Audizione al Senato sul decreto 'ammazzaprecari'

Audizione al Senato sul decreto 'ammazzaprecari'

Il 28 ottobre, come COBAS, siamo stati ricevuti dalla VII Commissione cultura del
Senato in merito alla conversione in legge del decreto n. 134 del 25 settembre
scorso ( il cosiddetto “salvaprecari”).Alla convocazione erano presenti anche

Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Ugl.

L’intervento “meno peggiore” tra i confederali l’ha fatto la Cisl, che ovviamente
ha omesso molte cose nel suo discorso, ma che almeno ha parlato di
stabilizzazione per 150.000 precari e di ampliamento a chi ha effettuato 180
giorni di servizio del diritto di accesso alla disoccupazione. In realtà la
Cisl (e in qualche modo anche la Cgil e la Uil) ha riaperto la questione posta

da Fioroni dell’annullamento delle Graduatorie permanenti: schifezza
alla quale tendeva già Berlinguer nella stesura della L124/ 99 e che conteneva
in nuce l’eliminazione di qualunque continuità con il meccanismo del
reclutamento del cosiddetto ‘ Doppio canale’ in direzione del cambiamento del
sistema di reclutamento. Non è un caso che nei loro interventi sia per la prima
volta comparsa la denuncia dei corsi svolti dai precari per recuperare
punteggio, che di per sé può apparire positiva, ma che in realtà, per loro
vuole semplicemente sostenere la politica dell’abbandono della graduatoria come
forma di reclutamento. Quasi tutti si sono dichiarati contrari all’inserimento
a pettine nelle graduatorie (però tutti hanno gestito il ricorso
sui propri territori) e questo vale anche per quanto previsto dal nuovo testo;
contrari anche all’accanimento con il quale si vuole sottoporre ad un ulteriore
controllo supplementare chi fruisce della L104.
Il primo intervento è stato quello della Cisl ( Scrima), Ha definito il
provvedimento con il quale si vuole utilizzare i precari limitato e parziale,
ma necessario; ha richiamato i tagli della scuola previsti in finanziaria
definendoli dannosi e sbagliati per la scuola, ritenendo necessario rifarsi al
piano di assunzioni previsto da Fioroni:150.000 posti in tre anni, dopo i
quali le Gae si sarebbero dovute chiudere. Ha chiesto la stabilizzazione dei precari
su tutti i posti vacanti e disponibili e il diritto di accedere alla disoccupazione
per tutti coloro che hanno avuto 180 giorni di servizio, vista l’eccezionalità
dell’intervento, con dimezzamento delle 52 settimane utili. Si è dichiarato
contrario all’inserimento a “ pettine” anche perché nei provveditorati non c’è
personale per gestire la partita..Ha detto che la legge 104 è una legge di civiltà, va
applicata rigorosamente , punendo le certificazioni false e chi le utilizza.
Per la Cgil, Luigi Rossi ha espresso contrarietà verso il provvedimento,

considerato insufficiente; ha concordato con Scrima in relazione ai 180 giorni
per accedere all’indennità di disoccupazione e sostenuto che l’intervento delle
Regioni avviene senza uno schema standard di riferimento, ma con accordi
bilaterali che non garantiscono interventi omogenei ma diversificati a seconda
delle possibilità economiche regionali. Ha chiesto pertanto una cornice unitaria
di riferimento. Su coda/pettine, ha giudicato l’emendamento contraddittorio.

Ha invitato a intervenire sul reclutamento: finanziaria del 2007, eliminare le

Gae per immettere in ruolo. No al piano triennale dei tagli, sì ad un tavolo

di confronto per rivalutare le politiche scolastiche per gli investimenti.

Per la UIL Di Menna ha affermato che sono necessarie politiche bipartisan

per intervenire nella scuola che non è un costo/spesa; bisogna investire

sull’istruzione; il “salva precari” è utile ed opportuno. C’è un’emergenza

graduatorie perché bisogna denunciare i ‘corsifici’ per recuperare punteggio.

Si devono prevedere contratti pluriennali , con il superamento del “graduatorificio”.

Puntare ad un nuovo decreto sulla formazione iniziale dei docenti e al

reclutamento laddove ci sono posti
L’esponente della Gilda ha richiamato la manovra sulla scuola come

l’elemento dirimente che ha determinato il piano triennale dei tagli.

Di fronte a questo l’unico intervento è lo scivolo pensionistico di due

anni come ha proposto Valditara. Si è dichiarato contrario alla questione

dell’inserimento a pettine nelle graduatorie permanenti. Bisogna

ripristinare i concorsi. Sulla L.104 è certamente grave che ci siano

degli abusi, ma non si può vessare nessuno per colpa di chi ne abusa.
Per i Cobas sono intervenuta io e, per la componente precari, Francesca

Pandolfi ed Eduard Wolken.
Ho iniziato sostenendo che essere chiamati ad entrare nel merito di un
Provvedimento d’urgenza, quale quello della conversione in legge del cosiddetto
“salva precari”, doveva per forza di cose farci entrare nel merito della
manovra che il governo Berlusconi e i ministri Tremonti-Gelmini hanno messo in
campo, manovra disastrosa per l’intera scuola pubblica statale e che sta
comportando un danno gravissimo alla qualità dell’istruzione. L’espulsione dei
precari rappresenta infatti l’effetto tragico che tale manovra rappresenta da
un punto di vista occupazionale, ma essendo questo il risultato dell’intero
‘pacchetto’di tagli (che ho puntualmente declinato: dall’eliminazione del
modulo e delle compresenze, del tempo pieno e del tempo prolungato, dall’
aumento del numero degli alunni per classe, dalla costituzione delle cattedre
oltre le 18 ore,dalla razionalizzazione della rete scolastica e, per l’anno
prossimo, dalla riforma delle superiori e la diminuzione dell’orario, l’
eliminazioni delle sperimentazioni, la riforma dell’Educazione adulti) l’
intervento ‘tampone’ non può che essere giudicato inutile poiché non permette
di risolvere nessuno degli elementi negativi causati dalla manovra, neppure
quello su cui si era espressamente chiamati ad intervenire, cioè il tentativo
di coprire l’espulsione di 132.000 precari in tre anni ( secondo le nostre
stime 200.000), di cui 42.000 docenti e 15.000 ATA solo per quest’anno,
attraverso una ‘falsa’ occupazione momentanea. Infatti il cosiddetto “salva
precari”non copre neppure tutti gli occupati dell’anno precedente. Rispetto a
questo l’unica soluzione non può che essere il ritiro dei tagli e l’immissione
in ruolo di tutti i precari sui posti vacanti
Tutti gli altri elementi di discussione non fanno che rientrare il quello
schema e in quell’elenco di problemi elencati.
Per quanto riguarda poi la possibilità di ‘occupare’ il personale precario
licenziato, ho sostenuto che si sarebbe dovuto pensare ad utilizzare presso gli
istituti scolastici un contingente di insegnanti pari agli occupati dell’anno
precedente. Essendo i docenti precari occupati l’anno scorso attraverso gli
incarichi circa 130/140.000, si sarebbe pertanto dovuto procedere in altro modo
rispetto a quanto previsto dal decreto. Se infatti le istituzioni scolastiche
in Italia sono circa 10.500 e i plessi circa 32.000 ( dati ministeriali),
assegnare ad ogni plesso 4/5 docenti potrebbe significare riutilizzare tutti i
docenti occupati l’anno scorso. Questi, in sintesi, i passaggi salienti dell’audizione.

Anna Grazia Stammati

Esecutivo Nazionale COBAS scuola