternative. Dai tavoli รจ emersa la volontร  di intervenire negli istituti penitenziari, sia attraverso le progettualitร  che il CESP- Rete delle scuole ristrette hanno messo in campo in questi anni, sia attraverso lโ€™unione strategica con le associazioni di volontariato, in particolare nella costruzione di reti regionali per le biblioteche in carcere, come supporto concreto per far acquisire ai ristretti quelle capacitร  che permettano loro di essere assunti nelle biblioteche degli istituti penitenziari e, una volta fuori, di trovare lavoro qualificato, come operatori della cultura, nelle biblioteche (pubbliche o private) o nei musei e nei luoghi dโ€™arte, ma anche di sapersi orientare, grazie allโ€™acquisizione di competenze trasversali, nel mondo del lavoro, e di conoscere le opportunitร  che possono essere utilizzate al fine di un reale reinserimento in quella societร  con la quale, una volta entrati in carcere, hanno reciso ogni rapporto e nella quale rientrano dopo anni di detenzione.

Al termine della giornata i partecipanti si sono lasciati con una serie di appuntamenti per il prossimo autunno, per approfondire quanto giร  definito nel seminario, esportando il Modello definito in Umbria per la realizzazione di una rete regionale per le biblioteche in carcere, anche in altre regioni (Piemonte e Campania le due principali regioni scelte per i prossimi interventi), ma anche per continuare la riflessione che si รจ aperta su come rendere operativa la norma giร  esistente sulle Misure Alternative, perchรฉ, come scritto in un articolo, nel n. 1/2025 di ยซFuori classe. CarcerInrete. Rivista di varia umanitร ยป, se lโ€™obiettivo รจ riabilitare persone che hanno violato le regole, appare paradossale che regole affermate nel gradimento disposto [normativo] a questo fine, siano violate.

Anna Grazia Stammati

(Presidente CESP)

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