lunedì, Novembre 3, 2025

La piattaforma COBAS per lo sciopero nella Scuola, all’interno dello sciopero generale della Confederazione COBAS del 28 novembre 

Il 28 novembre la Confederazione COBAS ha convocato lo sciopero generale dell’intera giornata per tutti i settori del lavoro pubblico e privato. I COBAS Scuola, che fanno parte della Confederazione COBAS, promuovono lo sciopero di tutti gli ordini di Scuola sulla base di questa piattaforma.

 Recupero del potere d’acquisto del personale scolastico del 30%

Negli ultimi 30 anni, il potere d’acquisto dei lavoratori/trici della scuola si è ridotto di circa il 30%, a causa di contratti scaduti, aumenti retributivi irrisori e un’inflazione galoppante che ha eroso i salari reali. Questa perdita si è tradotta in una svalutazione materiale e simbolica della funzione educativa, in un impoverimento delle condizioni di vita di docenti e ATA. Il recupero del 30% del potere d’acquisto è una necessità di giustizia e dignità sociale. La qualità dell’istruzione dipende anche dal riconoscimento economico di chi quotidianamente costruisce il sapere e le relazioni.

Per docenti ed ATA pensione corrispondente all’ultimo stipendio e in età compatibile con un lavoro gravoso e usurante – No al Fondo Espero e al silenzio -assenso

Il personale scolastico merita una pensione corrispondente all’ultimo stipendio. Il Fondo Espero, promosso e amministrato dai sindacati “rappresentativi” e dall’amministrazione, rappresenta un modello inaccettabile di privatizzazione strisciante della previdenza pubblica, così comeè inaccettabile il meccanismo liberticida del silenzio- assenso per i neo assunti. È necessario invece destinare risorse pubbliche per rafforzare il sistema previdenziale, garantendo un’uscita dal lavoro a un’età compatibile con la fatica fisica e psicologica che l’insegnamento e i compiti ausiliari comportano (lavori gravosi e usuranti). 

Assunzione su tutti i posti disponibili e ripristino del “doppio canale” per eliminare il precariato

Il precariato nella scuola italiana è una ferita aperta che dura da decenni. Più di 200.000docenti e ATA vivono in una condizione di instabilità cronica, passando da un contratto all’altro, spesso lontani da casa, privi di continuità didattica e di tutele. Questa situazione non solo penalizza i lavoratori/trici, ma danneggia la qualità dell’insegnamento e la continuità educativa. È necessario assumere “in ruolo” su tutti i posti vacanti edisponibili in organico, procedendo a stabilizzazioni immediate tramite procedure snelle e trasparenti e ripristinando il “doppio canale”.

Ruolo unico docenti dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado

La frammentazione della professione docente in una molteplicità di ruoli e contratti differenziati ha creato disuguaglianze ingiustificate e un indebolimento complessivo della categoria. La proposta di un ruolo unico dei docenti, che comprenda l’intero arco dell’istruzione statale, dall’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, intende riconoscere la natura unitaria della funzione docente. L’insegnamento, pur con le specificità dei diversi ordini e gradi, è fondato sulla medesima finalità educativa e formativa. Il ruolo unico permetterebbe di superare disparità contrattuali e percorsi di carriera disomogenei, favorendo una retribuzione equa e commisurata alla professionalità.

 No alla “riforma a pezzi” della scuola di Valditara ( tecnici e professionali quadriennali- Made in Italy – tutor e orientatore- docenti incentivati-  riforma degli organi collegiali) 

Seppur diviso in provvedimenti specifici, si tratta di un disegno complessivo che punta a completare l’aziendalizzazione della scuola tramite la differenziazione e gerarchizzazione dei docenti e la subordinazione degli organi collegiali al dirigente-manager, asservendo la scuola  pubblica alle scelte imprenditoriali che privilegiano lavoratori precari, a basso costo e dequalificati.

Classi con un massimo di 20 alunni, e 15 in presenza di alunni con disabilità

La qualità dell’istruzione passa anche attraverso le condizioni materiali in cui si apprende e si insegna. Classi sovraffollate con oltre 25 o 30 alunni/e impediscono un lavoro didattico efficace, aumentano lo stress dei docenti, riducono l’attenzione verso i singoli e l’inclusione. Va fissato per legge un numero massimo di 20 alunni/e per classe, che scenda a 15 in presenza di alunni/e con disabilità: è un investimento per la qualità, la sicurezza, l’inclusione e per la salute psico-fisica del personale e degli studenti/tesse. Ridurre il numero degli alunni/e significa anche creare nuovi posti di lavoro, migliorare la relazione educativa e consentire una didattica realmente individualizzata. 

No alle Indicazioni Nazionali 2025

E’ un documento fortemente ideologico, intriso di nazionalismo e retorica, che utilizza la “personalizzazione” e la “valorizzazione dei talenti” come strumenti di selezione classista L’obiettivo politico è costruire nel tempo l’egemonia politico-culturale della destra.  Denunciamo in particolare l’ossessione identitaria e occidentalista, evidente soprattutto nell’impostazione dell’insegnamento della storia, e la deriva autoritaria che attraversa l’intero impianto, in contrasto con l’idea di una scuola attiva, democratica, pluralista e aperta. In tale direzione è’ un segnale grave che il MIM abbia recentemente censurato un corso di formazione sull’educazione alla pace.

No all’Autonomia differenziata   

L’AD non garantisce i servizi essenziali e i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale, frammenta scuola e sanità creando disuguaglianze nell’offerta formativa, nei diritti sociali, in particolare nei diritti all’istruzione e alla salute della popolazione.

COBAS  Scuola

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