Il piano del MIM e le nostre proposte

Nuova immagine bitmap

Nelle ultime settimane abbiamo appreso che l’obiettivo del ministro Valditara per settembre è di immettere in ruolo circa 56.000 docenti: 19.500 sul sostegno, in gran parte attraverso la procedura speciale di assunzione dalla 1° fascia delle GPS; gli altri su posto comune, attingendo dalle Gae (per quel poco che è ancora possibile fare) e dalle varie graduatorie dei concorsi ordinari e straordinari attualmente vigenti.

Secondo i dati forniti dal MIM nello scorso novembre, i docenti precari con contratto al 31 agosto o al 30 giugno stipulati quest’anno sono stati circa 220.000, per cui non è difficile constatare l’inadeguatezza del piano.

Per questo motivo, come Cobas crediamo che sia fondamentale insistere su alcune parole d’ordine che tengano forte il punto su determinate rivendicazioni.

- Ridurre il numero degli alunni per classe.

- Ampliare il numero di posti su cui poter effettuare le assunzioni a tempo indeterminato, eliminando la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto.

- Intervenire sulla dinamica di sfruttamento a oltranza dei supplenti e quindi configurare un diritto all’assunzione a tempo indeterminato per tutti coloro che raggiungono 3 anni scolastici di servizio.

- Creare a tal fine una graduatoria in cui inserire chi raggiunge 3 anni di servizio da mettere in coda alle GaE, in modo da conservare il meccanismo del doppio canale anche quando queste ultime saranno definitivamente esaurite e da restituire a tale meccanismo le ragioni che portarono alla sua istituzione con la legge 417/1989: riconoscere al lavoro da precari il valore di requisito per l’immissione in ruolo.

- Prevedere – per evitare le solite e inutili lungaggini – che nella scuola secondaria la formazione/abilitazione all’insegnamento (e anche la specializzazione sul sostegno, visti i numeri che abbiamo di fronte) possa avvenire dopo l’immissione in ruolo, nel corso dell’anno di prova.

- Contrastare il più possibile gli elementi di divisione e di conflitto tra le varie categorie di precari, nonché tra precari e neolaureati. Il doppio canale risponde anche a questa esigenza.