Pienamente riuscita la partecipazione del CESP- Rete delle scuole ristrette al Salone Internazionale del Libro di Torino, con Adotta uno scrittore (in carcere) e il seminario Cultura & Carcere. Biblioteche innovative: un modello che si diffonde. Prime esperienze a confronto
Anche questโanno, il CESP-Rete delle scuole ristrette, ha partecipato al Salone del Libro di Torino con tre appuntamenti, due nella mattinata del 19 maggio, interni al progetto Adotta uno scrittore, che da 23 anni fa incontrare studenti e studentesse delle scuole primarie e secondarie, delle strutture detentive, delle universitร e degli ospedali, con le migliori autrici e i migliori autori contemporanei, il terzo nel pomeriggio dello stessa giornata con un seminario sullโesperienza delle Biblioteche innovative in carcere.
I primi due appuntamenti hanno visto gli scrittori presentare le esperienze avute in piรน istituti penitenziari (la Casa di reclusione di Saluzzo, la Casa di reclusione di Alessandria, la Casa circondariale di Ivrea, la Casa circondariale di Torino, lโIstituto Penale Minorile Ferrante Aporti, la Casa Circondariale di Grosseto, la Casa circondariale di Secondigliano -sezione femminile, lโIstituto Penale Minorile di Potenza, la Casa Circondariale di Castrovillari (ma la Rete ha anche realizzato, nellโanno, un proprio Adotta, coinvolgendo la Casa di reclusione e la Casa Circondariale di Rebibbia, la Casa circondariale di Genova-Marassi, la Casa Circondariale di Pavia, la Casa di reclusione Ucciardone, la Casa circondariale di Montorio- Verona, la Casa circondariale di Venezia-Casa di pena femminile Giudecca). Il CESP, nel suo intervento, ha sottolineato la necessitร dellโampliamento delle attivitร di istruzione e dei percorsi culturali in tutti gli istituti penitenziari e dellโimportanza del progetto Adotta uno scrittore (in carcere), proprio a partire dallโepisodio della rivolta avvenuta qualche mese fa nellโIstituto minorile Ferrante Aporti, rimarcando la forte valenza simbolica del rogo appiccato dai giovani adulti utilizzando i libri della biblioteca. Tale necessitร , si รจ fatto presente nellโintervento, รจ testimoniata dagli stessi dati del Ministero della Giustizia relativi ai titoli di studio dellโintera popolazione detenuta che tratteggiano un quadro di fortissima e generalizzata povertร educativa tra i detenuti (con il 4% di analfabeti o privi di titoli di studio, il 15% con la sola licenza di scuola primaria, il 57%, circa, con la sola licenza media, il 17% con il diploma di scuola superiore e solo il 2% di laureati). Per poter rendere piรน significativo e strutturato lโintervento del progetto, il CESP e la Rete hanno sottolineato lโimportanza di legare lโincontro degli scrittori in carcere allo spazio delle biblioteche degli istituti penitenziari, facendo svolgere lรฌ gli incontri, per diffondere un modello relazionale che, come dimostra il progetto Biblioteche innovative in carcere, attiva processi trasformativi e sta ottenendo risultati positivi negli istituti penitenziari in cui si รจ riuscito a realizzarlo.
Proprio da questo punto ha preso lโavvio il terzo appuntamento della giornata, con il seminario โCultura & Carcere. Biblioteche innovative: un modello che si diffonde. Prime esperienze a confrontoโ, per il quale il Salone ha messo a disposizione del CESP e della Rete, la Sala Book Lab del Lingotto Fiere, dove, alla presenza di circa 100 partecipanti (la metร dei quali iscrittisi direttamente tramite il Salone), si sono alternati docenti, dirigenti, bibliotecari, esperti, funzionari giuridico pedagogici, impegnati nellโattuazione del progetto Biblioteche in carcere.
In apertura, la presidente del CESP, Anna Grazia Stammati, ha richiamato lโattenzione sulla difficilissima situazione in cui versano le carceri, come dimostrano tragicamente i 100 suicidi del 2024 e i 30 suicidi dei primi mesi del 2025 (divenuti 31 proprio nella mattinata del 19 maggio, con il suicidio dellโultimo detenuto proprio presso la Casa circondariale Lorusso-Cotugno di Torino) e ha letto il saluto della Dottoressa Sonia Specchia (Direttore dellโUfficio II del Capo del Dipartimento dellโAmministrazione penitenziaria per la programmazione finanziaria e il controllo di gestione, giร Segretario Generale della Cassa delle Ammende)che, pur non avendo potuto presenziare per impegni istituzionali, ha voluto inviare un saluto ai partecipanti, nel quale ha sottolineato come โIl reinserimento sociale delle persone in esecuzione penale รจ procedimento complesso che richiede una risposta multidimensionale e non รจ possibile senza un cambiamento culturale intra ed extramurale. Cosรฌ, partendo da un progetto illuminato ed innovativo posto in essere allโinterno del carcere di Rebibbia, in partenariato con il CESP, la Rete delle scuole ristrette e lโUniversitร degli Studi Roma Tre, รจ stato posto un seme che ha prodotto diversi frutti, non solo allโinterno della struttura ospitante, consentendo a numerosi detenuti di acquisire una professionalitร , ma anche nel contesto detentivo nel suo complesso, con riverbero a livello nazionale attraverso lโemanazione di un Programma di interventi avente la cultura e la rete delle biblioteche penitenziarie e del territorio, al centro degli interventi trattamentali. Perchรฉ il trattamento penitenziario non puรฒ prescindere dallo sviluppo culturale.โ
Subito dopo ha preso la parola, per il primo intervento, Alfio Gresta, ex studente โristrettoโ della CR di Maiano-Spoleto, e attore della Compagnia#SIneNOmine, appena ridivenuto libero, il quale ha raccontato la sua storia e lโimportanza della scuola in carcere , perchรฉ, entrato con la sola licenza media, รจ riuscito a prendere il diploma di scuola superiore, ad iscriversi allโUniversitร e ad un percorso teatrale che gli ha permesso di riacquistare una nuova e piรน complessa identitร e, come egli stesso ha sottolineato, acquisire il valore della dignitร .
Si รจ poi data voce, nella sezione โPrime esperienze a confrontoโ, agli interventi dei docenti, funzionari giuridico -pedagogici e volontari che hanno confermato la rilevanza del percorso Biblioteche innovative in carcere, in quanto attivatore di stimoli e di propositi, spazio attraverso il quale si puรฒ accedere alle informazioni, si possono acquisire competenze informative, anche in direzione del superamento di quel divario di conoscenze dei sistemi informativi e informatici, che sempre piรน genera, tra i detenuti che ne sono privi, esclusione sociale e ulteriore povertร educativa. Naturalmente sono state evidenziate anche le differenze tra gli istituti nei quali si รจ realizzato o si sta realizzando il progetto, soprattutto in relazione allโaccesso alle piattaforme online delle Biblioteche dei territori in cui sono ubicati gli istituti penitenziari, il che permette, o meno la possibilitร di avere cataloghi librari informatizzati e consultabili (interventi di Valentina Busso, Chiara Sacchelli, Eleonora DโAmico, Alessandra Gaviano, Giuseppina Boi, Marcella Gori, Erica Meucci).
Nella seconda sezione, Il punto di vista degli esperti, hanno preso la parola gli esperti, che hanno proposto ai presenti una collaborazione con lโAssociazione Italiana Biblioteche, al fine di definire insieme gli ambiti di intervento per un prossimo convegno nazionale organizzato per il 3 e 4 ottobre dallโAIB in Sardegna, a Nuoro, proprio sulle Biblioteche in carcere. Anche qui รจ stata sottolineata lโimportanza della scuola in carcere che insieme alla cultura, รจ stato detto, ha una valenza โsalvificaโ nei confronti dei detenuti, nel senso laico del termine, perchรฉ offre loro una prospettiva di cambiamento e reinserimento e in tale direzione la Rete svolge un ruolo importante, permettendo ai docenti di condividere le proprie esperienze, sostenendone, cosรฌ, il delicato e importante lavoro. Negli interventi รจ stato evidenziato anche come, a cinquantโanni dallโapprovazione dellโOrdinamento Penitenziario, il dibattito sulla โrieducazioneโdei detenuti sia ancora allo stesso punto, mentre lโunica soluzione proposta รจ semplicemente la costruzione di nuove carceri, puntando sulla presunta e aumentata pericolositร sociale, mentre occorrerebbe dare pari dignitร ai detenuti, attraverso la cultura, offrendo loro un modello di intervento, come quello che emerge dal progetto Biblioteche in carcere che ha alla sua base, proprio il diritto di accesso e partecipazione dei detenuti alla vita culturale della comunitร . Eโ stato poi sottolineato come lโattivitร del CESP e della Rete si sia caratterizzata in questi anni per la tenacia e la perseveranza della sua azione, presentando un modello positivo di esecuzione penale, per ottenere il quale molto รจ stato fatto, ma molto resta da fare (interventi di Luisa Marquardt, Enzo Borio, Alessandra Tugnoli, Damiano Francesco Pujia, Bruno Mellano).
Nella terza sezione Il punto di vista della Rete. Appunti dal Pianeta carcere, sono state evidenziate le difficoltร che si incontrano nel rendere stabili i percorsi di istruzione in carcere, sottoposti continuamente a tagli, per la mancanza di una seria programmazione sugli organici da parte degli organi istituzionali dei territori, in quanto, al di lร di quanto si professa, non si comprende, disconoscendolo, il valore dellโistruzione in carcere . I docenti hanno poi dato voce a quanto viene fatto sui singoli territori, allโimportanza della Rete, anche come confronto sugli improvvisi trasferimenti dei detenuti che , letteralmente, spariscono da un giorno allโaltro, senza tenere in alcun conto il percorso scolastico, mettendo a rischio esami e scrutini. Sono state riportate anche le difficoltร di operare nei contesti carcerari, perchรฉ, nonostante la costante presenza dei docenti e gli indubbi successi maturati dai percorsi scolastici, si stanno verificando chiusure (in particolare nei confronti dei detenuti dellโAlta Sicurezza) che rimandano indietro il sistema penitenziario di decenni, provocando malessere, disagio e rabbia nella popolazione detenuta. Ci si รจ soffermati, anche sul valore dellโintervento dei volontari e, in particolare, dei risultati che il gruppo ICS sta ottenendo attraverso il progetto degli sportelli Multi servizi, e sul superamento della โcultura del silenzioโ in direzione di una solidarietร sociale e di partecipazione, anche nella difficoltร di mettere insieme detenuti tanto diversi tra loro e dal livello culturale variegato, ma, proprio per questo, dellโimportanza che rivestono progetti che amalgamano, integrano e fanno superare paure e resistenze (interventi di Stefano Bonomi, Giorgio Flamini, Giovanni Mercurio, Maria Falcone, Francesca Spalla, Patrizia Lazzari).
Al termine del seminario, i partecipanti hanno espresso soddisfazione per la giornata di confronto e si sono dati appuntamento il 2 e 3 luglio al Festival dei Due Mondi di Spoleto, per continuare il confronto sui percorsi culturali messi in campo dalla Rete, fare il punto su quanto fatto nellโanno scolastico corrente e lanciare le linee di intervento per il prossimo anno scolastico.
Anna Grazia Stammati (Presidente CESP)
