Il nostro Appello per uno sciopero unitario non è stato ascoltato: purtroppo la Cgil ha convocato il proprio sciopero il 12 dicembre, contrapponendosi a quello da tempo convocato dai COBAS e da tutti gli altri sindacati di base per il 28 novembre, dividendo colpevolmente quello che il 3 ottobre aveva unito. Dopo i due milioni in piazza il 3 ottobre, in occasione dello sciopero nazionale più unitario di sempre, abbiamo fatto tutto il possibile per convincere la Cgil che contro la Finanziaria del governo Meloni bisognasse di nuovo “fare come il 3 ottobre”, quando l’unità d’azione del 3 ottobre tra sindacati di base e Cgil aveva costituito il moltiplicatore delle presenze in piazza, e ottenuto un’enorme ”eccedenza” di presenze, ben oltre il classico lavoro dipendente sindacalizzato. Doveva essere evidente a tutti/e che, per costruire lo sciopero generale contro la Finanziaria del governo Meloni – con al centro, oltre alla difesa del popolo palestinese e al rifiuto dell’economia di guerra, le tematiche del lavoro, dei servizi pubblici e sociali, del salario, del precariato, delle pensioni, della scuola, sanità ecc. – non si dovesse retrocedere dal quella unità. L’Appello a “fare come il 3 ottobre”, che abbiamo lanciato, ha riscosso un larghissimo consenso sia tra i lavoratori/trici sindacalizzati sia nelle aree sociali mobilitatesi il 3: ma, purtroppo, la Cgil ha rifiutato di trovare insieme una data unitaria e per giunta ne ha scelto una, il 12 dicembre, fuori tempo massimo rispetto all’iter della Finanziaria e che, oltretutto, gestirà in perfetta solitudine, essendosi rotta di fatto, dopo oltre 70 anni, la “Triplice”, ossia la stretta alleanza con Cisl e Uil.
A rimanere deluse sono in questi giorni le centinaia di migliaia di persone che avevano creduto alla possibilità di un nuovo sciopero generale unitario, quelle numerose aree sociali, movimenti, reti e associazioni, dove operano congiuntamente militanti Cgil e dei sindacati di base, che tale unità hanno auspicato e sostenuto fino all’ultimo. Pur tuttavia, pur consapevoli del passo indietro che la Cgil impone alla più vasta unità del movimento palesatosi nelle ultime settimane, stiamo verificando che in molte città varie strutture sociali e di movimento, che hanno apprezzato gli intenti unitari che abbiamo perseguito e che la Cgil ha colpevolmente rifiutato, parteciperanno allo sciopero del 28 novembre e alle manifestazioni territoriali: e, in particolare, a Roma gestiranno con noi il corteo che andrà da P. Indipendenza (ore 9.30) a P. Barberini , passando accanto a ministeri e luoghi istituzionali di rilievo.
Confederazione COBAS

