Audizione VII Commissione

Audizione VII Commissione: Organi collegiali d’istituto

 

COMUNICATO STAMPA

Il 18 febbraio comincerà nell'aula della Camera dei Deputati, la discussione della riforma degli Organi Collegiali della scuola. I COBAS sono stati invitati mercoledì 30, insieme ad altre associazioni, ad una audizione presso la VII Commissione (Istruzione, Cultura e ricerca) sulla proposta di legge di riforma degli OO. CC. avanzata da F.I., che ha come primo firmatario l'Onorevole Adornato presidente della commissione. L'audizione si è risolta in poco più di una formalità. Infatti sono stati "concessi" 6 minuti ad ogni associazione o sindacato, per esprimere le loro posizioni, rilievi e proposte. La questione degli Organi Collegiali è diventata di fondamentale importanza nel processo di aziendalizzazione spinta delle scuole prodotto dalla Moratti e dal Governo, e sarà quindi al centro delle motivazioni per lo sciopero e la manifestazione dei 15 febbraio per i COBAS.

Alleghiamo il testo che i Cobas hanno redatto per l'audizione e che dovrebbe essere pubblicato negli atti della commissione. Paventiamo il rischio che nella temperie che sta attraversando la scuola pubblica questo nuovo attacco resti sconosciuto ai più.

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ORGANI COLLEGIALI A LIVELLO DI SINGOLA SCUOLA:

Audizione presso la VII commissione della Camera dei Deputati

Note in merito alla Proposta si Legge n. 2010

Ogni analisi puntuale che verrà fatto del testo delle Proposta di Legge (Pd L) avanzata dai Parlamentari del centro-destra dovrà tenere conto del diverso e opposto disegno ideale che ha ispirato i Decreti Delegati del 1974 da quello che ispira la proposta dell'attuale governo.

I DD del '74 erano l'esito legislativo di un imponente movimento di lotta che aveva riconosciuto nella scuola una delle istituzioni fondamentali della repubblica per la realizzazione dei valori di egualitarismo, solidarietà, riconoscimento dei diritti fondamentali e universali (individuali, sociali e politici) che avevano caratterizzato la resistenza antifascista e che erano stati sussunti nel testo della Costituzione.

Il quadro che ne emergeva era una pluralità di "comunità educanti" in continua interazione con "la più vasta comunità sociale e civica a livello distrettuale, provinciale e nazionale".

Gli organi collegiali quindi avevano una duplice funzione: da una parte quella di elaborare il fare scuola quotidiano non solo rispettando la libertà individuale d'insegnamento dei docenti, ma anche potenziandola attraverso l'attività collegiale che consentisse la realizzazione di una autonomia educativa, didattica e progettuale degli insegnanti. Dall'altra, con una rigorosa definizione delle funzioni del personale che concorrevano alla comunità (docenti, personale ATA, direttivi), gli organi collegiali costituivano il luogo della integrazione delle varie funzioni e del collegamento ed integrazioni con la componente degli studenti e dei genitori.

Non vi è traccia, quindi, di gerarchia tra le funzioni ma riconoscimento di diversità e complementarità, di concorrenza paritaria al governo della scuola.

A testimonianza di questo impianto basta ricordare la sovranità del Collegio dei Docenti in materia di scelte educative e didattiche che si esprime attraverso le delibere (Art. 7 D.Lvo 297/94) e il conseguente compito del personale direttivo (presidi e direttori didattici) che "assicura l'esecuzione delle deliberazioni degli organi collegiali" e "Cura l'esecuzione delle deliberazioni prese dai predetti organi collegiali e dal consiglio di circolo o d'istituto." (art.396 D. Lvo .297/94).

Le critiche che il movimento e la scuola democratica e militante ebbe a fare agli Organi Collegiali furono puntuali e tutte inerenti ad una democrazia squilibrata a favore delle componenti interne alla scuola ed una rappresentanza inadeguata delle componenti esterne: studenti e genitori. Il loro parziale o totale fallimento è però attribuito unanimemente agli ostacoli ed ai restringimenti degli spazi da subito messi in atto dall'amministrazione e dalle burocrazie ministeriali. Ma va fatta qualche specificazione; anche nel loro parziale svuotamento e fallimento gli organi collegiali hanno costituito in tutte le circostanze, almeno un forte deterrente a comportamenti degenerativi che si sono avuti in altri rami dell' amministrazione, il Collegio dei Docenti e i Consigli d'Istituto sono stati, e lo sono tuttora qualora i componenti lo vogliano, un presidio di democrazia e di libertà, individuali e collettive, inusitato nel quadro istituzionale del nostro paese. Certo la scuola e i suoi OO.CC. non sono stati quella grande palestra/laboratorio di democrazia che avrebbero potuto essere per l'intero paese, ma la caduta di questa ipotesi è congruente con la caduta dell'aspirazione e delle pratiche democratiche nella vita sociale, politica ed economica in atto almeno da un ventennio.

La filosofia a cui si ispira l'attuale proposta è di natura opposta, anziché la democrazia si vuole promuovere la gerarchia aziendalistica frammista a "l'unicità di comando" di derivazione militare.

E' un percorso già iniziato con il Decreto legislativo 29 del 93, le leggi Bassanini sull'autonomia scolastica, Il Decreto sulla Dirigenza scolastica e, da ultimo, il contratto separato per i dirigenti scolastici. Il percorso è stato condiviso tanto dai partiti di centro-destra quanto da quelli di centro-sinistra ed ha pervaso tutti i livelli istituzionali, tanto quelli della rappresentanza politica e sociale quanto quelli della gestione del potere, sociale, politico ed economico, dello stato, degli enti locali ad ogni livello. E' l'affermazione del modello dominante del mercato e dell'azienda che ha soppiantato il modello umanistico e democratico che era stato elaborato dalla caduta del fascismo agli anni '70, ma continua ad ispirare significative minoranze e soprattutto i movimenti emergenti No Global primo fra tutti. E' all'interno di questa filosofia che sono interpretabili i grandi e piccoli cambiamenti che la proposta apporta agli OO.CC. attuali.

La sostituzione del Consiglio di circolo o d'Istituto con il consiglio di amministrazione non sancisce soltanto la trasformazione delle scuole da istituzioni della repubblica ad aziende ma configura il c.d.a. facendo scomparire la componente degli ATA, riducendo drasticamente i membri eletti (da 14/18 secondo il numero degli alunni) ad un massimo di 6, portando da 1 a 5 i membri di diritto o di nomina, trasferendo la presidenza da un genitore al dirigente scolastico, crea le condizioni per un suo permanente commissariamento da parte dell'ufficio scolastico regionale. Anche l'autoconvocazione è resa pressoché impossibile visto che deve essere richiesta da almeno i 2/3 dei componenti. In poche parole il c.d.a. viene delineato come uno dei gruppi di staff del dirigente, che in questi termini ha ben poco del dirigente e molto più dell'amministratore delegato.

Il Collegio dei Docenti non delibera più: scompare così la sua sovranità in merito alle scelte organizzative e didattiche (anche grazie alla espressa separazione tra funzioni di gestione e funzioni di indirizzo). Perde la sua capacità di governo generale dell'attività educativa anche grazie alla sanzione della sua scomposizione in dipartimenti (disciplinari od altro). Perde il suo diritto ad autoconvocarsi. Permane invece la presidenza nelle mani del dirigente che era già un obbrobrio giuridico procedurale quando i presidi non erano dirigenti ma soltanto primus inter pares. Ma è ancor più inconcepibile adesso, dopo l'assegnazione della dirigenza, che sia una espressione diretta dell'amministrazione a presiedere una assemblea. Un minimo di correttezza vorrebbe che il presidente fosse espresso, tramite elezione, dall'assemblea stessa come avviene in tutti gli organismi democratici dal Parlamento in giù. Rimangono al Collegio vaghe competenze d'indirizzo, coordinamento e monitoraggio prive di qualsivoglia potere deliberante. Chi vive in qualche misura la vita delle scuole che questa nuova formulazione le funzioni del collegio vengono azzerate e con esse la libertà di insegnamento e l'autonomia dei docenti.

Ma la P.d.L. va ancora più a fondo nella cancellazione della libertà di insegnamento e della autonomia dei docenti, quando propone una valutazione collegiale degli alunni in sostituzione dei singoli insegnanti e del consiglio di classe, che viene abolito. Estrapolare la valutazione ed il giudizio dal processo educativo e di apprendimento / insegnamento per sottrarlo ai diretti protagonisti del processo ed al sistema complesso delle relazioni cognitive ed emotive porta alla reificazione tanto dei docenti quanto degli alunni.

Ma in questa proposta c'è anche il segno del degrado, della banalizzazione, della frantumazione a cui si vuole condurre il sistema scolastico pubblico. Tutto il marchingegno dovrebbe funzionare in base ad un sistema di regolamenti inventati scuola per scuola cancellando il valore unitario e di certezza del diritto che agli organi collegiali, alla loro composizione e funzioni veniva attribuito dalla legge.

La riforma degli OO.CC. costituiva l'ultimo anello indispensabile per il compimento dell'aziendalizzazione delle scuole, vi è una evidente contraddizione tra la loro esistenza ed il loro carattere relativamente democratico e l'aspirazione del Governo di sottomettere la scuola a logiche mercantilistiche ed autoritarie, la loro cancellazione sarebbe stata un'operazione troppo violenta, i partiti di governo hanno optato per il loro svuotamento democratico e la loro torsione a sostegno del loro disegno neoautoritario.

Ma non sarà facile alla maggioranza, nonostante i numeri parlamentari, portare a compimento la proposta. Potrebbe essere questa l'occasione per una ripresa delle iniziative e delle lotte per una modifica degli OO.CC. in senso democratico e partecipativo. La cura più urgente per la scuola pubblica è appunto questa: una robusta iniezione di democrazia, partecipazione e protagonismo degli studenti e degli insegnanti.

Punti correttivi degli attuali Organi Collegiali a livello di scuola

1) Presidente del Collegio dei Docenti eletto dal Collegio stesso tra gli insegnanti che fanno parte del ruolo di diritto della scuola.

2) Istituzione del Collegio del personale Amministrativo Tecnico Ausiliario della scuola.

3) Istituzione del Collegio Unitario del Personale (Docenti ed ATA insieme).

4) Rafforzamento del Consiglio di Classe o d'Interclasse con l'elezione, da parte del consiglio stesso, di un docente coordinatore.

5) Permessi retribuiti dal lavoro per la componente genitori: 12 giorni annui per il presidente e per il membro della giunta, sei giorni per gli atri membri.

6) Garanzie esigibili relativi a spazi, risorse economiche, strumenti e servizi di segreteria per il funzionamento degli OO. CC. e delle eventuali articolazioni.

Assemblea Nazionale

COBAS SCUOLA

Roma 28/1/2002