OSSERVAZIONI A FAVORE DEL DM 356 di Carlotta Cini precaria Cobas di Pisa

La discussione sul decreto per l’immissione in ruolo degli idonei al concorso 2012 rischia di spaccare nuovamente il già frammentato fronte dei precari della scuola. Siamo di nuovo di fronte ad un reclutamento che di volta in volta avvantaggia una fetta di precariato e ne affossa un'altra, mettendo gli uni contro gli altri, un sistema di reclutamento che va rivisto in toto e sul quale è necessario un confronto approfondito, invece di uno schieramento da una parte o dall'altra, che significa appoggiare o allontanare precari vittime delle distruttive dinamiche ministeriali.

Comprendiamo bene la situazione dei colleghi inseriti nelle GAE, la loro frustrazione di fronte a un ruolo che sembra vicino e poi sfugge continuamente, la loro rabbia per l'impossibilità di costruirsi un futuro, la loro reazione di fronte al decreto. E’ fondamentale una discussione sul reclutamento, che produca una valida alternativa al divide et impera che è sempre stato il leitmotiv delle politiche scolastiche in Italia.

Ma ora, data la contingenza, bisogna esprimersi sul decreto: e una serie di osservazioni non ci permettono di appoggiare la richiesta di sua cancellazione.  Il decreto ha colmato un vuoto legislativo che aveva creato il bando, il quale si poneva in contraddizione con il principio di immissione al 50% da GAE e concorso e di utilizzazione degli idonei nei concorsi pubblici fino a indizione di nuovo concorso. Da una parte è una modifica in corso d'opera, dall’altra il decreto rappresenta un intervento su un bando che prevedeva un sistema di immissione scorretto verso i partecipanti e non conforme alla legge. Senza il decreto, gli idonei avrebbero fatto ricorso e probabilmente avrebbero vinto, visto che la legge vale più del bando. Comunque, concordiamo con il principio sancito dalla normativa attuale, secondo cui fino a nuovo concorso si utilizzano gli idonei, coprendo i posti con personale che ha passato tutte le prove. Gli idonei hanno di fatto superato il concorso e non sono considerati vincitori solo perché i posti riservati erano pochi: restano esclusi sulla base dei calcoli del MIUR, che come Cobas abbiamo sempre criticato: Il bando era sbagliato, fu fatto per buttar fumo negli occhi e andava contro la legge.
Si è detto anche che il concorso è stato quello degli universitari, ma il punteggio assegnato alle pubblicazioni era misero e nulla è stato attribuito alle collaborazioni in ambito universitario, mentre all'abilitazione ottenuta con la SISS sono stati assegnati 6 punti. In ogni caso, noi per primi abbiamo, e fin da subito, criticato e contestato aspramente il concorso, per come era stato organizzato, per il momento in cui è stato bandito (il MIUR avrebbe dovuto prima risolvere la questione delle GAE), per la serie di incoerenze che presentava. Non da ultimo per il fatto che non fosse abilitante e che fosse aperto solo a coloro che si erano laureati prima di una certa data. Ma in mancanza di un vero boicottaggio, i singoli hanno deciso a livello personale se partecipare o meno, ed entrambe le decisioni sono rispettabili. È comprensibile che un precario partecipi a un concorso, è un suo diritto; e se resta appeso in una graduatoria dopo aver superato tutte le prove quando il sistema di immissione nella PA prevede lo scorrimento, è di fatto un precario beffato dal MIUR, così come lo sono i suoi colleghi nelle GAE. Molti candidati al concorso tra l'altro erano precari inseriti nelle GAE, che hanno cercato giustamente un modo per entrare finalmente di ruolo. D'altra parte, se dovessimo incolpare di volta in volta i beneficiari delle varie trovate dei governi che si sono succeduti pochi precari ne uscirebbero incolumi, a partire da chi si è specializzato con le SISS.
 In sostanza, ferma restando la necessità di un confronto sul sistema di reclutamento nel suo insieme, la totale comprensione per la situazione dei colleghi nelle GAE e la condanna dei subdoli metodi MIUR, resta il fatto che gli idonei al concorso sono una categoria di precari da rispettare e da ascoltare così come i precari nelle GAE, in quanto vittime delle stesse strategie di divisione e indebolimento. La posizione che ci sentiamo di prendere è, per tutti questi motivi, di non opposizione al decreto. L'unica battaglia che non lascia fuori nessuno è quella sul recupero dei posti: solo le richieste di pensionamenti, di riduzione degli alunni per classe, di aumento delle ore di sostegno, di immissioni su tutti i posti vacanti e disponibili sono veramente unificanti. Infine, un problema da risolvere immediatamente è che i precari delle GAE hanno aggiornato la provincia prima della pubblicazione del decreto. La richiesta di una riapertura temporanea dell'aggiornamento delle GAE, in modo che i precari - che hanno operato la scelta delle province sulla base di un bando sbagliato- possano modificare la propria scelta, è sacrosanta e la sosteniamo.

Carlotta Cini – precarie/i Cobas Pisa